Stadi Mondiali 2018 in Russia, violati diritti umani e sindacali

Stadi Mondiali 2018 in Russia, violati diritti umani e sindacali

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Oggi a a Mosca con Russia-Nuova Zelanda inizia la Confederations Cup, l’ormai tradizionale appuntamento che si tiene l’anno precedente al campionato del mondo di calcio. Ma la Russia rischia di vincere un ben più triste campionato del mondo: quello della violazione dei diritti e delle tutele dei lavoratori impegnati nei cantieri dove si stanno costruendo i nuovi stadi e le nuove infrastrutture per rendere più piacevole il soggiorno dei tifosi che arriveranno da tutto il mondo.
Human Rights Watch di Mosca che monitora il rispetto dei diritti dei lavoratori nel paese ha denunciato «una lunga serie di abusi: il mancato pagamento dei salari, l’adempimento del lavoro a temperature estremamente basse, il mancato rispetto del contratto di lavoro».

Notoriamente in Russia i lavoratori occupati nel settore edile sono in gran parte migranti provenienti dalle repubbliche musulmane dell’Asia centrale e ucraini, operai disposti a lavorare per salari più bassi della media e sottoposti costantemente alla minaccia del foglio di via o al ricatto di licenziamento da parte di imprenditori senza scrupoli.

Il canale televisivo tedesco Ard, in una inchiesta mandata in onda la scorsa settimana, ha denunciato persino la presenza di «schiavi nordcoreani» utilizzati nella costruzione del nuovi stadi. Una denuncia rispedita al mittente dal vice del ministro dello Sport Vitaly Mutko il quale ha affermato che «tutti i lavoratori coreani dei cantieri vengono regolarmente pagati mentre il governo russo monitora costantemente che si adempia a tutti i requisiti imposti dalla Fifa».
Human Rights Watch sottolinea di aver segnalato al governo che la sistematica violazione dei diritti sindacali e umani dei lavoratori all’interno degli impianti sportivi in costruzione era già nota all’epoca delle olimpiadi invernali di Soci del 2014, ma che da allora nulla è cambiato.

Le denunce si susseguono. A Volgograd la polizia ha fermato e minacciato un funzionario d Hrw solo perché aveva cercato di intervistare dei lavoratori entrati in sciopero, dopo che da mesi attendevano inutilmente il pagamento del salari.
A Rostov sul Don un gruppo operai uzbekistani del cantiere dello stadio che protestavano per il mancato rispetto del codice del lavoro, sono stati deportati nel loro paese, mentre a Mosca per interrompere uno sciopero, un impresario ha reclutato crumiri provenienti dall’Azerbaijian e dal Nord del Caucaso.

Fino ad oggi gli operai ufficialmente morti nei cantieri dei campionati di calcio sono 18. Tuttavia un rappresentante della Confederazione dei Sindacati Russi, si dice convinto che gli omicidi bianchi siano ben di più.

«Molte famiglie hanno accettato, in cambio di denaro, di dichiarare che il decesso del parente fosse avvenuto fuori dall’area del cantiere». segnala scuotendo la testa il sindacalista. «Inoltre – conclude – alcuni familiari del deceduto hanno accettato che le sanzioni delle imprese fossero derubricate a infrazioni superficiali, in cambio dell’assunzione in cantiere di un altro parente».

FONTE: Yurii Colombo, IL MANIFESTO



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