La Lega prende anche il Trentino, in Alto Adige avanza il team Köllensperger

La Lega prende anche il Trentino, in Alto Adige avanza il team Köllensperger

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Sull’onda del clamoroso boom di voti alla Lega, il centrodestra conquista per la prima volta il Trentino. Mentre la Svp si conferma primo partito in Alto Adige, ma fa registrare il minimo storico del consenso dal 1948 e dovrà fare i conti con una nuova maggioranza e un’inedita opposizione.

TRAMONTA COSÌ A TRENTO l’epoca del «centrosinistra autonomista» di Ugo Rossi, al pari della candidatura a presidente dell’ex senatore Pd Giorgio Tonini, fermatosi al 27% nella conta delle schede. E inizia, in parallelo, l’era di Maurizio Fugatti, sottosegretario del governo Conte che con l’appoggio di otto liste ha incassato il 46%.

Mentre a Bozen tramonta la stagione d’oro delle Volkspartei separatiste, che domenica hanno bruciato tre quarti dei voti, e si profila il nuovo orizzonte del «Team» di Paul Köllensperger: l’ex grillino che ha trasformato il suo movimento nel secondo partito del Sudtirolo. Dove, esattamente come a Trento, spadroneggia la Lega di Matteo Salvini capace di sfondare nelle valli feudo della Svp come scippare il monopolio a Bolzano-città.

Su entrambi i versanti delle Dolomiti si assiste all’inarrestabile crollo del Pd e all’imprevisto «inciampo» dei Verdi che hanno lasciato per strada 10 mila voti pur confermandosi nei centri urbani. Ma fa rumore soprattutto il flop dei Cinque stelle rimasti congelati alla stessa quota di voti del 2013 nella parte «tedesca» e saliti troppo poco sul versante «italiano». In Trentino vince a mano bassa la lista «Lega-Salvini-Trentino» che sfiora il 28% dei voti in provincia e tocca il 23,3% a Trento. Senza contare il 40% raccolto in media nei comuni lungo il confine meridionale con il Veneto. Una valanga di preferenze: oltre 166 mila contro le sole 35.500 del Pd, passato dal 22% del 2013 al 13,9% di domenica.

AL TERZO POSTO finisce il Patt del governatore uscente Ugo Rossi con il 12,6% (era 17,5 cinque anni fa) davanti al M5S (7,2%) e alle cinque liste civiche. Forza Italia vale appena il 2,8% (dal 4,4% del 2013) mentre Fdi rimane all’1,5%: più o meno la quota di Leu. Mentre la sinistra in formato Altro Trentino non oltrepassa l’1% e Casapound prende giusto 1.200 voti. A crescere, in provincia, è solo la Lega e (ma solo dell’1.5%) i pentastellati.

«Abbiamo fatto la storia: ho conquistato Trento la rossa» scandisce Fugatti al caldo delle congratulazioni di Matteo Salvini. «Il risultato ci dà molto orgoglio e ci responsabilizza di fronte al forte mandato popolare ricevuto. I trentini hanno ricordato le nostre battaglie sul territorio: punti nascita, guardie mediche, la sicurezza, il lupo, l’orso, così come i profughi». Ieri sera da neo presidente ha voluto «abbracciare» la città scaldando i militanti leghisti con la promessa di «trentinizzare il Trentino». Anche se per adesso, gli basta aver quintuplicato i voti del Carroccio.

IN ALTO ADIGE lo scrutinio chiuso già domenica notte restituisce l’esito del voto sancito dal 73,9% degli aventi diritto: 10% in più che in Trentino. La Südtiroler Volkspartei rimane ampiamente il primo partito con il 41,9%, ma perde quasi il 4% rispetto a cinque anni fa e si dovrà accontentare di due consiglieri di meno. Colpa del «Team Köllensperger» che ha calamitato la fiducia di oltre il 15% degli altoatesini facendo perfino meglio della Lega che ha quadruplicato i voti (11,1% rispetto al 2,5 del 2013 in coalizione con Forza Italia e Team Autonomie). A seguire i Verdi con il 6,8%, davanti ai separatisti in formato Die Freilichten (6,2% dal 17,9) e Süd Tiroler-Freiheit (5,9% dal 7,2). Tutti prima del Pd inchiodato a quota 3,8% (dal 6,7); peggio solo i Cinque stelle con il 2,3%, Forza Italia con l’1% e Casapound con lo 0,9%; mentre Sinistra Unita si ferma allo 0,6%. A Bolzano la Lega si conferma il primo partito forte del 27,8% dei consensi. La Svp scende dal 22,2% al 16,6 e il Pd dal 22,2 al 12,2; mentre i Verdi raggiungono il 10,4% davanti a «Team Köllensperger» (7,2%), M5S (6,3%) Alto Adige nel cuore (5,9%) e Casapound (3,6%).

In questa condizione si dà per praticamente chiuso l’accordo Lega-Svp che garantirebbe i tre consiglieri «italiani» mancanti alla maggioranza suditirolese e «spianerebbe» la strada dei rapporti con il governo giallo-verde di Roma.

* Fonte: Sebastiano Canetta, IL MANIFESTO

photo: Di Mercuri88 [CC BY-SA 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], da Wikimedia Commons



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