Voucher blindati, il governo vuole la fiducia

by Antonio Sciotto, il manifesto | 31 Maggio 2017 9:52

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 La Cgil prepara la manifestazione del 17 giugno a San Giovanni. Il ministro Poletti: «Sono diversi da quelli abrogati»

La «manovrina», dove sono state inzeppate norme un po’ su tutto – dalle slot machine alle nuove regole sui direttori dei musei – è in votazione alla Camera e il governo ha posto la fiducia. L’approvazione definitiva è prevista per domani, poi si passerà al ben più arduo scoglio del Senato, dove la maggioranza ha numeri molto più risicati. Mdp ha già dichiarato che non darà il suo Sì in quanto nel provvedimento è stata inclusa la reintroduzione dei voucher per le famiglie e le imprese.

ALL’APPELLO DELLA Cgil al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – rilanciato ieri da una intervista della segretaria Susanna Camusso al manifesto – si è aggiunto quello di Sinistra Italiana-Possibile. Il gruppo parlamentare ha scritto una lettera al Quirinale per chiedere «lo stralcio della norma sui voucher» introdotta via emendamento nel corso dell’esame della «manovrina» in Commissione Bilancio la scorsa settimana. Emendamento – vale la pena ricordarlo – che è frutto di una alleanza tra Pd, Forza Italia e Lega.

Secondo il capogruppo alla Camera, Giulio Marcon, di fatto con la proposta di modifica approvata sono stati reintrodotti i voucher: si tratta dunque di «una vera e propria truffa, un imbroglio», termini utilizzati con la stessa nettezza anche dalla leader sindacale. Attraverso il decreto sui voucher, poi convertito in legge, si era evitato infatti che i cittadini si esprimessero con il referendum (previsto per domenica scorsa, 28 maggio), salvo poi reintrodurre i ticket lavoro per mezzo dell’emendamento.

«Una manovra dal carattere eversivo», ha accusato il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. Fratoianni evidenzia come la misura sia stata approvata da «un’alleanza Pd-destre» e annuncia che Sinistra Italiana «farà di tutto dentro e fuori il Parlamento per evitare che venga approvata».

STOP ANCHE, come detto, da parte degli ex scissionisti del Pd, caratterizzati finora dal deciso sostegno al governo Gentiloni (a differenza di Sinistra Italiana-Possibile, già all’opposizione): «La manovrina di correzione dei conti pubblici per 4 miliardi è frutto della politica economica approssimativa del governo Renzi – ha spiegato Arturo Scotto, deputato di Mdp-Articolo 1 – Le furbizie che hanno fatto con l’introduzione dei voucher ci spingono a dire che questa manovra non avrà il voto di Articolo 1».

La Cgil, dal canto suo, continua a preparare la manifestazione del 17 giugno a San Giovanni: e non solo si è appellata al presidente Mattarella (con un testo che si può firmare sul web: schiaffoallademocrazia.it), ma annuncia un ricorso alla Corte costituzionale qualora l’emendamento alla «manovrina» diventi legge.

CAMUSSO HA RIPETUTO che quello che è accaduto sui voucher rappresenta «una lesione alla democrazia e alla Costituzione del nostro Paese, perché quando si sottovalutano e saltano le regole democratiche poi ci si mette nella condizione di non essere più in grado di agire in un sistema di certezze». Quindi «il ricorso alla Corte costituzionale sarà su questo, non sul merito del provvedimento, che esattamente come nella situazione precedente (i vecchi voucher, ndr), tranne che per le famiglie, non è in grado di definire che cosa è il lavoro occasionale».

«Crisi di governo? Direi proprio di no», ha replicato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti a chi gli chiedeva se quanto sta avvenendo sui voucher possa scatenare un «incidente» verso le elezioni anticipate. Per Poletti, «nella vecchia situazione c’erano grandi imprese che spendevano in voucher più di un milione di euro, oggi possono spendere 5 mila euro: credo che la differenza tra 5 mila euro e un milione di euro dica tutto sul cambiamento molto grande che si è realizzato». «La Cgil ha le sue opinioni e legittimamente le esprime, noi abbiamo idee diverse basate appunto su questi dati – ha concluso il ministro del Lavoro – Dovremo quindi rappresentare i voucher in modo diverso, perché sono diversi rispetto a quelli del passato».

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