Sulmona. Il governo dà il via libera al gasdotto della Snam

by Serena Giannico | 10 Marzo 2018 11:04

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SULMONA. Altro che congelamento. Il ministero dello Sviluppo economico ha dato l’ok definitivo alla centrale di compressione gas di Sulmona della Snam, dichiarando la «pubblica utilità dell’opera», riconoscendone il carattere di «urgenza e indifferibilità» e la «conformità agli strumenti urbanistici vigenti». I lavori di costruzione dell’opera, a servizio del contestato metanodotto Brindisi-Minerbio, dovranno cominciare, così è stato deciso, «entro due anni (…) salvo motivate richieste di proroga, e concludersi entro tre anni dal loro inizio». La Snam, con una nota, fa sapere che utilizzerà «i sistemi di combustione e abbattimento delle emissioni previsti dalle migliori tecnologie disponibili» e che farà monitoraggio costante. Ma contro l’intervento, fortemente impattante e in zona sismica, c’è, immediata, la dichiarazione di guerra del sindaco di Sulmona, Annamaria Casini. «Ora più che mai continuiamo la battaglia contro la centrale», dice il primo cittadino. L’opera è stata approvata con delibera del Consiglio dei ministri del 22 dicembre scorso: fu un’amara stoccata alla vigilia dello scioglimento delle Camere e, probabilmente, quella decisione, ha avuto il suo peso, in Valle Peligna, sul tonfo elettorale delle forze di governo, a cominciare dal Pd. Ora arriva il nulla osta risolutivo. Contro l’infrastruttura, l’altro ieri sono stati inoltrati i primi ricorsi al Tar del Lazio, da parte di Regione, Provincia e Comune di Sulmona e da parte delle associazioni Wwf e Legambiente. Il ricorso di enti e istituzioni pone l’accento sui vizi costituzionali e sui vizi procedurali, sul principio di precauzione e sullo smembramento dell’iter autorizzativo, attraverso il quale sarebbero stati aggirati i procedimenti della Via (Valutazione di impatto ambientale). «Sullo spacchettamento del procedimento – sottolinea Mario Mazzocca, sottosegretario alla giunta regionale abruzzese con delega all’Ambiente – potremmo anche decidere di ricorre alla Corte di Giustizia europea, poiché da tempo ne abbiamo segnalato la non correttezza e il fatto che infrange una precisa direttiva Ue». Le associazioni ambientaliste invece denunciano l’attraversamento di zone di particolare interesse naturalistico e paesaggistico, con il pericolo di inquinamento. Pronti, con le carte bollate, poi, ci sono vari comitati. «E lunedì prossimo – annuncia il sindaco – sarà depositato anche il ricorso congiunto ad adiuvandum di 14 Comuni del comprensorio. Dopo la fase legale, – si evidenzia ancora – si passerà a quella politica, in cui saranno i nuovi interlocutori a dover prendere in mano le redini della situazione per la salvaguardia del nostro territorio. Attendiamo la formazione del governo, ma noi non arretreremo di un solo passo, lottando con tutti i mezzi a disposizione». Il 27 dicembre scorso il sindaco Casini si era dimesso per protestare contro l’approvazione del progetto. Dopo un incontro a Palazzo Chigi, a fine anno, nel quale era stato assicurato che il decreto era «congelato», aveva ritirato le dimissioni.

FONTE: Serena Giannico, IL MANIFESTO[1]

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  1. IL MANIFESTO: https://ilmanifesto.it/

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