Camusso: non è un Decreto dignità, chiamatelo «Decreto Di Maio»

by Roberto Ciccarelli * | 29 Luglio 2018 8:46

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Manca una vera svolta sul lavoro: “Dovevano cambiare il mondo ma di coraggio ne hanno ben poco”

«La parola dignità è molto importante, bisognerebbe usarla con la giusta misura – ha detto Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil ieri a una festa del sindacato a Massa Carrara – La mia sensazione è che ormai il decreto non sia all’altezza di usare il nome dignità. Quindi permettetemi di chiamarlo decreto Di Maio che forse permette di ricondurlo alla sua immediata natura», ha aggiunto Camusso specificando che, comunque, «non è una rivoluzione».

La Cgil continua l’offensiva contro il «decreto dignità» che arriverà in aula alla Camera domani per essere discusso e approvato, in prima lettura, entro giovedì 2 agosto. I sindacati dei lavoratori agroalimentari (Flai Cgil, Fai Cisl e Uila-Uil) torneranno a protestare contro l’estensione dei voucher, prevista da un emendamento al provvedimento ribattezza «Decreto dignità 2.0), martedì 31 luglio, insieme a tutte le rispettive confederazioni che denunciano la contraddizione del provvedimento che vuole combattere la precarietà con la stretta sui contratti a termine ed estende uno dei simboli del precariato – i voucher – in agricoltura e nel turismo. «Si torna finalmente a discutere di contratti a termine e delle loro caratteristiche, noi lo chiediamo da 20 anni e non ci metteremo di traverso» ha continuato Camusso che trova il provvedimento poco «coraggioso perché fin dalla prima bozza c’è la stranezza della causale per cui fai il contratto a termine solo alla fine del primo anno». La reintroduzione dei voucher è «una schifezza». Per Camusso non ci sarà «un’ondata di utilizzo dei voucher, ma serviranno a coprire tutte quelle forme di contratto a nero, grigi». Il giudizio politico sul governo è impietoso: «Dovevano cambiare il mondo ma di coraggio ne hanno ben poco».

«Malissimo e vergognosi i nuovi voucher» rilancia Luigi Sbarra (Cisl) che reputata «sbagliata e poco coraggiosa la scelta di spostare nella legge di stabilità «gli incentivi per il lavoro indeterminato». Per il segretario della Uil Carmelo Barbagallo vanno bene i provvedimenti sulle delocalizzazioni e contro la ludopatia, in un provvedimento pieno di «luci e ombre». l’auspicio dei sindacati è che, durante l’iter parlamentare, il testo «possa essere migliorato».

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