Suprematista attacca la sinagoga a Pittsburgh: almeno 11 morti
NEW YORK. A dieci giorni dal midterm e mentre gli Usa stanno ancora metabolizzando la serie di pacchi bomba inviati a 14 politici e sostenitori del partito democratico, gli Usa si sono svegliati con la notizia di un ennesimo mass shooting. Un uomo bianco di 46 anni identificato come Robert Bowers, ha aperto il fuoco in una sinagoga, «Tree of Life» a Pittsburgh, in Pennsylvania, in un quartiere storicamente abitato da ebrei, Squirrel Hill, durante il servizio del sabato mattina, lo shabbat. Mentre scriviamo il numero delle vittime è ancora incerto, ma sarebbero almeno 11. Sette i feriti tra cui 4 poliziotti.
IL MASS SHOOTING è avvenuto all’interno della sinagoga durante alcune funzioni. La polizia ha affrontato Bowers fuori dal luogo di culto, dove alla fine l’uomo – che aveva una pistola alla cintura e una legata alla caviglia – dopo essere stato ferito, si è arreso; mentre sparava, Bowers ha più volte detto di volere uccidere gli ebrei, non lasciando dubbi sulle motivazioni d’odio del suo crimine. Dall’analisi degli account dei social media del killer si delinea il ritratto di un nazionalista neo-nazista bianco, con un odio profondo nei riguardi di ebrei, migranti e rifugiati, e con poca simpatia anche nei confronti di Trump in quanto, a suo sentire, troppo moderato e troppo debole con gli ebrei.
BOWERS SEMBRAVA anche suggerire, senza fondamento, un collegamento tra gli ebrei e la carovana di migranti centro americani che si stanno dirigendo verso gli Stati uniti attraverso il Messico: gli ebrei sarebbero, per il killer, i loro finanziatori. Nei suoi post più recenti Bowers ha ripetuto le teorie diffuse da Trump e dai conservatori sul fatto che «terroristi musulmani» si starebbero intrufolando negli Stati uniti mischiandosi alla carovana. A gennaio Bowers aveva aperto un account su Gab, un social network che si autodefinisce il «paradiso della libertà» di parola mentre in realtà è un luogo di ritrovo virtuale molto popolare tra gli attivisti di estrema destra e i nazionalisti bianchi le cui opinioni non sono gradite su altri social.
A FREQUENTARE GAB ci sono personalità come quella del provocatore di destra Milo Yiannopoulos e quella di Andrew Anglin, il fondatore del sito neo-nazista Daily Stormer. L’account di Gab di Bowers era dominato dai riferimenti agli ebrei; diverse settimane fa aveva pubblicato un link al sito web di Hias, un’organizzazione ebraica senza scopo di lucro che aiuta il reinsediamento dei rifugiati, che stava pianificando una cerimonia per lo shabbat per i rifugiati in varie località del Paese. «Hias! Ti piace portare degli ostili invasori per dimorare in mezzo a noi?» aveva scritto, e poche ore prima di aprire il fuoco sullo stesso account aveva pubblicato: «Hias ama portare invasori che uccidono il nostro popolo. Non posso stare a guardare mentre il mio popolo viene massacrato. Sto arrivando». La sinagoga Tree of Life si definisce una congregazione «progressista ed egualitaria», si è formata nel 1864, ed è la più antica congregazione ebraica di Pittsburgh.
INTERVISTATO riguardo il massacro che l’ha colpita, Donald Trump ha dichiarato che parte della dinamica distruttiva è stata anche colpa della mancanza di guardie armate all’interno del tempio, così come The Donald aveva sostenuto più volte anche dopo episodi analoghi di mass shooting avveniti all’interno delle scuole. A tornare, quindi, poco prima del voto di midterm, è il dibattito sul gun control, e sulle vie da seguire per prevenire i mass shooting negli Usa.
«MI FA MALE OGNI VOLTA che vedo questi titoli seguiti dall’inerzia politica, ma abbiamo il potere di cambiare tutto ciò. Squirrel Hill il mio cuore è con te. Combatteremo per te ogni singolo giorno» ha scritto su Twitter David Hogg, uno dei ragazzi fondatori del movimento per il controllo delle armi Never Again, nato dopo il mass shooting in una scuola superiore di Parkland, in Florida, e in un tweet successivo si è rivolto direttamente alla lobby delle armi Usa, la Nra, ed ha aggiunto «Fuck Nra, vote».
* Fonte: Marina Catucci, IL MANIFESTO
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