Voucher, la Camera abroga, ma ora c’è il rischio «mini-jobs»

by redazione | 7 Aprile 2017 9:23

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Poletti: «Stiamo facendo approfondimenti. Come risolveremo il problema è un elemento in discussione». Ap: «La Cgil ricatta il governo». Camusso: «Fate attenzione alle parole che usate»

Sui voucher il primo round è andato alla Cgil. Ieri la Camera ha approvato con 232 voti a favore (52 contrari e 68 astenuti) il disegno di legge che abroga i “buoni lavoro” e modifica la responsabilità solidale sugli appalti. Un’iniziativa presa dal governo Gentiloni per non affrontare il rodeo di una nuova contesa referendaria come quella del 4 dicembre che ha spazzato via Renzi da Palazzo Chigi ed evitare al Pd un nuovo rovescio prima delle elezioni amministrative a giugno e delle politiche del 2018.

IL SENATO dovrebbe approvare il testo, senza modifiche, entro pochi giorni per evitare il referendum Cgil fissato per il 28 maggio. Il Dl approvato non propone alternative e si limita a prevedere una disciplina transitoria sui voucher fino al 31 dicembre. Nel frattempo l’Inps continuerà ad emettere voucher, limitandoli al lavoro di baby sitting.

SUGLI APPALTI è stata eliminata la possibilità di derogare al principio della responsabilità solidale tra committente e appaltatore nei contratti collettivi. Il lavoratore potrà intentare l’azione esecutiva, per ottenere la propria retribuzione, rivolgendosi direttamente al committente invece di dover passare prima per l’appaltatore o il subappaltatore.

ENTRO IL 15 MAGGIO dovrebbe arrivare la legge che metterà una parola definitiva sull’alternativa ai voucher. Sui contenuti di questa legge, per il momento, non c’è certezza. Il secondo round dello scontro è animato dagli alfaniani di Alternativa Popolare, impegnati in una battaglia di sopravvivenza elettorale contro la Cgil e gli scissionisti del Pd, l’Mdp capitanato da Bersani che continua a sostenere il governo Gentiloni. Ieri, dopo un incontro con il premier, il capogruppo Ap Maurizio Lupi ha assicurato che Gentiloni sostiene le proposte del suo partito: liberalizzazione del lavoro a chiamata, creazione dei mini-jobs e bonus alle famiglie che sostituiranno i voucher.

LE CERTEZZE DI LUPI andranno verificate perché, se adottate in questa o altre forme, le soluzioni di Ap implicherebbero un’intensificazione del precariato, già devastante, all’intero lavoro occasionale, e non più ai soli voucheristi. Una dichiarazione di guerra in clima pre-elettorale e con un governo ridotto all’ombra di se stesso. Proprio quello che il Pd, con Renzi in testa, cerca di evitare. Per di più in un clima arroventato dal fuoco di paglia acceso dalla vicenda Torrisi – l’alfaniano eletto alla presidenza della commissione affari istituzionali del Senato alle spalle del Pd-Ap e liquidato con un «Amen» dal capo del suo partito – la contesa sui voucher sembra al momento minore, ma è di sostanza.

IL NERVOSISMO spinge gli alfaniani ad attaccare la Cgil che incalza il governo e ieri ha organizzato un presidio a Montecitorio. «Il sindacato ricatta l’esecutivo» questa è la tesi del ministro degli esteri Angelino Alfano: «Un’ accusa che non ci fa particolare impressione – ha replicato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso – Bisogna fare attenzione alle parole. Se qualcuno pensa che raccogliere tre milioni di firme significa ricattare, allora si mette a rischio il funzionamento della democrazia. Abbiamo apprezzato la scelta del decreto, ma non avevamo paura di votare. Semmai, sono altri ad avere paura di votare. Non di certo noi».

LA PARTITA RESTA insidiosa. Dietro l’angolo si nasconde lo spettro di una vittoria di Pirro. Il ministro del Lavoro Poletti, che ha aperto al confronto con le parti sociali, insieme a Gentiloni potrebbero in effetti cedere agli strepiti degli alfaniani invece di tapparsi le orecchie e adottare una modesta misura «mista» che regoli il lavoro occasionale per le famiglie e per le imprese. E gli altri sindacati potrebbero aprire ai mini-jobs alla tedesca, proprio quelli che invece il candidato Spd Martin Schultz vuole ridimensionare. «Non c è nessuna notizia ufficiale – ha detto Carmelo Barbagallo (Uil) – Nel caso comunque valuteremo qualità, quantità e platea dell’intervento».

«SIAMO PRUDENTI, non sospettosi – ha aggiunto Camusso – Siamo coerenti con le nostre proposte e fino alla legge è ancora tutto aperto. Il dibattito politico è aperto sulla reintroduzione dei voucher. Il lavoro occasionale esiste, ma non tutto il lavoro è occasionale e allora deve essere strutturato. È una leggenda metropolitana che ora senza voucher aumenta il lavoro nero».

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