Anche sul Ceta si prepara il voltafaccia 5 stelle

Anche sul Ceta si prepara il voltafaccia 5 stelle

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«Sono in Italia perché la vittoria di associazioni, produttori, consumatori e sindacati con lo stop alla ratifica del Ceta prima delle elezioni, l’impegno di oltre 2mila Enti locali e della quasi totalità dei candidati alle politiche a bocciarlo in Parlamento, sono una vera opportunità di cambiamento delle regole del commercio di cui abbiamo bisogno per battere la crisi economica, ambientale e sociale. Non mi aspettavo di assistere a un passo indietro dal Governo, ma sono certa che li convincerete a ripensarci». Maude Barlow, presidente della storica associazione ambientalista d’oltreoceano Council of Canadians, insieme alla sua capo dipartimento commercio Sujata Dey ha fatto tappa a Roma, nel suo viaggio in sostegno dell’Europa che resiste alla liberalizzazione commerciale tra Europa e Canada.

«ABBIAMO AVUTO una strana sorpresa quando il sottosegretario italiano allo Sviluppo economico Michele Geraci, in un incontro al Mise facilitato dalla Campagna contro Ttip e Ceta, ci ha spiegato che l’Italia non sa ancora da che parte stare e che c’è una Task force al lavoro per decidere se al Paese convengano o no questi trattati», ammette Barlow, Nobel alternativo nel 2005 per aver ottenuto come relatrice speciale Onu il riconoscimento dell’acqua come diritto umano. «La stampa internazionale è esplosa dopo dichiarazioni molto nette dei vicepremier Salvini e Di Maio sul fatto che l’Italia avrebbe bocciato il trattato – ha ricordato Barlow – Ma forse non hanno informato del cambiamento neanche i loro eletti». Barlow ha incontrato deputati e senatori impegnati contro il Ceta, molti tra i quali dei partiti di Governo. «Erano preoccupati e arrabbiati di questo arretramento – racconta, ci hanno mostrato il Contratto di governo dove c’è scritto che Lega e M5S intendono opporsi a Ttip, Ceta e trattati simili perché limitano la tutela dei diritti dei cittadini e ledono il mercato interno. Dal M5S ci hanno spiegato che nella costruzione online del programma elettorale, il punto contro il Ceta era tra i più votati».

L’esperta teme le pressioni del Governo canadese e dell’Europa: «la commissaria Ue al Commercio Malmstrom ha sostenuto in tv di essere al lavoro con il governo italiano per costruire una narrativa positiva sul Ceta e convincervi a dire sì. Il nostro ministro dell’agricoltura è passato per l’Italia e ha incontrato solo chi era d’accordo. Raccontano che il Canada abbia altissimi standard di sicurezza alimentare, ambientale e sociale. Dopo 25 anni di libero scambio con gli Usa con il trattato Nafta, del tutto simile al Ceta, siamo cambiati».

IN CANADA OPERANO 47 mila aziende Usa che grazie alla parziale approvazione del Ceta avvenuta un anno fa già godono nel mercato Ue degli stessi benefici delle aziende canadesi. «Appena il trattato sarà ratificato da tutti i vostri Stati e entrerà in vigore del tutto, se una vostra legge o standard dovesse limitare i loro interessi, potranno farvi causa grazie al meccanismo arbitrale di protezione degli investitori (Isds), come hanno fatto contro il Canada grazie al Nafta che lo ha introdotto», avverte l’esperta.

GLI USA HANNO CITATO il Canada 41 volte, in 2/3 dei casi per standard ambientali o alimentari ritenuti troppo stringenti. Il Canada ha perso e pagato 300 milioni di dollari, ha arbitrati in corso per altri 1,75 miliardi e per questo ha ottenuto da Trump che il nuovo Nafta appena chiuso non contenga l’Isds. «La nostra ministra agli esteri – ha rivelato infine Barlow – ha denunciato che questi arbitrati ‘elevano i diritti delle corporation al di sopra dei governi sovrani’ e che senza arbitrato ‘abbiamo rafforzato il diritto del nostro governo di regolamentare nell’interesse pubblico, per proteggere la salute pubblica e l’ambiente’. Però vuole che voi ratifichiate il Ceta, e il prima possibile, che ne contiene uno quasi uguale. Imparate dai nostri sbagli: fermateli subito».

* Fonte: Monica di Sisto, IL MANIFESTO



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