Il ministro dei Beni culturali Bonisoli vuole cancellare le domeniche gratis al museo
NAPOLI. «Dopo l’estate elimineremo le domenica gratuite nei musei»: il ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli, ieri in visita alla Biblioteca Nazionale di Napoli, ha promesso di cancellare una delle iniziative simbolo del suo predecessore, Dario Franceschini. «Andavano bene – ha spiegato – come lancio pubblicitario. Lascerò maggiore libertà ai direttori, l’obbligo a farla non va bene. Penso, ad esempio, a Pompei: magari a novembre si può aprire gratis perché non c’è tanta gente. Il problema è quando si viene costretti dal ministero ad aprire la prima domenica di agosto, con i turisti stranieri che pensano che gli italiani sono pazzi perché li fanno entrare gratis». Bonisoli ha poi aggiunto: «Se uno pensa di pagare e improvvisamente diventa gratis sembra un po’ una fregatura».
L’intero Pd ieri è insorto, in testa alla pattuglia dem proprio Franceschini, che via social ha scritto: «Ministro Bonisoli ci ripensi. Non faccia pagare un desiderio di discontinuità politica alla cultura e agli italiani». Per poi concludere: «Le domeniche gratuite non sono una cosa che riguarda me, ma un fatto culturale e sociale che ha coinvolto circa 10 milioni di persone, gran parte delle quali è andata in un museo per la prima volta. Le prime domeniche del mese hanno trainato l’aumento dei visitatori a pagamento, hanno avvicinato i cittadini ai musei delle loro città, hanno convinto comuni e privati a uniformarsi all’iniziativa».
A FEBBRAIO, alla vigilia delle politiche, il Mibact aveva diffuso i dati: dalla prima edizione del luglio 2014, erano stati 12 milioni i visitatori nei musei statali per le domeniche gratuite; 3,5 milioni solo nel 2017. La prima domenica di febbraio, ad esempio, aveva fatto segnare, per i primi quattro siti più visitati, 23.984 ingressi al Parco archeologico del Colosseo, 8.434 Museo Nazionale Romano, 7.812 Museo Archeologico nazionale di Napoli, 7.191 alla Reggia di Caserta. L’iniziativa è servita a spingere l’aumento totale degli ingressi, obiettivo di Franceschini nei sui quattro anni al ministero. E infatti dai 38.424.587 visitatori del 2013 siamo passati ai 50.103.996 del 2017. Gli incassi sono saliti del 53% passando dai 126.417.467 euro del 2013 ai 193.631.308 euro del 2017.
I PRIMI TRE LUOGHI più visti sono stati nel 2017 il Colosseo con 7.036.104 (+10% rispetto al 2016), Pompei con 3.382.240 (+7,6%) e gli Uffizi 2.219.122 (+10,4%). Crescita esponenziale poi alla Reggia di Caserta con un più 22,8%. Proprio per la Reggia vanvitelliana ci sono state polemiche. Lo scorso ottobre i sindacati avevano messo sotto accusa l’eccessiva folla accorsa per la domenica gratis, talmente tante persone da aver sforato la capienza massima danneggiando mattonelle, pareti, mobili e suppellettili della sala del trono. La direzione aveva escluso che ci fossero stati danni ma a novembre era corsa ai ripari introducendo anche i lunedì gratis.
L’ECCESSIVO FLUSSO, concentrato in un solo giorno, ha destato preoccupazione anche tra le domus di Pompei, dove in media le domenica gratis portano circa 20mila persone, con punte di 30mila. Il boom di visitatori deve però fare i conti con lo stesso numero di addetti, già scarso: «C’è un problema di sicurezza dei siti – il commento di Gaetano Placido della Fp Cgil -, la riforma Franceschini ha penalizzato la tutela a vantaggio del marketing». Lo stesso Bonisoli ha spiegato: «La carenza di personale è scandalosa in tutta Italia. Le strutture statali sono anoressiche, l’età media del pubblico impiego arriva a 54 anni. Nei prossimi anni ci saranno migliaia di pensionamenti».
I PARLAMENTARI PD per l’intera giornata hanno sparato sul ministro, l’ex premier Matteo Renzi ha dichiarato: «La ruspa contro la cultura. Le domeniche gratuite al museo nascono dall’intuizione di uno studente fiorentino. Quando siamo andati al governo abbiamo offerto l’opportunità a tutti i cittadini». Bonisoli nel pomeriggio ha spiegato meglio le sue intenzioni: «Ho ascoltato i direttori dei musei, registrando un’opinione unanime sulla necessità di superare le domeniche gratis perché non tengono conto né della stagionalità, né dell’afflusso nelle diverse aree geografiche, trattando allo stesso modo situazioni differenti. I direttori avranno maggiore libertà di decidere dove e quando introdurre delle gratuità e ciò potrebbe avvenire in maggior misura rispetto al passato, ma in modo intelligente». I parlamentari 5S della commissione cultura di Camera e Senato aggiungono: «Concentrando un’enorme affluenza di pubblico in poche ore, le domeniche gratuite hanno posto pesanti criticità sia per il pubblico che per le opere: qualità della fruizione bassissima, messa a rischio dei beni museali, alterazione degli standard ambientali».
* Fonte: Adriana Pollice, IL MANIFESTO
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