Senza vaccinazioni niente scuola materna. Dai 6 anni maxi-multe

by Adriana Pollice, il manifesto | 20 Maggio 2017 8:26

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«Evitiamo casini anziché crearli» aveva detto Matteo Renzi, la scorsa settimana, nella prima cabina di regia Pd-governo, proprio mentre le ministre Beatrice Lorenzin e Valeria Fedeli litigavano sul decreto vaccini, uno dei temi preferiti dal segretario dem per dare battaglia contro i 5 Stelle.

Alla fine ci aveva messo una pezza il premier Paolo Gentiloni, promettendo l’approvazione del decreto il 19 maggio.

Ieri il dl è andato in porto, nonostante la frattura tra dicastero della Salute e dell’Istruzione sia rimasta fino a poche ore dal consiglio dei ministri. Gentiloni e Maria Elena Boschi hanno trovato la sintesi in un pre-consiglio ristretto: l’ha spuntata Fedeli (obbligo di vaccinazione altrimenti niente scuola fino a 6 anni anziché 10) ma le luci della ribalta sono state lasciate a Lorenzin.

Renzi via social ha però ricordato che si tratta di una battaglia sua («è un passo in avanti nella giusta direzione») per poi fare un appello agli amministratori 5S: «Conosciamo le posizioni assurde di Grillo. Schieratevi dalla parte della scienza, non dalla parte degli apprendisti stregoni». Boschi aveva già messo in chiaro: «Abbiamo lavorato senza sosta su alcuni provvedimenti che vengono dai #MilleGiorni e che adesso il governo sta attuando».

Alle nuove disposizioni, che varranno dal prossimo settembre, si dovranno attenere le regioni che, fino a ora, sono andate in ordine sparso: da zero a 6 anni (nidi e materna) è previsto l’obbligo di vaccinazione pena l’impossibilità di iscriversi a scuola, da 6 a 16 anni bisogna presentare il certificato delle vaccinazioni effettuate o attestare di essere in lista di attesa.

Se la famiglia non ottempera, il direttore scolastico effettua la segnalazione all’Asl (pena incorrere in procedure penali), l’Asl deve chiamare la famiglia dando un termine per mettersi in regola.

Se la famiglia non procede, l’Asl segnala al Tribunale dei minorenni per valutare la sospensione della potestà genitoriale e, comunque, si applicano sanzioni ben maggiori di quelli già esistenti. Saranno modulate sul reddito familiare (su questo ha insistito il ministro Andrea Orlando): ad esempio, per la polio la sanzione sale da 150 a 1.500 euro; i 258 euro dell’epatite B aumentano tra i 2.580 e i 7.740.

Resta da verificare se le Asl saranno in grado di reggere l’impegno, soprattutto nelle regioni commissariate per i debiti del comparto sanitario. Le vaccinazioni obbligatorie diventano 12 e saranno gratuite attraverso il Piano nazionale vaccini: poliomielite, difterite, tetano, epatite B, pertosse, morbillo, rosolia, parotite, varicella, influenza tipo B, meningococco B e C.

Il provvedimento è stato approvato «salvo intese», in modo da avere spazio per modifiche: «A noi interessa l’effetto gregge – ha affermato Lorenzin – Il dirigente scolastico deve monitorare che la copertura vaccinale non scenda sotto il 95%. Qualora dovessi ravvisare una situazione di allarme, ho potere di intervento che non ho timore a esercitare.Fake news e campagne no vax ci hanno spinto ad agire».

Sul punto è intervenuto anche Gentiloni: «Il diffondersi di teorie antiscientifiche ha provocato un abbassamento dei livelli di protezione. Non si tratta di uno stato di emergenza ma di una preoccupazione». In sede di conversione, in parlamento, sarà valutata la possibilità di sanzionare chi diffonde teorie antivacciniste e potrebbe essere esteso l’obbligo agli operatori sanitari.

Soddisfatti anche gli altri ministri, a cominciare dalla stessa Fedeli. Sul piede di guerra il Codacons che minaccia di impugnare il decreto, giudicato anticostituzionale. Il deputato renziano Ernesto Carboni fa partire l’artiglieria via twitter: «Il governo in difesa salute italiani. M5s e Raggi proseguono invece battaglia antivaccini».

Le prime critiche al decreto non arrivano dal Movimento 5 Stelle ma da un esponente di Mdp, il deputato Adriano Zaccagnini, eletto con i 5 Stelle: «Lorenzin ha forzato la mano – commenta -, meno campagna elettorale e più trasparenza: dovevano essere forniti i dati della farmacovigilanza. Credo che questa decisione sia legata a quello che è accaduto due anni fa, quando Renzi chiamò le case farmaceutiche a investire in Italia e l’anno dopo venne fatto un investimento importante solo per l’acquisto e non per la ricerca».

Nel pomeriggio la replica dei 5 Stelle con Luigi Di Maio: «Noi siamo per la massima copertura vaccinale, quindi ben venga se il decreto mira a dare la massima copertura».

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