Politiche europee sulle droghe, un nuovo Forum alla prova

by Susanna Ronconi * | 1 Agosto 2018 10:46

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I venti che spirano in una parte dell’Unione europea, a Est soprattutto, ma anche a Sud, come sappiamo bene, non depongono a favore di politiche sociali aperte e innovative.

Anche sulle droghe, come sulle migrazioni o sulle povertà, potrebbero pesare populismi e nazionalismi, avvezzi alle risposte muscolari ben più che alle strategie di respiro, basate sulle evidenze e sul rispetto dei diritti umani: Vienna 2019, il Meeting di Alto livello Onu sulle droghe, sarà un banco di prova politicamente importante. Di contro, la nuova composizione e la nuova direzione del Forum europeo della società civile sulle droghe (Csfd) – il gruppo di associazioni attive nelle politiche sulle droghe che si affianca in qualità di gruppo di esperti alla Commissione Europea ed è interlocutore del Gruppo orizzontale droghe (Hgd), che rappresenta i governi – va nella direzione delle politiche riformiste, orientate al contenimento dell’approccio penale e alla riduzione del danno. Ai primi di luglio, sono state confermate o accolte per la prima volta 45 associazioni e reti europee, che pur continuando a rappresentare tutti i diversi orientamenti (per l’Italia Forum Droghe, Parsec Consortium e San Patrignano), per il nuovo triennio 2018-2020 sono prevalentemente espressione di quanto nella società civile (Sc) sia progredito l’approccio critico verso le politiche globali e come si stiano concretamente percorrendo altre strade.

Gli obiettivi del nuovo Csfd prevedono innanzitutto il presidio e la promozione dell’attuale Piano europeo sulle droghe, che lo scorso anno è stato varato con l’apporto significativo del Forum stesso, raggiungendo una formulazione tra le più avanzate, considerando pluralità e mediazioni, per esempio su riduzione del danno, partecipazione, promozione di forme alternative al carcere, monitoraggio delle politiche innovative sulla cannabis (vedi rubrica su il manifesto del 23 agosto 2017[1]). Il Forum ha verificato attraverso le sue antenne nazionali come molti governi non abbiano adottato il Piano e ne siano fortemente lontani.

Una campagna di advocacy finalizzata al rispetto delle linee guida del Piano comunitario in tutti i paesi membri sarà avviata entro l’anno, con materiali informativi e campagne di comunicazione in tutte le lingue: una opportunità per chi, come noi in Italia, ha un Piano nazionale obsoleto e iperproibizionista.

Azioni specifiche saranno indirizzate al contesto internazionale, soprattutto al mantenimento e allo sviluppo della posizione riformista già espressa dalla Commissione europea in sede Onu in sede Ungass 2016: banco di prova anche a livello nazionale, per noi, memori del ruolo di rottura del fronte europeo che giocò l’Italia di Berlusconi e Giovanardi nel 2009, rendendo il ruolo comunitario più debole nel contesto globale, a favore dei proibizionismi di Usa e Russia. Campagne e lavoro di advocacy anche per il ruolo delle associazioni nelle politiche nazionali sulle droghe: sarà lanciata in ogni stato membro una call aperta alle associazioni, mirata sia a documentare buone prassi nel dialogo politico che a sostenere micro-piani d’azione locale per aumentare il peso della società civile nei processi decisionali locali o nazionali (ai primi di agosto la pubblicazione del bando su www.fuoriluogo.it).

Infine, il futuro prossimo: l’impegno del Csfd è proiettato verso il 2020, quando sarà varata una nuova Strategia europea sulle droghe. Prioritario sarà l’impegno verso la Commissione e verso i governi nazionali a progredire in un approccio riformista, contro ogni tentazione nazional-muscolare.

* Fonte: Susanna Ronconi, IL MANIFESTO[2]

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Endnotes:
  1. rubrica su il manifesto del 23 agosto 2017: https://ilmanifesto.it/piano-dazione-europeo-avanti-adagio/
  2. IL MANIFESTO: https://ilmanifesto.it/

Source URL: https://www.dirittiglobali.it/2018/08/politiche-europee-sulle-droghe-un-nuovo-forum-alla-prova/