Incendi in mezza Italia, due donne morte vicino a Tivoli

Incendi in mezza Italia, due donne morte vicino a Tivoli

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Incendi. Particolarmente colpite la Sicilia, il Lazio, la Campania e la Calabria. Una (non) emergenza che mette a nudo l’incapacità della politica che non trova soluzioni nonostante l’Italia stia bruciando da decenni

Mezza Italia sta bruciando e si cominciano a contare i morti. Due donne anziane, madre e figlia, sono state trovate prive di vita dai vigili del fuoco all’interno di un terreno pieno di sterpaglie dove ieri è scoppiato un incendio di vaste proporzioni. Vicino a Tivoli, in via della Crocetta (Roma). Diverse squadre dei vigili del fuoco, e un Canadair, sono state impegnate per spegnere le fiamme. Nei pressi della casa delle due vittime, Rosanna Schianchi di 68 anni, e Ines Scrocca di 92, è stato trovato anche un uomo in stato confusionale. La circostanza ha spinto la polizia ad indagare per accertare la causa dei decessi. Sempre ieri, in provincia di Roma, sono scoppiati molti incendi (decine) contenuti a fatica dai pompieri. Un’altra persona intanto ieri è morta in una clinica in provincia di Napoli, si tratta di un uomo di 84 anni rimasto ustionato domenica scorsa in un podere agricolo vicino ad Acerra.

Una situazione molto critica a conferma del desolante record che incorona l’Italia come primo paese d’Europa colpito da incendi boschivi (ad oggi più di 400 roghi contro i 43 della Spagna e i 22 della Francia). Uno sguardo più di lunga durata restituisce l’entità della catastrofe: tra il 1980 e il 2015, secondo uno studio Ue, in Italia sono andati persi 3,852 milioni di ettari di bosco. In tutta Europa oltre 16 milioni, e le aree più colpite sono lungo la fascia mediterranea.

Sono 32 gli interventi di Canadair ed elicotteri dello Stato che solo ieri hanno contribuito a spegnere incendi in diverse regioni italiane. Dieci richieste sono arrivate dalla Sicilia, sette dal Lazio, cinque dalla Calabria, quattro dalla Calabria e una da Umbria, Campania e Sardegna. Ma è quasi impossibile tenere il conto dei roghi sparsi per tutta la penisola.

Difficile anche ragionare sui numeri che si aggiornano di ora in ora. In totale, da quando è scoppiata una “emergenza” che ha le caratteristiche di uno scandalo italiano, dove il dolo è norma, gli interventi dei vigili del fuoco sono stati 1.090. Il maggior numero di incendi, come sempre, si è sviluppato in Sicilia (299): intere zone bruciano da giorni e solo ieri erano attivi 39 incendi, nel palermitano, tra Enna e Caltanisetta e a Messina. I roghi sono stati 152 nel Lazio, con fenomenirilevanti in provincia di Frosinone e Roma. Critica anche la situazione in Calabria (118 interventi segnalati), in Puglia (116) e Campania (91). Un dato aggiornato a poco più di una settimana fa dice di 72.039 ettari di terreno andati in fumo, ma ci vorrà del tempo per sapere a quanto ammontano i danni di questa estate al patrimonio boschivo – se ne riparlerà in autunno quando la (non) emergenza riguarderà le alluvioni.

Oltre che nel Lazio, ieri è stata una giornata critica anche nel Mugello (Firenze). A Bovino un gruppo di turisti belgi, dieci adulti e 7 bambini, è stato evacuato per evitare il peggio. Mentre la Calabria da giorni è impegnata su più fronti. Tanto che il sindaco Mario Bria di Rose (nel cosentino) è convinto che sia “in atto un piano criminoso e forse, anche tra I volontari, c’è chi appicca il fuoco: bisogna stanare questi delinquenti e punirli severamente”. Tra le situazioni più critiche quella di Castrolibero, dove è andata a fuoco la collina adiacente al centro storico, e di Longobucco dove per tutto il giorno hanno lavorato otto squadre di pompieri.

Buone notizie non ce ne sono, se non che la Commissione Ue, su richiesta dell’Italia, ha mobilitato tre aerei dalla Francia. Scampoli di “solidarietà” che buone notizie in fondo non sono: se abbiamo bisogno di aerei significa che non ne abbiamo abbastanza nonostante l’Italia stia bruciando da decenni senza lo straccio di una politica in grado di tutelare il territorio.

FONTE: Luca Fazio, IL MANIFESTO



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