Marijuana legale, la svolta possibile degli States

by Eleonora Martini, il manifesto | 9 Novembre 2016 8:47

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Chiunque vinca la sfida alla presidenziali [ha vinto Donal Trump, ndr], oggi un quarto della popolazione statunitense potrebbe ritrovarsi a vivere sotto l’egida di una saggia legislazione antiproibizionista. Una svolta storica che potrebbe porre una pietra tombale sulla decennale «war on drugs».

Ieri infatti le urne si sono aperte anche per il voto su alcuni referendum: dalla pena di morte all’eutanasia, dal salario minimo legale alla carbon tax, fino ai controlli sulla vendita di armi. Ma su tutti spicca quello riguardante la legalizzazione della marijuana. In particolare, in cinque stati americani – Arizona, California, Maine, Massachussets e Nevada – gli elettori sono stati chiamati ad esprimersi sul consumo legale della cannabis a scopo ricreativo. E in altri quattro – Montana, Arkansas, Florida e North Dakota – il quesito riguardava la normativa che regola l’uso della cannabis terapeutica.

Secondo gli ultimi sondaggi, in California il 58% degli elettori sarebbe a favore della proposta di iniziativa popolare denominata «Proposition 64», mentre il 34% si è dichiarato contrario a questo disegno di legge che rende legale l’uso della marijuana dai 21 anni in su, e ne fa un prodotto di commercio non più affidato al mercato nero, con tanto di tasse sulle vendite e sulla coltivazione, liberalizzazione degli spot pubblicitari e consenso alla vendita a domicilio.

Nello stesso Stato, una misura simile era stata respinta appena sei anni fa, ma da allora si è approfondito il dibattito pubblico su una legislazione inefficace alla lotta contro le narcomafie che invece ha finito col colpire aspramente solo alcune sacche di minoranze etniche e di marginalità sociale, aumentando il problema del sovraffollamento carcerario.

E così, da questa mattina, dopo Colorado, Washington Dc, Alaska e Oregon che nel 2014 aprirono per primi allo spinello legalizzato, potrebbero essere diventati nove gli States che faranno da apripista alla nuova era antiproibizionista americana.

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