Fortezza Ungheria: «Profughi rinchiusi nei campi»
Il provvedimento era nell’aria ma per renderlo ufficiale, e quindi operativo, mancava solo il via libera del parlamento. Puntuali e rispettosi della volontà del premier Viktor Orban, i parlamentari ungheresi hanno dato ieri il via libera a maggioranza (138 voi a favore, 6 contrari e 22 astenuti) alla nuova legge che introduce la possibilità di detenere i richiedenti asilo in campi speciali circondati da filo spinato e situati lungo i confini meridionali del Paese, detenzione che potrà durare il tempo necessarie per le esaminare le richieste di asilo. ««Siamo sotto assedio. La tregua dei flussi è solo temporanea e dobbiamo proteggerci», ha spiegato Orban, che ha giustificato le nuove misure come un mezzo per mettere al riparo l’Ungheria da possibili attacchi come quelli già avvenuti in Europa. «L’immigrazione è il cavallo di Troia del terrorismo» ha aggiunto. Misure simili, che prevedevano a detenzione dei richiedenti asilo, erano già state adottate nel 2003 in Ungheria, salvo poi essere ritirate in seguito alle pressioni esercitate dall’Unione europea e dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr). Oggi Budapest appare invece determinata a proseguire su questa strada, nonostante le critiche già arrivate alle autorità di Budapest dalle principali organizzazioni internazionali, preoccupate per le conseguenze che potranno avere su persone il cui stato non solo fisico, ma anche psicologico è già stato messo a dura prova. Per l’Alto commissariato Onu per i rifugiati, Unhcr, «con questa nuova legge l’Ungheria viola gli obblighi internazionali e comunitari», mentre Amnesty International ha definito «inaccettabile» il provvedimento.
NEI PIANI del governo Orban è prevista la costruzione di quattro campi lungo le frontiere con Serbia e la Croazia. Circondato da barriera con filo spinato, il primo campo è già stato allestito al valico di Kelebija. I migranti sono alloggiati all’interno di camper disposti a schiera e sorvegliati da soldati e agenti di polizia. Nei campi, definiti «zone di transito» dal governo, verranno trasferiti sia i profughi entrati in Ungheria negli anni passati, che i nuovi arrivati. Per tutti vige il divieto assoluto di uscire, misura in palese contrasto con quanto previsto dal diritto internazionale e dall’Unione europea, che consentono la detenzione di rifugiati e richiedenti asilo solo sulla base di un numero limitato di ragioni e solo se ritenuta necessaria, ragionevole e adeguata. Condizioni tutte vanificate ieri dal voto del parlamento ungherese che apre così la strada a una repressione indiscriminata. Cosa che però non preoccupa il leader nazionalista. «So bene che stiamo adottando una misura contro L’Unione europea», ha ammesso ieri Orban.
FORSE nei prossimi giorni da Bruxelles arriveranno critiche all’ennesimo giro di vite messo in atto dall’Ungheria, ma anche l’Unione europea si prepara a varare nuovi e più dure misure contro i migranti. Il Consiglio europeo di domani e venerdì dovrebbe infatti dare il via libera al piano messo a punto dalla Commissione Ue in cui si invitano gli stati membri a rinchiudere in appositi campi i migranti che si sono visti respingere la domanda di asilo, nonché a intensificare i rimpatri degli irregolari. E’ stato calcolato che potrebbero essere più di un milione coloro destinati a essere rimpatriati. Come se non bastasse, ieri la Corte Ue ha emesso una sentenza in qualche modo storica stabilendo che «gli Stati membri non sono tenuti, in forza del diritto dell’Unione, a concedere un visto umanitario» ai profughi che «intendono recarsi nel loro territorio con l’intenzione di chiedere asilo, ma restano liberi di farlo sulla base del rispettivo diritto nazionale». Per la Corte, infatti, «il diritto Ue stabilisce solo le procedure e i requisiti per il rilascio dei visti di transito o per soggiorni previsti sul territorio degli Stati membri della durata massima di 90 giorni».
LE NUOVE MISURE adottate da Budapest adesso allarmano quanti in Europa si battono per il rispetto dei diritti di quanti fuggono da guerre e miseria,. «Metter tutti i profughi e i migranti in container non è una politica sui profughi, è evitare di averne una», è scritto in una nota diffusa da Amnesty International. L’organizzazione sollecita anche l’Ue a «dimostrare all’Ungheria che tali misure illegali e profondamente inumane hanno conseguenze». La norma «viola gli impegni dell’Ungheria nel rispetto del diritto internazionale e le norme dell’Unione europea», ha commentato invece da Ginevra Cécile Pouilly, portavoce dell’Unhcr.
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