Nuove proteste dei tassisti contro Uber e auto a noleggio

by Rachele Gonnelli, il manifesto | 17 Febbraio 2017 9:43

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Grande è la confusione sotto il cielo delle città per quanto riguarda i taxi, le auto a noleggio e i conducenti Uber e ieri, giorno dello sciopero, a tratti furioso, dei tassisti questa confusione si è trasformata in un plastico guazzabuglio, anche politico.

A scatenare la rabbia dei tassisti, con blocchi dei servizi radiotaxi da Milano a Torino e da Firenze a Roma, pochissime vetture a sfidare le minacce ai «crumiri» a Fiumicino (è intervenuto il garante degli scioperi) e presidi di auto bianche sotto il Senato e sotto i municipi delle grandi città, è stato il decreto Milleproroghe passato ieri all’approvazione di Palazzo Madama e ora in attesa di analogo iter alla Camera.

NEL MILLEPROROGHE, provvedimento omnibus che si occupa dei più svariati argomenti, è inserita non già una norma ma una non-norma, cioè una sospensiva, l’ennesima per la verità, ad un decreto vecchio di otto anni – in sigla il 21-1 quater – che tentava di regolamentare tutto il comparto del noleggio auto con conducente. L’emendamento a firma di Linda Lanzillotta è di fatto una proroga «integrale» della sospensiva già in vigore fino all’inizio del 2017. Chiarisce cioè che quel decreto del 2008, passato da un Milleproroghe all’altro e sempre sospeso, di fatto non è mai entrato in vigore.

PRONTI A BRINDARE gli Ncc, gli autisti delle macchine nere con i vetri oscurati che fanno servizi di «noleggio auto con conducente», figura prevista dalla legge 21 del 1992 ma che negli ultimi 25 anni ha subito una metamorfosi ancora non regolamentata. Arrabbiati neri, i tassisti della auto bianche, sia autonomi che membri delle cooperative radiotaxi, che vedono nella nuova sospensiva «integrale» la volontà del governo di liberalizzare il settore e di fatto rendere la vita più facile a chi lavora per Uber, il colosso mondiale del trasporto privato attraverso una App sugli smartphone, che insidia – come elemento di deregolamentazione prima ancora che come concorrenza diretta su strada – dei taxi.

Pietro Salvi, sindacalista degli Ncc, spiega che l’emendamento Lanzillotta di fatto «fotografa l’esistente, non liberalizza». Salvi ricorda come il decreto sospeso fu fatto passate «di notte da Gasparri e sotto pressione di Alemanno», per blandire la potente corporazione dei tassisti romani. Ieri a difendere la categoria un fronte politico molto più disomogeneo: da Forza Italia al deputato di Sinistra italiana Stefano Fassina.

UBER è ciò che otto anni fa non c’era e che ha confuso le carte. Per alcuni (Fassina) è la nuova frontiera dello sfruttamento del lavoro, per altri è la prima linea del nuovo mondo «moderno» dei lavori su piattaforma, pagati direttamente dall’utente senza passaggio di banconote, con moneta esclusivamente elettronica, e quindi con un «committente» evanescente, nascosto dietro un algoritmo o dietro una simpatica applicazione per cellulare.

In Italia una sentenza del Tribunale di Milano ha proibito UberPop, il servizio che utilizza auto di privati. In sordina però in alcune città – Roma, Milano, Firenze e poche altre – è attivato il servizio UberBlack. Si chiama così perché le vetture impiegate, di tre categorie e tariffe, tutte di grossa cilindrata, sono nere e con i vetri oscurati, del tutto simili a quelle con la sigla Ncc. E spesso con gli stessi driver, i noleggiatori delle grandi rimesse romane, che come doppio lavoro, magari di notte, nelle giornate di pioggia dove è più forte la domanda su strada, o quando gli altri scioperano come ieri, si trasformano in «clienti» Uber.

I VIGILI ROMANI sono gli unici in Italia a essersi posti il problema di controllare, o almeno stimare in termini quatitativi, il nuovo fenomeno delle auto Uber. Ma, dicono, «non ci danno gli strumenti, non possiamo neanche accedere alla App». La sospensiva procrastinata ieri toglie loro l’unica arma di controllo: la partenza del servizio di noleggio-auto unicamente dalla rimessa autorizzata dalla licenza comunale.

Ora il noleggiatore avrà la possibilità di soddisfare anche un pacchetto di prenotazioni settimanale, mensile, pluriannuale. E il caos, anche nelle sentenze d’appello per le revoche delle licenze, non migliorerà.

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