Bernard Kouchner: “Le Ong tornino in mare. Ma dove sono Onu e Ue?”

by PIETRO DEL RE | 17 Agosto 2017 9:22

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PARIGI. «Sui migranti l’Europa si sta scavando la propria fossa per colpa degli egoismi nazionali che prevalgono ovunque», sostiene Bernard Kouchner, fondatore nel 1971 dell’organizzazione Medici senza frontiere, poi ministro della Salute sotto François Mitterrand e ministro degli Esteri con Nicolas Sarkozy. Kouchner se la prende oggi con chi criminalizza le Ong, con Macron che chiude i porti francesi ma anche con le Nazioni Unite che accusa di essere totalmente assenti nel Mediterraneo. «In questa crisi, i soli che salvano l’onore dell’Europa siete voi italiani che raccogliete i migranti in mare per poi ospitarli degnamente nei vostri centri e la cancelliera Angela Merkel che apre loro le porte della Germania».

Come giudica la decisione di Msf e di altre due Ong di sospendere le loro attività davanti alla Libia perché la marina libica controlla adesso anche le acque internazionali?

«È sbagliata perché lasciano un vuoto molto pericoloso. Il loro dovere è salvare la vita e aiutare chi è nel bisogno, anche in condizioni difficili. Non devono cedere e comportarsi con più tenacia nell’avversità. Ma sui migranti il peccato originale è stato compiuto quando i Paesi dell’Unione hanno respinto la ripartizione proposta dal Commissario europeo, Jean-Claude Junker. È abortita la prima prova della fratellanza europea, ossia la condivisione dello sforzo. Sarebbe stata la soluzione più facile per tutti, ma vi si opposero Gran Bretagna, Ungheria, Polonia e via elencando. Per questo, tutta la mia solidarietà va all’operato dell’Italia e alla generosità della Merkel».

Non la spaventa l’intensificazione da parte di Tripoli dei controlli nelle acque libiche?

«Sarebbe opportuno che in quel tratto di mare ci fossero anche delle navi dell’Onu altrimenti si continuerà a fare la guerra più ai migranti che ai loro trafficanti. Quanto alle imbarcazioni delle Ong è falso sostenere che siano dei “pool factors”, ossia che attirino loro stesse i migranti, i quali s’avventurano in mare per salvarsi la vita o per nutrire le loro famiglie fuggendo dalla paura e dalla barbarie. La criminalizzazione delle Ong è vergognosa, e incomprensibilmente alimentata da alcuni politici e alcuni giornalisti ».

Msf non ha firmato il codice di condotta voluto dal Viminale perché contraria alla presenza a bordo delle sue navi di polizia armata e al divieto di trasbordo dei migranti su altre imbarcazioni. Ha fatto bene?

«Msf è pur sempre un’organizzazione non governativa, non ha dunque nessun obbligo a firmare quel tipo di codice, sebbene debba tener conto delle direttive politiche dei Paesi nei quali lavora. Ciò detto, in una situazione come questa io non sarei contrario alla presenza di poliziotti sulle navi, meglio se disarmati, per cominciare a fare lo screening dei migranti appena raccolti. È sempre necessario negoziare, e si vince solo quandosi raggiuge un compromesso ».

Pochi giorni fa “Repubblica” ha intervistato il comandante della Guardia costiera libica secondo il quale le Ong non rispettano la legge e aiutano i trafficanti.

«Scemenze. Basterebbe riprendere quanto ha dichiarato recentemente Amnesty International, secondo cui rispedire i migranti nei centri di accoglienza in Libia significa rispedirli in un inferno da quale non usciranno più. Ora, il compito di gestire quei centri spetterebbe all’Onu. Ma dov’è il suo segretario generale, Antonio Guterres? Latita, comportandosi come se nel Mediterraneo non ci fosse nessuna emergenza».

Cosa dovrebbe fare l’Europa nell’immediato?

«Organizzare una nuova conferenza coinvolgendo tutte le parti in causa per stabilire una nuova ripartizione dei migranti, convincendo o costringendo ad accoglierne anche chi non ne vuole. Ma è indegno inviare soldati al Brennero, non aprire i porti francesi, come ha fatto Macron, o mandare i poliziotti anti-sommossa a chiudere il confine di Ventimiglia ».

A lungo termine quali soluzioni suggerisce?

«È necessario frenare la crescita della popolazione del pianeta. Dovrebbe anche nascere una più grande comunione tra i Paesi ricchi e i Paesi poveri. Il comunismo è fallito ovunque, mi sembra dunque questo il solo ambizioso sogno internazionale in cui sperare » .

Fonte: PIETRO DEL RE, LA REPUBBLICA[1]

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  1. LA REPUBBLICA: http://www.repubblica.it/

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