Beppe Sala presenta il piano per le periferie milanesi

by Luca Fazio, il manifesto | 13 Dicembre 2016 10:23

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Ovvio che per “Fare Milano” – come recita il titolo dello show preparato ieri della giunta di Beppe Sala per dare un’idea del futuro – bisogna saper guardare avanti. Quindi logica vorrebbe che prima di dirsi bravi da soli e far partire gli applausi sia necessario aspettare la primavera del 2021. Sulla carta il progetto sembra funzionare ma il tempo delle promesse è finito e il sindaco oltre che a nominare le “cose” da realizzare è tenuto a dire come e se riuscirà a trovare le risorse necessarie. Il suo ex sponsor politico è tornato al paesello senza stipendio e il nuovo presidente del Consiglio certo non si impiccherà al “patto per Milano” di renziana memoria. “Sono pronto a farmi sentire da subito”, ha rilanciato Beppe Sala.

E’ vero però che la “città traino del paese” – come dice il sindaco – sta vivendo un momento positivo ed è ancora capace di attirare risorse e “narrazioni” favorevoli (è di ieri la notizia che Milano sarebbe la seconda città italiana per qualità della vita dopo Aosta). Quindi invece di farsi prendere la mano dal pessimismo della ragione è più saggio andare a vedere quali saranno le realizzazioni da soppesare per valutare il primo quinquennio dell’ex manager di Expo. L’obiettivo, come ripete il sindaco, è annullare il divario tra la “Milano che cresce” e le periferie che sono ancora in sofferenza nonostante il meraviglioso regno che fu dell’ex mito dimenticato Giuliano Pisapia. Questo è il capitolo dirimente.

Il piano completo di investimento previsto, spiega il delegato alle periferie Mirko Mazzali, ammonta a 356 milioni di euro destinati soprattutto a rivitalizzare cinque quartieri (117 milioni a Lorenteggio-Giambellino, 63 ad Adriano-Padova, 49 milioni a Corvetto-Chiaravalle-Rogoredo-Porto di Mare, 49 al Gallaratese e 35 milioni a Niguarda-Bovisa). “Sarà il più grande piano di riqualificazione urbana dal dopoguerra”, per dare un bel titolo. Di positivo c’è che nel nuovo pacchetto di interventi non si parla di altri militari a passeggio. Gli interventi riguardano la manutenzione straordinaria delle case popolari e il recupero di circa 800 alloggi sfitti di edilizia pubblica. Altri 60 milioni invece sono previsti per diversi “cantieri” a valenza sociale. La giunta ha anche promesso di estendere il sistema di welfare dagli attuali 24 mila a 50 mila cittadini a fine mandato, il piano per l’infanzia prevede 11 milioni di investimento e nel 2017 Milano stanzierà 35 milioni di euro contro le povertà. Un passo avanti ma non basta (in un anno i senza dimora sono aumentati del 20% e un giovane su cinque non riesce a sostenere le spese per la casa – fonte Caritas).

Anche la voce “inquinamento”, forse il capitolo più spinoso, è stata declinata all’insegna di progetti da realizzare. Sarebbero previste 55 aree della “mobilità sostenibile” per l’interscambio di varie soluzioni di trasporto, si punterebbe alla cifra di 6 mila bici in condivisione, alla realizzazione di altri 85 chilometri di piste ciclabili (300 in totale), all’istituzione di altri 200 mila metri quadri di aree con limite a 30 kmh (500 mila in totale) e all’aumento di 550 punti di ricarica per auto elettriche (850 in totale). Quanto al presente avvelenato dallo smog, l’amministrazione dovrebbe spiegare come mai dopo 56 giorni di superamento dei limiti nel 2016 ancora non si intravede la volontà di applicare misure più drastiche di un inutile mezzo blocco domenicale del traffico e del suggerimento di abbassare il riscaldamento nelle abitazioni e nei negozi (in campagna elettorale si parlava di mezzi gratis).

Anche Beppe Sala sa che per “Fare Milano” ci sono giorni in cui bisogna entrare in sintonia con la sua storia e ieri era il 47esimo anniversario della strage di piazza Fontana. “Milano merita giustizia”, ha detto il sindaco davanti alla Banca Nazionale dell’Agricoltura. Poi ha fatto un’altra promessa: “Vi prometto la mia determinazione nel fare sì che non si perda la memoria. Nei luoghi di Milano dove alberga la memoria noi ci saremo, così come ci saremo accanto a chi lotta per la verità. Io sono sindaco di tutti i milanesi ma ancora di più adesso lo sono di chi è qui con me e rappresenta la bella Milano”. Perfetto. Anche in questo caso, da qui al 2021, non mancheranno opportuni momenti di verifica.

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