Tassisti, il governo cede: presto un decreto
ROMA. La sesta giornata di mobilitazione dei tassisti contro l’emendamento Lanzillotta-Cociancich al decreto Milleproroghe che liberalizza il noleggio con conducente è iniziata alle otto del mattino, a piazza Montecitorio. La mobilitazione si è unita a quella degli ambulanti che protestano contro la direttiva Bolkestein. Si è fatta subito rumorosa, al punto che la presidente della Camera Boldrini ha detto di avere sentito l’esplosione di sei bombe carta. Il corteo dei tassisti, giunti da tutto il paese dopo ore di viaggio, si è spostato verso la sede del Pd al largo del Nazareno. Bloccati da un cordone di polizia, nella ressa sono spuntati saluti fascisti. La tensione è salita, la polizia ha caricato. Due sono stati i feriti con trauma cranico provocato dai manganelli. E quattro i fermati, tra cui due esponenti di Forza nuova e un uomo ripreso in una foto armato di tirapugni mentre infierisce su un uomo a terra. Per la questura di Roma si tratterebbe di un esponente di estrema destra.
LA MANIFESTAZIONE è continuata a Porta Pia, dove i tassisti hanno assediato il ministero dei traporti in un migliaio decisi a contrastare lo slittamento al 31 dicembre della stretta sui noleggi con conducente in cui si può infilare anche l’applicazione Uber Black. Ventuno sigle sindacali hanno incontrato il ministro dei trasporti Delrio e quello dello Sviluppo Calenda. In tarda serata la mediazione: il governo si è impegnato a emanare entro un mese un decreto ministeriale che supera l’emendamento Lanzillotta. La proposta è stata letta alla piazza che ha atteso il risultato dell’incontro. Le sigle hanno firmato un verbale di intesa e sottoporranno l’accordo ai loro iscritti entro il termine stabilito.
OGGI SI VOTERÀ il Milleproroghe. Per gli ambulanti l’entrata in vigore della direttiva Bolkenstein dovrebbe slittare al 2018. La sindaca di Roma Virginia Raggi ha solidarizzato con i tassisti a piazza Venezia ed è stata accusata di simpatizzare con i «violenti». Accusa respinta dall’interessante e da Luigi Di Maio (M5S). «L’emendamento porterebbe a una liberalizzazione del noleggio con conducente e non sarebbe più vincolato al rispetto della territorialità. Siamo con voi».
BEPPE GRILLO ha mostrato yun altro aspetto del «populismo digitale» del suo movimento. Ha proposto di inserire una App a bordo delle loro vetture. Il software l’ha studiato lui stesso e ha detto di volerlo mettere a disposizione della corporazione per «fare un’esperienza di conoscenza della città». M5S si propone come mediatore informatico al posto di Uber. Per questo Grillo ieri si è guadagnato il premio «una App per il popolo».
LA DESTRA, con Alemanno, non ha voluto essere da meno, come Matteo Salvini della Lega Nord. tutti schierati per i tassisti. Dall’altra parte dello spettro politico anche Stefano Fassina sostiene le loro ragioni. Sono «inaccettabili i saluti fascisti, come sono inaccettabili le cariche della polizia» ha detto Fassina. La lotta dei tassisti è contro il mercato «giungla della svalutazione del lavoro. Il lavoro autonomo va salvato dalla deriva regressiva sempre più insostenibile». Anche i sindacati hanno condannato le «violenze». Per Susanna Camusso (Cgil) «le rivendicazioni dei tassisti sono giuste, ma la protesta si è prestata a strumentalizzazioni politiche».
IL FRONTE DEL SOSTEGNO alla protesta è diventato, nel corso della giornata, così ampio e trasversale che non si è più capito chi abbia votato l’emendamento contestato. Anche dalla maggioranza sono arrivate voci critiche. Walter Verini, capogruppo Pd alla commissione giustizia alla Camera ha riconosciuto che non basta un emendamento per risolvere il problema del rapporto taxi-Uber. Serve una legge, sostiene Verini. Considerate le condizioni in cui si trova oggi il suo governo, è dubbio che possa arrivare. È bastato molto meno per farlo entrare in fibrillazione.
AL MINISTRO DELL’ECONOMIA Padoan è toccato l’ingrato compito di riaffermare le ragioni delle liberalizzazioni. Per Padoan «la concorrenza nel settore dei servizi aumenta la capacità di crescita. Certo, bisogna farlo garantendo una transizione dolce e soffice ai settori che vengono interessati dalle privatizzazioni». Considerate le reazioni, corporative e non solo, scatenate da una possibile liberalizzazione è difficile immaginare in cosa consista una transizione «dolce e soffice».
VA RICORDATO che l’invisa «liberalizzazione» riguarda il segmento delle auto a noleggio e non UberPop – la piattaforma che permette a chiunque di fare il tassista con la propria macchina. Se introdotto, come negli Stati Uniti, produrrebbe davvero un effetto «dirompente» sul settore scatenando una guerra tra i poveri che lavorano e il ceto medio impoverito. Tuttavia tre anni fa l’applicazione è stata dichiarata illegale dal tribunale di Milano.
***Intervista. Tiziana Terranova: «Quando il capo è una piattaforma digitale che governa il lavoro»
Intervista a Tiziana Terranova, tra le più apprezzate ricercatrici sulle culture digitali a livello internazionale, a partire dalle proteste dei tassisti contro la liberalizzazione delle auto a noleggio. “Il loro timore non è solo quello di una concorrenza sleale praticata attraverso l’applicazione Uber Black. Hanno capito che dietro Uber c’è un modello di governo della vita che, in un modo o nell’altro, vuole diventare egemonico”. Le piattaforme valutano e classificano ogni mercato e sono presenti anche nella scuola italiana”
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