Usa/Russia. Disarmo e sanzioni, le indiscrezioni che irritano Trump e Putin

Usa/Russia. Disarmo e sanzioni, le indiscrezioni che irritano Trump e Putin

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MOSCA. Due scoop, resi noti a poche ore uno dall’altro scuotono di nuovo, dalle fondamenta, le relazioni Russia-Usa. Ieri il sito Politico ha pubblicato ampi stralci di un documento in lingua russa intitolato «Dialogo sul problema del controllo dei documenti» che sarebbe stato consegnato da Putin a Trump durante i colloqui privati di Helsinki.

Nel documento il governo russo esprime «la volontà di estendere una serie di trattati nucleari di riferimento e di perseguire nuove limitazioni agli armamenti».

In primo luogo, propone un’estensione di cinque anni del cosiddetto «Nuovo Trattato Start» che limita le armi nucleari, firmato da Putin e Obama nel 2010 e che scadrà nel 2021, in cui le parti concordavano di limitarsi a 1.500 testate nucleari e consentivano una serie di ispezioni di controllo regolari.

Secondo Politico, Mosca riaffermerebbe anche «l’impegno per accordi sui missili a medio raggio». Ci si riferisce in particolare al trattato sulle armi nucleari del 1987, negoziato da Ronald Reagan e Michail Gorbaciov e che vietava la proliferazione di missili balistici e da crociera.

Il documento russo solleva anche la questione di un nuovo trattato spaziale che «impedisca a entrambi gli Stati di lanciare armi in orbita». Usa e Russia sono entrambi firmatari del trattato sullo spazio extra-atmosferico del 1967, che proibisce solo di lanciare nello spazio armi di distruzione di massa. In realtà sia gli Usa che la Russia, nonché la Cina, starebbero progettando armi anti-satellite e altri mezzi offensivi per attaccare siti spaziali.

L’appello russo affronta anche le crescenti tensioni in Europa orientale, proponendo che Washington e Mosca «prendano misure per prevenire incidenti durante lo svolgimento di attività militari in Europa, nonché per aumentare la fiducia e la trasparenza nella sfera militare».

Si propongono consultazioni di «stabilità strategica» oltre al cosiddetto dialogo 2 + 2 tra i segretari di Stato e della difesa degli Usa e le controparti russe, così come incontri tra i capi delle forze armate russe e Usa.

La pubblicazione del documento ha provocato parecchio malumore alla Casa bianca che ha rifiutato di commentare le rivelazioni. Con questa mossa, si sussurra però a Washington, i russi vorrebbero presentarsi all’opinione pubblica internazionale come i fautori della pace contro i falchi a stelle e strisce.

La contromossa di Trump potrebbe essere già contenuta in una lettera che il presidente americano ha fatto avere ieri all’omologo russo, che tratterebbe proprio alcune questioni del disarmo.

Ma senza voler essere maliziosi a tutti costi, la decisione russa di far filtrare i contenuti di un testo che doveva essere riservato solo a Trump e al Pentagono potrebbe essere anche legata al documento del Congresso americano pubblicato ieri in esclusiva sul moscovita Kommersant, in cui si elencano le nuove sanzioni anti-russe.

Le sanzioni stavolta si focalizzeranno principalmente su sette grandi banche russe come Sberbank, Vtb, Veb e Psb. La vera novità è che per la prima volta viene duramente colpita Sberbank, un istituto utilizzato abitualmente da molti investitori Usa per acquisire titoli obbligazionari russi.

Le nuove sanzioni impongono il divieto ad aziende e cittadini americani di compiere operazioni con il debito pubblico russo con scadenza a più di due settimane e l’estensione del monitoraggio della violazione delle sanzioni sulle attività delle compagnie di assicurazione. Quello che ha però più irritato il Cremlino sono le motivazioni che si adducono per le nuove restrizioni: nel documento infatti si afferma che la Russia sarebbe uno «Stato sponsor del terrorismo».

Un’accusa che ha fatto chiedere retoricamente al ministero degli esteri russi «fino a che punto proseguirà il delirio russofobo che attanaglia gli Usa». La notizia di nuove limitazioni all’attività economica russa sui mercati internazionali ha creato nervosismo sul mercato valutario di Mosca dove la valuta Usa ha superato quota 1 contro 65 con il rublo e l’euro ha sfondato il tetto di 1 a 75.

Secondo l’analista della Otkryt Broker, Timur Nigmatullin, se le sanzioni saranno introdotte in una versione «più morbida di quella prevista dal documento, allora ci si può aspettare una fluttuazione del rublo tra i 65-70 rubli per dollaro». Diversamente le conseguenze sul rublo potrebbe essere più gravi.

* Fonte: Yurii Colombo, IL MANIFESTO



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