ABI: «Banche salvate, fuori i nomi dei debitori»

ABI: «Banche salvate, fuori i nomi dei debitori»

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ROMA Interesse collettivo contro il diritto alla riservatezza dei singoli. Per ora vige la ferrea regola a tutela e protezione dei dati personali dei soggetti titolari di un debito bancario. Il Garante per la privacy e un corredo di norme assicurano il rispetto dei dati riservati e della dignità personale del debitore, anche quando si rivela un pessimo debitore concorrendo al dissesto della banca che gli ha prestato i soldi. Caso di attualità, visti gli innumerevoli interventi di salvataggio di istituti imbottiti di incagli e di crediti irrecuperabili. Ma se le banche sono salvate utilizzando soldi pubblici il velo di riservatezza sui nomi dei principali debitori potrebbe essere levato. A chiedere l’eccezione è il presidente dell’Abi Antonio Patuelli. Vale ricordare che, oltre a presiedere l’Associazione bancaria italiana, Patuelli è stato in due lontane legislature deputato del Partito Liberale, poi sottosegretario alla Difesa nel governo Ciampi e da più di 20 anni è alla presidenza della Cassa di Risparmio di Ravenna. All’uomo, insomma, non fa difetto il fiuto per comprendere che la politica potrebbe decidere di valutare un intervento e allargare le maglie in materia di tutela della privacy. «Chiedo a titolo personale che siano resi noti i primi 100 debitori insolventi delle banche salvate. E per farlo, penso al varo di una norma di legge sia per le banche risolute sia per quelle preventivamente salvate dallo Stato – dice Patuelli in un’intervista al Mattino – bisognerebbe cioè fare un’eccezione alle attuali regole della privacy, proprio alla luce del fatto che si tratta di banche nelle quali sul piano della risoluzione o del salvataggio preventivo è intervenuto lo Stato o le altre banche e i risparmiatori». Una netta presa di posizione che trova sponda, per esempio, nella Lega Nord. «È giusto che siano resi noti i nomi di chi ha sottratto soldi ai risparmiatori», spiega Massimiliano Fedriga, presidente della Lega alla Camera. Tanto che con la riapertura dei lavori parlamentari il partito di Salvini intende presentare una «proposta di legge e tutti gli emendamenti necessari per rendere pubblici i grandi debitori insolventi delle banche». La tentazione di configurare l’operazione come compilazione di liste di proscrizione viene stoppata sul nascere dallo stesso Patuelli, che prova a spiegarne le ragioni e il valore etico. «Una norma come quella proposta farebbe più chiarezza e contribuirebbe anche a evidenziare più facilmente i casi di violazione della mendacio bancario, che si verifica quando qualcuno prende in prestito dei quattrini, raccontando cose false alla banca», argomenta il presidente dell’Abi per il quale «se si chiede solidarietà pubblica non ci può essere la solidarietà degli altri e il vecchio segreto bancario».

Nel frattempo oggi sarà una giornata cruciale. Stamattina si riuniscono i board di Veneto Banca e di Pop Vicenza per approvare le offerte di transazione con i soci. Una volta chiuso il capitolo transazione, entro fine gennaio dovranno presentare il progetto per la fusione. Sempre oggi per scade il termine per le controfferte per Banca Etruria, Banca delle Marche, CariChieti e CariFerrara. E a metà settimana si terrà l’incontro a Roma tra i vertici di Mps e il ministero dell’Economia.

Andrea Ducci



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