Il Messico risponde agli USA, dazi commerciali su acciaio e prodotti agricoli

by Marina Catucci | 7 Giugno 2018 16:15

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NEW YORK. L’America attacca e il Messico risponde colpo su colpo; a seguito dell’introduzione dei dazi statunitensi su acciaio ed alluminio, i messicani – in risposta – ne hanno introdotto per circa 3 miliardi di dollari. Dazi quindi su carne suina, acciaio, formaggio e altri beni made in Usa, mettendo ulteriormente in crisi le relazioni tra i due Paesi mentre sono impegnati a riscrivere l’accordo di libero scambio nordamericano, il Nafta. I dazi sono entrati in vigore quando Trump ha introdotto un’ulteriore complicazione negli accordi sul Nafta, dicendo di voler lavorare su due accordi separati, uno con il Canada e uno con il Messico, per poi riscrivere l’accordo che risale al 1994.
LARRY KUDLOW, il principale consigliere economico di Trump, ha confermato durante una sua apparizione alla trasmissione Fox and Friends, che il perseguimento di accordi separati potrebbe consentire di raggiungere un punto d’incontro «più rapidamente», aggiungendo: «Penso che questo sia il punto chiave. Il Nafta fino ad ora si è trascinato in qualche modo». L’approccio commerciale di Trump – con la sua scelta di stabilire dazi per le importazioni – ha già creato molto scontento nei vicini Canada e Messico che hanno subito minacciato di contrattaccare con dei dazi mirati, rivolti alle aree repubblicane che hanno supportato Trump.

LA LISTA DEI DAZI MESSICANI, infatti, è stata progettata espressamente per colpire quelle parti degli Usa rappresentate da repubblicani di alto profilo, come l’acciaio prodotto in Indiana, stato del vicepresidente Mike Pence, i motoscafi costruiti nella Florida del senatore Marco Rubio e i prodotti agricoli dal distretto della California di Kevin McCarthy, il leader di maggioranza della Camera.

GLI AGRICOLTORI, che sono tra le categorie più vulnerabili agli effetti dell’applicazione dei dazi messicani, hanno detto che questa mossa ha la possibilità di compromettere gravemente l’agricoltura Usa.
«Questi dazi avranno conseguenze immediate e dolorose per molti agricoltori americani – ha detto al New York Times – Angela Hofmann, vice direttore degli agricoltori per il libero scambio – Gli allevatori di suini, i produttori di mele, patate e latticini sono tra quelli che dall’oggi al domani dovranno affrontare un aumento delle tasse del 10 o 20% sulle esportazioni da cui dipendono per i loro mezzi di sostentamento. Gli agricoltori hanno bisogno di certezze e per far quadrare i conti hanno bisogno di mercati aperti. In questo momento a farla da padrone sono caos e protezionismo».

NON È CHIARO quale paese si muoverà per primo, lasciando il futuro dell’accordo commerciale e milioni di posti di lavoro in un’incertezza tale che già ora molte aziende stanno evitando gli investimenti che potrebbero fare all’interno del Nafta. Kudlow ha insistito sul fatto che il presidente non ha intenzione di ritirarsi da Nafta, anche se l’ha minacciato spesso, tuttavia non si capisce come si possano salvare capra e cavoli visto che la divisione dell’attuale accordo trilaterale, in due distinti accordi bilaterali, non potrebbe prescindere dall’annullamento del Nafta. Solo venerdì scorso Trump ha affermato che, essendo Messico e Canada due paesi molto diversi, ci sarebbe bisogno di due diversi accordi.

LA PREFERENZA per i negoziati bilaterali è anche una delle poche aree di accordo tra i consulenti commerciali di Trump, che concordano su pochi altri punti se non la capacità di ottenere maggiori concessioni attraverso colloqui individuali. Gli affari bilaterali sono anche un obiettivo di lunga data del presidente che non ama sentirsi messo nell’angolo. Al di là dei consulenti del presidente e delle sue preferenze, la strategia nei negoziati con Canada e Messico ha suscitato critiche da parte della comunità imprenditoriale, nonché da parte di democratici e repubblicani. Il deputato repubblicano del Texas, Kevin Brady, ha dichiarato che «un Nafta senza Canada e Messico insieme non è più un accordo di libero scambio, ma nordamericano; un accordo di libero scambio con Canada e Messico fornisce più certezza per le aziende americane ed è il modo migliore per vendere prodotti made in Usa».

FONTE: Marina Catucci, IL MANIFESTO[1]

photo: By Nicoguaro [CC BY 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/3.0)], from Wikimedia Commons

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  1. IL MANIFESTO: https://ilmanifesto.it/

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