L’incubo atomico? “Chi vide l’inferno non ne esce”

L’incubo atomico? “Chi vide l’inferno non ne esce”

Loading

«Sono vecchio e stanco, mi capisca, di queste cose vorrei non dover più parlare… ». Junji Sarashina, 88 anni, è il presidente dell’American Society of Hiroshima- Nagasaki A-Bomb Survivors. Aveva 16 anni quando gli aerei americani sganciarono su Hiroshima l’infame “Little boy”, il 6 agosto del 1945. Lui, che era americano di nascita – è nato sull’isola di Maui, alle Hawaii, nel 1929 – ma si trovava in Giappone per studiare, sopravvisse alla bomba rialzandosi senza neanche un graffio mentre intorno giacevano i corpi dei suoi compagni maciullati dalle schegge. Poco più in là, lo ha raccontato in tante occasioni, c’era una piscina con dei ragazzini dentro ancora vivi: bambini che tentò di aiutare a venir fuori. Ma gli rimase la loro pelle arsa in mano.

È lui a rispondere al telefono della sua casa di Buena Park, in California, all’indomani dell’ultimo lancio di missili da parte di Kim Jong-un. La voce è stanca, di chi non ne può più. «Che follia. Ma purtroppo dagli uomini bisogna aspettarsi di tutto. Gli uomini, si sa, non imparano mai».
Un missile ha sorvolato l’isola giapponese di Hokkaido: com’è possibile, 70 anni dopo, che sul mondo torni ad aleggiare lo spettro dell’atomica?
«Abbiamo ripetuto per decenni che bisognava imparare da Hiroshima e Nagasaki. Ho dedicato la mia intera vita a far comprendere l’enormità di quell’evento atroce. Eppure, cosa vuole che le dica. Non è bastato».
Lei è uno degli ultimi sopravvissuti a quella terribile bomba: qual è il messaggio che ha cercato di diffondere per tutta la sua vita?
«Un messaggio semplice: il nucleare non fa vincere guerre. Porta distruzione e basta. Peccato che ora c’è chi lo dimentica. O finge di non saperlo» E ora che Trump e Kim Jong un sembrano fare sul serio cosa pensa? Ha paura?
«Ho sempre paura. Sempre. La paura è qualcosa con cui convivo da anni. Chi ha visto l’inferno come me sa che non potrà più uscirne. Quello che abbiamo visto è sempre con noi: peggio, è dentro di noi».
Alla fine la lezione della Storia servirà? Prevarrà il buon senso?
«Lo spero. E spero anche che in nessun luogo e per nessun motivo qualcuno debba ancora soffrire quello che abbiamo patito noi. Nessuna guerra, nessuna sfida, potrà davvero essere mai vinta con l’orrore»

Fonte: ANNA LOMBARDI, LA REPUBBLICA



Related Articles

La strategia contro gli Indignati «Fuoco e rivolte come ad Atene»

Loading

 Il piano degli estremisti: cancellare le proteste pacifiche stile Madrid

Il gioco dei ruoli nella Siria di Assad

Loading

L’unico obiettivo praticabile resta la distruzione del nemico di tutti, l’Is, lasciando il dopo al dopo

Naomi Klein. Se cambia il clima tutto può cambiare

Loading

This changes Everything. L’ultimo libro di Naomi Klein rovescia il tavolo «verde». Perché l’ambiente non è più «una» questione tra le altre ma la chiave per uscire dalla dittatura del capitalismo

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment