Affonda il governo Lega-M5S, Mattarella convoca Cottarelli

Affonda il governo Lega-M5S, Mattarella convoca Cottarelli

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ROMA. Lo scenario si è capovolto, dopo uno scontro istituzionale senza precedenti: si è passati in poche ore dal «governo del cambiamento» Di Maio-Salvini al «governo di servizio» indicato dal capo dello Stato Sergio Mattarella per tornare alle urne. Così in serata — al termine di una domenica di tensione, ma in anticipo sulla riapertura dei mercati finanziari — il presidente della Repubblica ha preso atto della rinuncia del professor Giuseppe Conte, incaricato il 23 maggio di formare un esecutivo M5S-Lega, e ha convocato già per questa mattina il tecnico Carlo Cottarelli cui affiderà il compito di formare un esecutivo neutro.

Il tentativo di Conte si è arenato sull’«irrigidimento» di Matteo Salvini e di Luigi Di Maio (convocati d’urgenza al Colle nel primo pomeriggio) sul nome del professore anti Euro Paolo Savona come ministro dell’Economia: Mattarella ha proposto di affidare il dicastero al vice segretario della Lega, Giancarlo Giorgetti, ma i due leader hanno risposto no. E dopo la rottura, Salvini è sceso in piazza a Terni («Al voto, al voto») mentre Di Maio ha preso da solo la strada dell’impeachment contro il capo dello Stato preceduto di poco da Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia. La Lega, farà sapere Salvini in serata, «si chiama fuori dalla richiesta di impeachment». E Di Maio ci resterà male: «Non lo capisco».

Tentativi di mediazione falliti nella notte

È l’epilogo di una giornata drammatica per le istituzioni, la fine di una giornata iniziata prestissimo, molto prima dell’alba. Sono le 22.30 di sabato quando i 5 Stelle fanno sapere che Savona è disposto a rilasciare un’intervista per chiarire di non essere contro l’euro. È una disponibilità, ma anche la conferma che Di Maio sta provando in tutti i modi a risolvere la questione. Il Quirinale è informato. L’intervista dovrebbe uscire nelle prime ore del mattino su un sito internet, ma verso le 9 il primo colpo di scena. Savona non fa nessuna intervista, preferisce scrivere un comunicato.

La richiesta di garanzie e la nota di Paolo Savona

Sono ore che incubano il dramma istituzionale che esploderà in serata. La nota di Savona viene inviata al Quirinale in modo ufficioso, prima di diventare pubblica. Sono circa le 12. Passa poco meno di un’ora e dal Colle filtrano le prime indiscrezioni: Savona non ha fornito le garanzie che il capo dello Stato in qualche modo si aspettava, a cominciare dalla difesa dell’euro e del sistema monetario europeo. Intorno alle 13 Savona pubblica on line il testo integrale del suo comunicato. Questo mentre il premier incaricato, Giuseppe Conte, resta in casa, a ultimare la lista dei ministri. Resterà quasi tutto il giorno nel suo appartamento, tranne un paio d’ore nell’ufficio di Montecitorio, prima di salire al Colle alle 19.

Gli ultimi tentativi del M5S per spingere Giorgetti al Mef

Nell’intervallo di tempo dalla pubblicazione del comunicato di Savona alla salita al Quirinale di Conte, alle sette di sera, vengono esperiti gli ultimi tentativi. I 5 Stelle provano senza successo, per l’ennesima volta, ad ammorbidire Salvini. Gli chiedono di mettere Giancarlo Giorgetti, numero due della Lega, sul quale il Colle non avrebbe problemi, alla guida del ministero dell’Economia. Sanno che Giorgetti avrebbe dato la disponibilità. Matteo Salvini è inflessibile: o Savona o salta tutto. Si fa un ultimo tentativo verso le 18, un’ora prima che Giuseppe Conte faccia il suo ingresso nello studio di Mattarella. Poco dopo le 17 Salvini si reca dal presidente della Repubblica per un colloquio informale, un’ora dopo tocca a Luigi Di Maio.

Conte sale al Colle dopo i due leader

La notizia che Di Maio è stato convocato d’urgenza al Quirinale dal presidente della Repubblica la anticipa Sky Tg24 che ottiene l’informazione, nuda e cruda e senza commenti, da una fonte del M5S. È il segnale che le cose si stanno mettendo male per il governo Conte ancora in cantiere ma già in via di demolizione. Poi la Lega pareggia il conto: e dopo una manciata di minuti l’agenzia Agi brucia tutti comunicando che «anche Salvini» ha avuto un colloquio con il capo dello Stato. Due leader convocati al Quirinale prima dell’incontro decisivo con il presidente incaricato danno la cifra di come la strada del governo Conte sia diventata improvvisamente tutta in salita.

A quel punto si sono fatte le 18.45. Il presidente incaricato Giuseppe Conte lascia lo studio del governo al piano terreno di Montecitorio e s’infila nel taxi (con auto di scorta al seguito) che lo condurrà al Quirinale grazie a un «varco si servizio» fatto aprire dalle forze di polizia nel percorso del Giro d’Italia che cinge il centro della Capitale. Alle 19 Conte è puntuale al suo appuntamento con il capo dello Stato.

Salvini in piazza Di Maio su FacebookQuando alle 20.05 il segretario generale del Quirinale, Ugo Zampetti, legge una breve dichiarazione in cui si dà atto della rinuncia al mandato conferito al dottor Giuseppe Conte, Salvini e Di Maio sono già in campagna elettorale. Il segretario della Lega è volato a Terni per un comizio («Meglio qui con il popolo che nei palazzi») dove dice di aver fatto tutti i tentativi possibili per dare un governo all’Italia: la diretta di Rainews 24 manda in contemporanea le immagini degli stucchi del Quirinale e Salvini scamiciato che passeggia tra la folla adorante. È la cifra della propaganda cui si prepara Salvini. Con un po’ di ritardo sull’«alleato», si fa vivo Di Maio con una diretta su Facebook: «La scelta di Mattarella è incomprensibile», dice il capo politico del M5S prima di sganciare l’arma nucleare dell’impeachment.

Il professor Conte: «E ora lasciatemi riposare»L’edizione dell 20 del Tg1 dà in apertura le imagini dell’ex presidente incaricato Conte che avanza lentamente verso il microfono allestito nella Loggia alla Vetrata del Quirinale. Legge una breve nota, cita il mai nato «governo del cambiamento», ringrazia il capo dello Stato e i due leader che lo hanno scovato all’università. Conte, evitando di rispondere alle domande dei giornalisti, esce di scena con garbo così come vi era entrato: «Sono un privato cittadino, ora vi sarei grato se mi lasciaste un attimo riposare, per qualche momento di tranquillità», dirà poi ai cronisti che lo intercettano in una via del centro.

Le parole del capo dello Stato dalla parte dei cittadini

Col passare dei minuti i collaboratori del presidente danno prima per «probabile» e poi per «certo» un intervento del capo dello Stato davanti alle telecamere. Alle 20.30, la porta di legno chiaro della Loggia alla vetrata si spalanca e lascia intravvedere il volto teso di Sergio Mattarella che passa subito a leggere senza esitazioni un discorso che verrà ricordato negli annali della presidenza della Repubblica. I concetti espressi dall’inquilino del Colle sono nitidi: 1) Nonostante le perplessità, ho accolto la richiesta di affidare l’incarico una persona non eletta in Parlamento e ho agevolato il suo compito; 2) Nessuno può sostenere che io «abbia ostacolato la formazione di un governo che viene definito del cambiamento»; 3) Avevo avvertito che su alcuni ministeri «avrei esercitato un’attenzione particolarmente alta»; 4) Sulla nomina dei ministri il presidente della Repubblica «non può subire imposizioni»; 5) Ho condiviso e accettato «tutte le proposte per i ministri, tranne quella del ministro dell’Economia»; 6) Ho chiesto per quel ministero l’indicazione di «un autorevole esponente della maggioranza (Giancarlo Giorgetti della Lega, ndr) ma — con rammarico — ho registrato indisponibilità ad ogni altra soluzione. E il presidente del Consiglio incaricato ha rimesso il mandato».

Lega e M5S chiedono il voto subito

Il Colle: prima verifica in ParlamentoIl presidente Mattarella si congeda con queste parole: «Nelle prossime ore assumerò un’iniziativa». Ed è stato di parola perché poco dopo le 21 il Quirinale fa sapere di aver convocato per questa mattina l’economista Carlo Cottarelli per la formazione di un governo neutro. Con orizzonte elezioni anticipate: «Ma — precisa il capo dello Stato — sulla base di quanto avverrà in Parlamento». Al Quirinale si spengono (per poche ore) i riflettori delle tv. Ma molte luci rimangono accese perché col passare delle ore i due alleati mancati per il governo giallo-verde fanno a gara a chi spara bordate più pesanti contro il Colle. Dove intanto arrivano numerose telefonate di solidarietà. Mentre si registra a Torino la prima manifestazione di piazza dei 5 Stelle. Segnale colto subito a Roma dove è stata rafforzata la vigilanza nelle sedi istituzionali.

FONTE: Dino Martirano e Marco Galluzzo, CORRIERE DELLA SERA



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