Sotto le macerie del Municipio dove sono custoditi i permessi edilizi

AMATRICE (RIETI) Il Comune è crollato. L’edificio delle istituzioni di Amatrice, un palazzo monumentale sottoposto a vincoli, non esiste più. Caduto, sbriciolato assieme ad altri palazzi — simbolo del paese più colpito dal terremoto — come la scuola e l’ospedale. Ora quei resti sono divenuti fondamentali per guidare una riscossa. Infatti rappresentano l’unica speranza, un fascicolo alla volta, di ricostruire la mappa del paese e l’identità degli edifici privati sorti negli ultimi anni.
Amatrice è un centro di seconde case soprattutto. Erano tutte in regola con i permessi? Oppure no? Il sospetto è che fossero stati segnalati casi di abusivismo agli uffici tecnici comunali. Recuperare dalle macerie i fascicoli dei vari fabbricati aiuterà gli investigatori a ricostruire singole responsabilità. Non è tutto, ovviamente. Perché in Comune si trovano anche i faldoni che custodiscono l’insieme di lavori, migliorie e ristrutturazioni eseguite sul patrimonio pubblico. Ma mentre, in questo caso, se ne può trovare copia anche al , nell’altro, cioè per quanto riguarda gli edifici privati, solo gli uffici comunali possiedono un archivio completo. Ed ecco perché la Procura, venerdì scorso, ha deciso di preparare un decreto di «raccomandazione» nel quale si chiede alla Guardia forestale di vigilare affinché non vengano rimossi documenti e oggetti, benché danneggiati.
Gli investigatori dovranno recuperare anche i documenti relativi alla messa in sicurezza del municipio. Perché, proprio come avviene per tutti gli edifici pubblici che si trovano nelle aree a rischio sismico, è necessario prevedere interventi mirati proprio per cercare di garantire al massimo la stabilità delle strutture e dunque individuare le ditte incaricate dei lavori e i tecnici che dovevano controllarli. Sotto le macerie c’è pure il server del Comune che custodiva tutti i dati dell’amministrazione. La scommessa è riuscire a recuperarlo. Malgrado sia senza più un ufficio, il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, non sembra essersi perso d’animo e ha già inviato messaggi al governo e al presidente del Consiglio Matteo Renzi, venuto in visita. «La città — ha detto — sarà riorganizzata in frazione perché è importante non perdere l’identità e non andare in depressione».
E se gli alloggi temporanei dovessero diventare definitivi? Risposta. «Eh no, sappiate che io sono un cuore impavido, non mi spavento di nessuno». Pirozzi ha anche risposto alle accuse di abusivismo e ai dubbi venuti da molte parti sulle licenze di costruzione facili: «A me non risulta nulla di tutto questo».
Ilaria Sacchettoni
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