Antirazzismo, verso un corteo nazionale ma solo in autunno

Antirazzismo, verso un corteo nazionale ma solo in autunno

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I democratici incontrano le associazioni al Nazareno e studiano un appello di intellettuali alla mobilitazione

Una manifestazione nazionale antirazzista contro le politiche del governo. La propone un coordinamento romano di associazioni, aperto ai partiti e ai cittadini, che si è riunito per la prima volta ieri. La riunione è stata convocata in fretta lunedì scorso a Casetta Rossa, storico spazio sociale del quartiere Garbatella. Malgrado il gran caldo, lo spazio all’aperto del locale ha cominciato a riempirsi nel pomeriggio. Poco prima si era mosso anche il Pd, per ripartire verso lo stesso obiettivo di una manifestazione nazionale, stavolta in sintonia con l’associazionismo.

Rispetto ad altre adunate di una sinistra in cerca di sé a Casetta Rossa si segnalava il gran numero di partecipanti giovani, molti freschi liceali, alcuni attivi nella campagna elettorale che ha portato Amedeo Ciaccheri (anche lui presente) a conquistare al primo turno l’ottavo municipio. Sono per la gran parte del centro sociale La Strada altro luogo storico di aggregazione sociale della Garbatella. Dai centri sociali anche altri partecipanti alla riunione, assieme a rappresentanti di Arci, Articolo 21, Anpi. Presenti due mini-assessori della neo giunta municipale di Giovanni Caudo nel terzo municipio romano, Christian Raimo e Claudia Pratelli, e Marco Furfaro coordinatore della rete Futura di Laura Boldrini. Al centro delle riflessioni della sinistra irregolare romana, senza partito e senza rappresentanza, come rispondere all’escalation razzista e a Salvini.

La risposta per il momento è il coordinamento antirazzista, obiettivo minimo evitare che si accavallino le iniziative e che ci si disperda in mille rivoli. «È la quarta iniziativa simile a cui partecipato e ho incontrato spesso le stesse persone che ci sono qui» sottolinea Roberto Giordano della Cgil romana. Apre l’assemblea Gianluca Peciola del movimento civico romano. «La misura è colma bisogna reagire . Non ci interessa la fotografia delle componenti che partecipano, dobbiamo contrastare l’iniziativa sociale dei 5 stelle e in particolare della Lega e legare la questione sociale alla questione antirazzista. È importante però che non si facciano due o più manifestazioni nazionali».
Da più interventi viene sottolineata la preoccupazione che questo tipo di iniziativa sia l’ennesimo assist a Salvini. Nino Lisi di Cittadinanza e minoranze dal microfono – l’amplificazione è stata messa a dura prova dalle cicale – ammonisce: «Bisogna riconoscere chi è fascista davvero da chi segue Salvini perché si è sentito tradito dalla sinistra. Una manifestazione senza un’iniziativa sociale forte rischia di regalare altri elettori a Lega e 5 stelle». Marco Miccoli,ex segretario romano del Pd e membro della direzione nazionale, invece aderisce con convinzione all’iniziativa anche se a titolo personale e non esclude che possano farlo altri iscritti democratici: «Da Roma può partire un esempio» dice. Il Pd è ancora il grande imputato. Le politiche di Minniti sono troppo fresche per essere dimenticate facilmente. Ma c’è anche chi raccomanda: «Dopo il 4 marzo il quadro è cambiato. Non possiamo scannarci ancora tra di noi, il nostro avversario è al governo».

Proprio ieri, nel primo pomeriggio, si era svolto un incontro nella sede nazionale del Pd. Una riunione informale fra componenti della segreteria del partito, come Marina Sereni e Lia Quartapelle, e rappresentanti delle Ong e delle associazioni dell’accoglienza e dei diritti dei migranti e del pacifismo (Legambiente, Auser, Forum Terzo settore) presenti anche esponenti di +Europa e delle forze del (defunto) centrosinistra, non Leu ma solo per impegni dei deputati. Il Pd può contribuire a costruire una grande manifestazione nazionale, è il senso del discorso del Nazareno, senza tentare di prendersene i meriti e la direzione. Certo le distanze fra le Ong e le politiche dei governi a guida democratica restano abissali. Ma l’allarme razzismo è talmente forte da richiedere un salto di qualità a tutti nel tentativo di costruire un fronte unitario davvero ampio. L’ipotesi, confrontandosi con le associazioni e le forze che si riuniscono nel pomeriggio alla Casetta Rossa, è quella di favorire tutte le iniziative possibili, per arrivare poi il 7 ottobre a una marcia di Assisi «dedicata» ai migranti. Poi un appello di personalità verso una manifestazione nazionale. È un’ipotesi di lavoro. Ma certo ha una controindicazione: prevede tempi lunghi.

* Fonte: Ruggero Scotti, IL MANIFESTO



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