Sky Italia, Papa Francesco con i lavoratori

Sky Italia, Papa Francesco con i lavoratori

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Un centinaio di lavoratori di Sky Italia hanno partecipato all’udienza generale di papa Francesco in Piazza San Pietro insieme ad altre 12 mila persone. Hanno incassato il sostegno del pontefice nella complessa trattativa sui 94 esuberi e 378 trasferimenti da Roma a Milano – il 70% della forza lavoro di Roma – annunciati dalla pay Tv satellitare nell’ambito di una riorganizzazione aziendale. Francesco ha rivolto «un pensiero speciale» alla rappresentanza dei lavoratori e ha auspicato «che la loro situazione lavorativa possa trovare una rapida soluzione, nel rispetto dei diritti di tutti, specialmente delle famiglie». «Il lavoro – ha aggiunto – ci dà dignità, e i responsabili dei popoli, i dirigenti, hanno l’obbligo di fare di tutto perché ogni uomo e ogni donna possa lavorare e così avere la fronte alta, guardare in faccia gli altri, con dignità. Chi per manovre economiche, per fare negoziati non del tutto chiari chiude fabbriche, chiude imprese e toglie il lavoro agli uomini, questa persona fa un peccato gravissimo».

Oltre alla solidarietà ai lavoratori e alle loro famiglie, Francesco ha indicato chiaramente la situazione di Sky. Lo snodo italiano del network ha registrato nel primo semestre dell’esercizio 2016-2017 profitti operativi pari a 70 milioni di sterline: +141% rispetto ai 29 milioni conseguiti nello stesso periodo dell’anno precedente. In generale il gruppo ha registrato 6,4 miliardi di sterline di ricavi, in crescita del 12%, anche se i profitti operativi sono diminuiti del 9%, 679 milioni, a causa di un aumento di 314 milioni di sterline per i diritti sulla Premier League. I ricavi italiani sono aumentati del 9% a 1,236 miliardi di sterline, una crescita del 4% senza considerare la vendita dei diritti per le Olimpiadi di Rio. In questo quadro i clienti sono cresciuti di 67 mila unità.

Numeri che rivelano un’azienda più che in salute e che tuttavia sceglie di risparmiare sul costo del lavoro e di riaggregare la presenza della forza lavoro nell’hub di Milano Santa Giulia. Tagli e riorganizzazione riguarderanno tutte le sedi italiane e estere. Per restare all’Italia, oltre a Roma, ci saranno cambiamenti a Milano, dove si parla di un esubero complessivo di circa 80 lavoratori, e a Cagliari dov’è previsto il trasferimento di 10 persone a Milano. Oltre ai giornalisti, e ai tecnici, sono interessate le direzioni aziendali (Direzione IT e tecnologia), le direzioni commerciali a presidio del territorio e le funzioni di staff e la struttura di SkyTG24. Quest’ultima sarà trasferita a Milano, mentre a Roma saranno mantenute la redazione politica e quella del Centro Italia in una zona centrale vicina ai palazzi della politica.

Per Stampa Romana resta «incredibile che un’azienda che produce utili in costante e forte crescita e che fa un investimento sull’informazione di 30 milioni di euro (7 a Roma) chiuda questa operazione con duecento esuberi, al di fuori delle procedure di legge, e con l’impoverimento del tessuto produttivo della Capitale». Le parole di papa Francesco «non restino vane» ha aggiunto il segretario Lazzaro Pappagallo. Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e il presidente della Fnsi, sono tornati nuovamente a fare appello alle istituzioni locali e al governo « che non possono limitarsi a prendere atto delle volontà delle proprietà». A quanto è dato di sapere, oggi, nessuna delle parti tuttavia si è attivata, e coordinata, per affrontare di petto la situazione.

Fino ad oggi sono state due le giornate di sciopero di giornalisti e lavoratori contro il piano di Sky Italia. Un’altra giornata di astensione era stata annunciata dai sindacati per domani ma, a seguito di un incontro con i vertici dell’azienda avvenuto ieri, l’agitazione sembra essere rientrata. Giovedì 23 marzo è previsto un nuovo incontro. Quel giorno l’azienda dovrebbe presentare una proposta organica di piano industriale. Fino ad oggi, i sindacati hanno lamentato l’assenza di un piano scritto che mettesse, nero su bianco, i numeri e le prospettive.

La richiesta di un vero e proprio piano industriale, e non di una brochure patinata, era stata avanzata dai sindacati: «Sarebbe opportuno – ha detto segreteria generale di Slc Cigl Cinzia Maiolini che l’azienda, magari nella persona del suo Ad Andrea Zappia, illustrasse alle parti sociali un piano industriale». Alle richieste di una contrattazione collettiva, e di tutele, i vertici dell’azienda avevano risposto con la favoletta renziana sull’Iphone e il gettone. I sindacati sono vecchi, il capitale è «innovativo». I sindacati temono l’introduzione di pratiche di contrattazione individuale per dividere il fronte e i singoli. E non è detto che questo possa accadere.

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