Non c’è tregua per Aleppo

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Assad: la Costituzione sarà emendata solo a conflitto finito, la ricostruzione della Siria sarà affidata a Paesi amici come Russia, Cina e Iran

È paralisi ad Aleppo Est da dove giungono notizie confuse, spesso non accurate, sulla situazione riguardante i civili vittime del conflitto e la mancata applicazione dell’intesa sul cessate il fuoco annunciata martedì dalla Russia. Ieri circa 5 mila miliziani jihadisti di al Nusra e di altre formazioni “ribelli” dovevano, con le loro famiglie, lasciare la città per aree della Siria che non sono controllate dalle truppe governative, in particolare la provincia di Idlib. Decine di autobus erano pronti a caricarli a bordo, si sono avvicinati all’ultima roccaforte degli oppositori ma dopo qualche ora si sono allontanati vuoti. I combattimenti perciò sono andati avanti con altre tragiche conseguenze per i civili che vivono nei 2,5 kmq della parte orientale della città che, fino a ieri sera, erano ancora nelle mani dell’opposizione. Secondo alcune fonti altri 50mila siriani potrebbero abbandonare le loro case o sarebbero sul punto di farlo. Accanto alla guerra vera si combatte anche una guerra mediatica, con gran parte dei media occidentali e di quelli appartenenti alle monarchie del Golfo, che riferiscono di esecuzioni sommarie e di massacri di civili che avrebbero compiuto le forze governative e le milizie sciite arrivate da Libano, Iran, Afghanistan e Pakistan. Informazioni che spesso sono originate da un’unica fonte, L’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), vicino all’opposizione siriana. Un alto responsabile dell’Onu Rupert Colville, ha detto che sei differenti fonti avrebbero confermato che 82 “non-combattenti” sarebbero stati uccisi dai governativi lunedì in quattro differenti quartieri, tra cui 11 donne e 13 bambini. Non è chiaro però se le fonti di Colville siano indipendenti o legate all’opposizione.

I media che condividono le ragioni di Damasco da parte loro negano che siano stati compiuti crimini sistematici a danno dei civili di Aleppo in questi ultimi giorni. E denunciano il silenzio della stampa regionale e internazionale sulle espressioni di gioia di tanti abitanti di Aleppo Est all’arrivo delle forze governative. Silenzio calato anche sulle uccisioni di civili siriani nella zona Ovest, presa di mira da lanci di razzi e colpi di mortaio dei jihadisti. La tv di stato siriana ieri ha riferito dei sei civili uccisi da razzi sparati su Aleppo Ovest. L’agenzia russa Interfax ha aggiunto che 6.000 civili siriani (tra questi 2.000 bambini) sono riusciti a trovare riparo fuori la città mentre 366 jihadisti avrebbero deposto le armi.

Incerte restano le cause della mancata applicazione dell’intesa per la fine delle ostilità. Secondo i media internazionali, le posizioni contrastanti di Russia, Siria e Iran avrebbero impedito l’applicazione della tregua e l’evacuazione dei miliziani dell’opposizione. Tehran, secondo al Jazeera, avrebbe richiesto la liberazione di alcuni prigionieri iraniani nelle mani dei jihadisti ad Idlib e la restituzione dei corpi degli iraniani uccisi negli ultimi combattimenti. L’Ondus invece afferma che a impedire il cessate il fuoco sarebbero state le forze armate governative e le milizie alleate, perché la Russia avrebbe negoziato la soluzione con la Turchia senza discuterne prima con il governo di Damasco. Diversa è la versione di Mosca che accusa le forze dell’opposizione di aver violato l’accordo. «Le opposizioni hanno ripreso le ostilità (ieri) all’alba cercando di penetrare nelle posizioni governative nel nord ovest della città» ha riferito il ministero della difesa russo. Dopo le intense consultazioni con Ankara sulla situazione ad Aleppo e in tutta la Siria, ieri Mosca ha avviato colloqui con l’Iran. I ministri degli esteri, Serghiei Lavrov e Javad Zarif, hanno avuto una lunga conversazione telefonica.

Torna ad intervenire pubblicamente anche Bashar Assad. Con una intervista a Russia Today, il presidente siriano che si è detto scettico sulla possibilità di uno stop ai combattimenti alla luce del comportamento delle formazioni jihadiste e ha dichiarato che «i Paesi occidentali vogliono la tregua ad Aleppo solo per salvare i terroristi». In un’altra intervista concessa alla tv di stato russa Rossia-24, Assad ha illustrato il futuro politico della Siria. «Qualsiasi proposta di introdurre degli emendamenti alla Costituzione – ha affermato – non può essere messa in atto in tempo di guerra perché per svolgere un referendum sono richieste altre condizioni». Quanto al processo di ricostruzione post bellico, il leader siriano ha annunciato che «la priorità verrà data ai paesi amici come la Russia, la Cina, l’Iran e altri». Il popolo siriano, ha aggiunto, «non consentirà l’accesso alle società di quei paesi che hanno avuto una posizione anti-siriana, si sono schierati contro l’integrità territoriale e hanno sostenuto il terrorismo». Quanto al presidente americano eletto Donald Trump, Assad si è detto convinto che potrebbe diventare un alleato di Damasco nella lotta al terrorismo se supererà le pressioni delle lobby.

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