Il Pentagono è il più grande datore di lavoro, ora fa il suo primo colossale audit

by Stefania Maurizi | 6 Luglio 2018 18:22

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È il più grande datore di lavoro del mondo. Il Dipartimento della Difesa Usa, il Pentagono, impiega oltre 3,2 milioni di persone, di cui 1,3 milioni di militari, donne e uomini in servizio attivo, 742mila civili, 826mila nella Guardia nazionale e nelle forze di riserva. Ha centinaia di migliaia di edifici e strutture sparse in oltre 5mila siti, beni stimati oltre 2.400 miliardi di dollari e gestisce un budget che per il 2018 è di 639 miliardi di dollari. Ora, per la prima volta, il Ciclope verrà sottoposto a un audit finanziario da parte delle autorità Usa, che passeranno al setaccio conti, spese, beni immobiliari alla ricerca di criticità, sprechi, inefficienze e possibili corruzioni. Sarà probabilmente il più grande audit mai condotto e, ad oggi, il Pentagono era rimasta l’unica grande agenzia federale americana a non essere mai stata soggetta a verifiche di questo tipo. L’audit stesso richiederà notevoli risorse: le autorità Usa hanno previsto un costo di 367 milioni di dollari e 1.200 specialisti assegnati alle verifiche contabili, mentre per affrontare le criticità finanziarie che emergeranno sono stati messi in conto, nel bilancio del 2018, 551 milioni di dollari. I primi risultati sono attesi per novembre. E non mancheranno sorprese, considerando che, secondo quanto dichiarato alla commissione Bilancio del Senato dal capo dell’ufficio finanziario del Pentagono, David Norquist, precedenti verifiche limitate hanno fatto emergere situazioni anomale, tipo 39 elicotteri Blackhawk in dotazione all’esercito mai registrati o 478 edifici dell’Aeronautica che non risultavano nelle liste dei beni immobiliari. Per quanto l’audit sarà imponente e condotto con ingenti risorse, i 1.200 specialisti useranno metodi statistici per fare verifiche contabili a campione, concentrandosi dunque solo una frazione dei dati finanziari: sarebbe proibitivo in termini di costi e di tempo controllare ogni spesa e rendicontazione. L’audit era stato già stato annunciato nel dicembre scorso, ma in questi ultimi mesi sono emerse informazioni più complete.

Queste notizie arrivano in una fase in cui il presidente Donald Trump sta esercitando una notevole pressione sugli alleati, Italia inclusa, affinché aumentino la loro spesa militare per contribuire alle attività della Nato. Sebbene le aspettative sull’audit del Pentagono siano moderate, la scelta di intraprendere per la prima volta delle verifiche contabili ad ampio spettro aiuterà il Dipartimento della Difesa a proiettare un’immagine di rigore, “accountability”, e responsabilità verso il contribuente americano e verso gli alleati. «Anche se non è un’azienda, il Dipartimento della Difesa ha il dovere di rispondere al popolo americano», ha detto il capo dell’ufficio finanziario del Pentagono, David Norquist, presentando al Senato Usa i piani per l’audit.

Fonte: Stefania Maurizi, LA REPUBBLICA[1]

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