Aquarius. I sindaci contro la linea del Viminale di Salvini: «Porti aperti subito»

La chiusura dei porti all’Aquarius, imposta dal Viminale, ha provocato le proteste di molte amministrazioni comunali. A cominciare dal sindaco partenopeo, Luigi de Magistris: «Napoli è pronta ad accoglierle i 629 migranti. L’eventuale attracco di Aquarius in Spagna non è una vittoria di Salvini ma una vergognosa sconfitta dell’Italia. Al presidente della Camera Roberto Fico dico di battere un colpo».
Domenica è intervenuto anche il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio De Caro: «Dobbiamo cambiare la politica europea sull’accoglienza, ma non possiamo usare queste persone disperate come ostaggi». Seguito ieri dal collega di Taranto, Rinaldo Melucci: «Dopo la riforma del sistema portuale del ’94, i sindaci non hanno più alcuna competenza diretta sugli scali. D’altronde in mare vigono leggi e consuetudini che non si possono cancellare con una circolare».
No alla chiusura dei porti anche dai due sindaci che hanno accolto gli unici sbarchi autorizzati da Salvini. «Il nostro cuore è grande – ha commentato Giuseppe Falcomatà che guida Reggio Calabria –, più grande di chi vuole speculare senza un briciolo di umanità». Più diplomatico il collega siciliano di Pozzallo, Roberto Ammatuna: «Salvini ha voluto sollevare un problema che esiste ma l’ha fatto in maniera sbagliata».
La collega 5S di Augusta, Cettina Di Pietro, si è dichiarata pronta ad accogliere l’Ong ma, ha precisato, «i comuni sono stati lasciati soli». Contro la linea dura di Salvini anche Crotone e Lampedusa.
Da Palermo Leoluca Orlando attacca: «A violare la legge internazionale, quella che impone come priorità il salvataggio delle vite umane, è il ministro dell’Interno italiano che ha dato ulteriore dimostrazione della natura culturale dell’estrema destra leghista». Risalendo la penisola, si fa sentire anche il sindaco di Ravenna, Michele De Pascale: «Di sicuro avrei accolto l’Aquarius. La Costituzione, con l’articolo 10, prevale sui ministri dell’Interno».
Solidarietà ai colleghi dai sindaci dei comuni che non affacciano sul mare, a cominciare da Milano con Giuseppe Sala: «Penso che facciano bene. È il tema più politico che esista e anche il tema più deviato da una politica alla ricerca di consensi».
Persino nella Torino 5S c’è chi si dissocia dal governo: «Ci piace sempre immaginare come sarebbe Torino con il mare. Se c’è il mare c’è un porto e sono convinto che stasera sarebbe aperto – scriveva ieri su Facebook l’assessore ai Diritti, Marco Giusta – La politica dell’immigrazione è da rivedere, tutta, ma non si può fare sulla pelle delle persone».
L’ex 5S Federico Pizzarotti da Parma attacca il leader leghista e l’Ue: «Salvini gioca a braccio di ferro con Malta sulla pelle di oltre 600 vite umane. Condanniamo con altrettanta fermezza l’assenza dell’Europa, che si è dimostrata lontana e debole».
Sono intervenuti anche i governatori dem. Il campano Vincenzo De Luca, che pure ha simpatia per la linea dura dei leghisti in tema di sicurezza, ammette: «Il problema umanitario deve essere risolto prima di ogni altra cosa».
Il presidente sardo Francesco Pigliaru puntualizza: «Se il governo ha deciso di cambiare le regole del gioco prima dovrebbe annunciarlo. E non farlo nel momento in cui c’è una nave in giro per il Mediterraneo». E il collega pugliese Michele Emiliano: «La condotta di Salvini sta rasentando l’illegittimità. Il nostro modello di accoglienza non è basato sul considerare gli esseri umani come un motivo di controversia con le altre nazioni».
FONTE: Adriana Pollice, IL MANIFESTO
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