Reddito di base. Da Zurigo alla Finlandia fino in California

by Roberto Ciccarelli | 10 Dicembre 2017 16:15

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Nell’anno che si chiude sono partite altre misure «miste» dalla California alla Finlandia, in Olanda e Barcellona. In Scozia è stato annunciato un progetto. Più che le difficoltà amministrative, gravano i timori politici legati al riconoscimento dell’autonomia alle persone

Il parlamento di Zurigo ha adottato la sperimentazione di un reddito di base incondizionato e universale[1] che potrebbe essere il primo passo verso l’estensione di questa misura a tutti i cittadini della città svizzera. L’importo sarà di 2500 franchi mensili, quasi 2200 euro per gli adulti e 625 franchi, circa 550 euro, per i bambini. Cifre che non devono impressionare gli italiani. Sono commisurate al costo della vita a Zurigo dove solo una pizza può arrivare a costare fino a 25 euro. La proposta di un reddito di base era stata respinta da una larga maggioranza nel referendum federale del 5 giugno 2016 con il 76,9% di «No». Questo esito non ha tuttavia deluso più di tanto i promotori, un gruppo di intellettuali, artisti, attivisti e pubblicisti che hanno fondato il movimento «Dein Grundeinkommen» («Il tuo reddito di base»). In quel momento si sono detti soddisfatti per il risultato. Dopo tutto una persona su cinque aveva detto «Sì».

COSÌ I SOSTENITORI della proposta non si sono arresi e hanno scelto un’altra strada. Gli eletti di sinistra del quarto e del quinto distretto di Zurigo erano riusciti già a convincere la maggioranza degli abitanti già al momento della votazione federale. Ora hanno ricominciato a piccoli passi da un test. E non sono gli unici in Svizzera. All’inizio del 2017 si è parlato di una sperimentazione simile in un’altra città importante, Losanna, dove i Verdi locali hanno proposto un «revenu de base inconditionnel». Il reddito di base sarebbe rinato dalle sue ceneri aveva preconizzato Sergio Rossi, uno dei suoi più convinti assertori, docente di macroeconomia e economia monetaria a Friburgo: «Il fatto che il 23,1% dei votanti abbia espresso un consenso al principio del reddito di base dimostra che esiste già oggi un malessere diffuso causato dalle difficoltà finanziarie crescenti dello stato sociale rispetto ai cambiamenti dell’economia nazionale, del progresso tecnico e della globalizzazione che renderanno inevitabile l’adozione di questa misura nel corso dei prossimi vent’anni per i residenti svizzeri» – ha scritto in un articolo per «Le Temps».

LE SPERIMENTAZIONI di un reddito di garanzia, variamente declinato, si sono moltiplicate nel Nord e nel Sud del pianeta, sia a livello nazionale che a livello locale nel corso del 2017. In gran parte si tratta ancora di forme spurie, e non di vero reddito di base svincolato dall’obbligo ad accettare un lavoro, secondo il principio del «workfare». Una forma simile è stata adottata dalla città di Barcellona: si chiama «B-Mincome». Una formula simile al sussidio di ultima istanza discrezionale e sotto-finanziata adottata in Italia con il «reddito di inclusione» (Rei)[2].

IL GOVERNO federale finlandese ha avviato una sperimentazione rivolta ai disoccupati che terminerà nel dicembre 2018. Il reddito è inteso come uno strumento per abbattere le difficoltà che impediscono di tornare al lavoro. È rivolto a 2 mila persone e consiste in 560 euro in contanti, un importo insufficiente per coprire le esigenze minime, ma è pari al sussidio di disoccupazione. Anche il governo provinciale dell’Ontario, in Canada, eroga un reddito agli abitanti di tre aree della provincia. Durerà per tre anni. L’intervento è meno focalizzato sulla produzione di effetti sull’occupazione e più sulla dignità della persona. Si vuole diminuire la povertà, l’insicurezza alimentare e tutelare la salute mentale e fisica provocata dalla precarietà. In Olanda i ricercatori delle Università di Groningen, Tilburg e Utrecht hanno proposto di testare una politica vicina al reddito di base a livello locale. Il ministero del lavoro lo ha tuttavia negato. Ciononostante alcuni esperimenti basati su un approccio misto per la durata di due anni stanno partendo a Gronigen, Wageningen, Tilburg, Deventer e Nijmegen. Se ne parla anche a Amsterdam e Utrecht. In Scozia il segretario del Gabinetto delle comunità, sicurezza sociale e eguaglianza del governo – Angela Constance – ha messo a disposizione un fondo da 250 mila sterline per avviare gli studi di fattibilità per progetti pilota.

VA SEGNALATA la sperimentazione a Oakland, California, di un reddito di base per 3 mila persone voluto dall’imprenditore Sam Altman di Y Combinator interessato, come molti nella Silicon Valley, al reddito inteso come rimedio alla perdita di occupazione causata dall’automazione. L’esperimento dovrebbe partire nel 2018. Quella del reddito resta un’utopia, ma molto concreta. Più che le difficoltà amministrative, gravano i timori politici legati al riconoscimento dell’autonomia alle persone.

FONTE: Roberto Ciccarelli, IL MANIFESTO[3]

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Endnotes:
  1. reddito di base incondizionato e universale: https://ilmanifesto.it/il-reddito-di-base-non-e-unutopia/
  2.  «reddito di inclusione» (Rei): https://ilmanifesto.it/parte-il-reddito-di-inclusione-un-nuovo-strumento-per-produrre-lavoro-povero/
  3. IL MANIFESTO: https://ilmanifesto.it/

Source URL: https://www.dirittiglobali.it/2017/12/95797/