Carrefour, il voucher sotto l’albero di Natale

Carrefour, il voucher sotto l’albero di Natale

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A colpi di voucher, l’ipermercato Carrefour sarà aperto a santo Stefano e a Capodanno. Spesa «garantita» anche se resteranno chiusi tutti gli altri negozi del grande centro commerciale di Marcon, 15 chilometri da Mestre con tanto di uscita autostradale dedicata.

Una scelta precisa della multinazionale francese che farà lo stesso a Portogruaro, sempre nel Veneziano, e a Thiene (Vicenza). È una sfida aperta alle catene dei supermarket concorrenti, ma soprattutto si manifesta la volontà di sfruttare al massimo tanto il decreto Passera del 2011 che liberalizza aperture e orari del commercio, quanto le «nuove opportunità» offerte dal Jobs Act.

Il sindaco di Marcon allarga le braccia: «Scelta che non condivido. Ho solo potuto sincerarmi che nessun lavoratore sia stato obbligato a lavorare in quelle due giornate festive» commenta Andrea Follini, 48 anni, socialista, alla guida del centrosinistra.

Ma Carrefour è pronta a far cassa perfino fra le transenne di sicurezza intorno alle altre attività commerciali: un «servizio importante e richiesto dai clienti» recita il comunicato ufficiale, che evidenzia «l’assoluta volontarietà» dei dipendenti chiamati a coprire due volte i turni «super-festivi». A Marcon da ben sei anni è in vigore il contratto di solidarietà, tuttavia l’aggiornamento della flessibilità introdotta dal governo Renzi permette di giocare la carta del voucher in versione natalizia.

Conferma Roberta Gatto della Filcams Cgil: «Carrefour potrà alzare le serrande a santo Stefano e Capodanno quasi solamente grazie al lavoro di chi viene pagato così: i voucheristi, naturalmente, non se la sentono di rifiutare la chiamata aziendale per non compromettere quelle successive. Come sindacato, invitiamo la clientela a non fare la spesa nelle date in questione. Una decisione scellerata che porterà a metter davanti ai valori della famiglia il dio denaro».
Si apre, tuttavia, una vertenza non trascurabile. Riguarda gli addetti alle pulizie che in base al contratto devono rispondere alla richiesta delle cooperative. Di qui lo stato di agitazione e lo sciopero proclamati dai sindacati confederali e dai Cobas, che consentiranno ai lavoratori (soprattutto donne) di poter restare a casa…

Il «caso Marcon» riapre, dunque, la partita doppia degli interessi commerciali e dei diritti legati alle festività. Tanto più che a Nord Est la polemica infuria da anni. In Veneto, il marchio Alì di Francesco Canella ha preventivamente sposato il rispetto del Natale (anche cristiano…). Ma in Friuli, grazie alla legge autonomista che prevede lo status di Comune turistico, sono già 8 i municipi che invocano la deroga agli obblighi di chiusura festiva.

A Verona fece scandalo nel Natale 2005 l’invasione di Upim di via Mazzini «normalmente» in attività. Ora tocca a Padova, dove le 22 commesse del nuovissimo mega-spaccio di dolciumi Ods nella centralissima piazza Garibaldi saranno regolarmente al lavoro dalle 8.30 fino alle 12.30.

«Una vera e propria barbarie contro la dignità delle persone, che già con le aperture domenicali fanno fatica a conciliare la vita lavorativa con quella affettiva e familiare» scrivevano i segretari generali veneti di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, Emilio Viafora, Maurizia Rizzoe Luigino Boscaro nella lettera spedita in anticipo al patriarca di Venezia monsignor Moraglia, al governatore Luca Zaia e alla presidente di Anci Veneto Maria Rosa Pavanello. «Non è certo un bel segnale per l’insieme della società veneta, e soprattutto per le nuove generazioni, che il consumo diventi il centro della vita delle persone e che valori fondanti, a partire da quelli di poter vivere le feste natalizie con i propri cari, possano essere cancellati in nome del profitto».

Risultato? A gennaio, l’assessore regionale al commercio Roberto Marcato convocherà un «tavolo etico» per concertare una soluzione in grado di arginare gli effetti dell’azzeramento del calendario e della totale liberalizzazione negli orari introdotta dal governo Monti.

Intanto, si infrange anche il tabù di Capodanno. «Non era accaduto, a memoria, che un ipermercato fosse aperto il 1 gennaio. Credo sia ora di aprire una nuova riflessione, almeno perché sembra inutile che nei giorni festivi lavorino quattro supermarket nel raggio di pochi chilometri» dichiara Massimo Zanon, presidente regionale di Confcommercio.
E se Carrefour, a colpi di voucher, apre un nuovo fronte, il commissario che governa Padova dopo la caduta del sindaco leghista Massimo Bitonci si ritrova alle prese con un ginepraio. Perfino a Natale la spesa continua ai punti vendita Despar della stazione e dell’Arcella, come al Conad Superstore appena inaugurato. Nella cintura urbana, costellata di centri commerciali, si procede a macchia di leopardo per l’intero arco delle festività. Tutto ruota intorno alla «disponibilità» dei dipendenti: in teoria, non basta aver fatto sottoscrivere l’obbligo al lavoro festivo. Grazie al «pacchetto flessibile» del ministro Poletti tutte le serrande si possono alzare a piacimento. Come dimostra Marcon…

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