La crisi italiana vista da Berlino

by Sebastiano Canetta, Ernesto Milanesi | 29 Maggio 2018 8:57

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BERLINO. Come l’Italia alle prese con la crisi, anche la Germania «scopre» l’emergenza populismo di fronte alla Porta di Brandeburgo.

IERI POLITICI, GIORNALI, ed esperti di economia davano ancora lezioni al Belpaese. Peccato che domenica il cuore di Berlino sia rimasto paralizzato per ore: il corteo nazionale di Alternative für Deutschland con non più di 4.000 militanti è stato assediato da 20mila antifascisti davanti al Bundestag e altri 50 mila ai piedi della colonna della Vittoria nel Tiergarten. Una giornata surreale per la Germania che da appena due mesi può vantare un governo pienamente operativo. Un mare di bandiere tricolori rosso-nero-oro (più una della Russia e un’altra con la stella di David) si muove dalla stazione centrale al grido di «Germania futura», invocando sicurezza, con il contatore del debito federale. Nazionalisti ma per niente disponibili a confondersi con Salvini. Semmai, Afd sembra più simile alla Lega Nord di Bossi.

IN PIAZZA, in buona sostanza, ci sono i sassoni contro Berlino-ladrona. Ma la città reagisce in modo clamoroso all’appello «Stoppa l’odio, stoppa Afd». Mobilitazione anche per la polizia: 2.000 agenti schierati, elicottero, squadre a cavallo, motoscafo per fermare i gruppi che hanno provato a raggiungere la manifestazione navigando sulla Sprea.

Sotto alla scritta Dem Deutschen Volk, sul pratone del Bundestag si concentra il vero popolo della capitale. Già a partire dalle 11 conta il doppio dei fascio-populisti radunati al di là del fiume. Arrivano le donne di Kreuzberg, ragazze, studenti, famiglie con i cartelli «Votare Afd fa così 1933» e «Egalité, fraternité, fuck Afd» fino a chi si domanda «Seriamente stiamo combattendo i nazisti?». Gli stessi che si trasferiscono davanti al Memoriale dei Sinti e Rom vittime del Terzo Reich: slogan, fischietti, striscioni, insulti al passaggio del corteo di Afd davanti al palco riservato al comizio finale. Ma per i leader di destra c’è la spiacevole visione del grande viale occupato dal nuovo fronte antifascista e antirazzista.

LA «GERMANIA COLORATA» che fa scudo alla Costituzione e pretende il rispetto di tutti i diritti. Intanto la crisi italiana modula reazioni diverse fra i palazzi del potere, l’informazione e gli analisti economici: «Tragedia romana atto secondo»; gli «scrocconi» Carlo Cottarelli meglio di Conte & Savona.

«Speriamo che l’Italia abbia presto un governo stabile pro-europeo»: ci mette la faccia il neo ministro agli Affari europei Michael Roth, 47 anni, che interpreta anche gli auspici della Spd. Tant’è che evita di dare lezioni all’Italia («Dopo tutto a noi tedeschi ci sono voluti sei mesi…») e soprattutto conferma la linea di credito politico: «L’Italia è un Paese fondatore dell’Unione europea. Ci aspettiamo che sia all’altezza di questa tradizione».
Tuttavia, Deutsche Welle (l’emittente pubblica) dà già per scontata la soluzione: il governo Cottarelli «sarà ad interim fino alle elezioni possibili dopo agosto». Sulla tragica replica titola, invece, Neues Deutschland che a Roma vede il clamoroso flop dell’alleanza M5S-Lega.

«SE L’ITALIA non vuole bruciare altri miliardi sui mercati, deve evitare che in autunno la situazione politica riproduca il cul de sac attuale. Il vero rischio è che nuove elezioni non cambino lo scenario, proprio come già successo in Spagna. Un premier targato Fmi, magari con ministri altrettanto affidabili, suona bene a Berlino e meglio ancora qui a Francoforte» spiega un funzionario che frequenta il Desk-Italia negli uffici Bce all’Eurotower.

REDUCE DAL VIAGGIO IN CINA e concentrata sulla strategia europea, Angela Merkel evita di esporsi direttamente. Così spetta allo scafato portavoce di governo Steffen Seibert: «L’Italia è un partner importante per la Germania». Risponde a tutte le domande, interpretando la linea della Cancelleria: «L’Italia è importante nelle relazioni politiche bilaterali ma anche al livello di cittadini – dichiara sulla crisi di governo – Il nostro rispetto per la democrazia italiana e per le sue istituzioni democratiche ci impone adesso di aspettare quale governo reggerà il Paese e con quali idee si rivolgerà a noi e ai partner europei. Il governo tedesco, questo è il nostro atteggiamento di fondo, è sempre pronto a lavorare bene e in modo stretto con quello di Roma».

FONTE: Sebastiano Canetta, Ernesto Milanesi, IL MANIFESTO[1]

photo: By Kuebi = Armin Kübelbeck [GFDL (http://www.gnu.org/copyleft/fdl.html) or CC-BY-SA-3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/)], from Wikimedia Commons

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  1. IL MANIFESTO: https://ilmanifesto.it/

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