Un libro di poesie dal Kurdistan per apprezzare il valore della libertà

Un libro di poesie dal Kurdistan per apprezzare il valore della libertà

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Poesie da un autunno guerrigliero

 

Autunno è il titolo di un piccolo, prezioso libro di poesie, pensieri, frammenti di vite. Un libro di appunti partigiani dal Kurdistan, come recita il sottotitolo.

Raccoglie poesie e scritti di Atakan Mahir, Salvatore Ceccarini, Piergiorgio Daltoni, Ali Haydar Kaytan e Abdullah Öcalan. Le fotografie, immagini di quotidianità di guerriglieri e guerrigliere del PKK sono della guerrigliera turca Gülnaz Ege (nome di battaglia Nuran Er).

Pubblicato nella sua versione originale in italiano, il libro sarà tradotto anche in spagnolo. Nel prologo i curatori del volume si fanno alcune domande, Cos’è la libertà? Chi è morto per noi? Perché tanti e tante, più o meno anonimi uomini e donne, sono stati disposti a sacrificarsi per le generazioni a venire?

Cosa c’entra con noi?

Alcune delle risposte sono nelle poesie e nei pensieri di questo libro. ANF ha chiesto ai curatori di raccontare come è nato questo libro, in che contesto.

Il volume è disponibile presso l’Ufficio d’Informazione del Kurdistan in Italia e i proventi saranno devoluti a progetti per il Kurdistan.

 

Com’è nata l’idea di questo libro?

Sono arrivati questi  piccoli quaderni stropicciati, quaderni che in montagna i compagni e le compagne usano per prendere appunti e scriverci i propri pensieri.

Ci abbiamo trovato pensieri, sogni, paure, amore, dolore, speranza, tutto in forma di poesie e di immagini.  Tante persone, diverse fra loro hanno sentito questi appunti, questi schizzi di due militanti qualunque, messi su carta in fretta e furia fra un passo e l’altro, come una finestra sulla vita in montagna, su quello che c’è da scoprire fra una roccia e un’altra: E’ nata la voglia di trascrivere «in bella» questi quaderni e di condividerli assieme alle fotografie della compagna Nuran Er, caduta sotto le bombe turche ad Amed Lice nel settembre 2017 e alle parole di Atakan Mahir, compagni e compagne che hanno fatto della montagna la loro casa in movimento.

Le due poesie che chiudono questo libretto sono di due dei fondatori del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK),tra cui Abdullah Öcalan, il leader del popolo curdo, dal 1999 lotta rinchiuso nella prigione/isola di massima sicurezza di Imrali, in condizioni di reclusione inumane.

La poesia come mezzo di comunicazione di una realtà solo apparentemente lontana… che ruolo può aver la poesia nella trasmissione di esperienze come quella kurda?

Che c’entra con noi, con la vita di tutti i giorni la rivoluzione kurda? L’esperienza rivoluzionaria che da anni sta attraversando il kurdistan in montagne e città non ha trasformato solo la società, liberando dal  patriarcato e dal capitalismo vaste aree geografiche ma ha anche cambiato radicalmente la vita di intere generazioni di persone che ogni giorno danno la vita perché ciò possa accadere. Tutte queste generazioni immaginano, dipingono,parlano, cantano, scrivono e vivono un mondo nuovo, diverso.

Attraverso la poesia, chiudendo gli occhi ed aprendo il cuore, forse si riesce a toccare un po’ di quel mondo.

Come pensate di diffondere il libro? letture, presentazioni nelle scuole ecc…

Sarebbe bello che il libro abbia più vite e attraversi persone e percorsi diversi tra loro, la poesia a volte ha questa capacità: di saper parlare al cuore oltre che alla testa. Vorremmo che arrivi sia alle rivoluzionarie e rivoluzionari che alle bimbe e ai bimbi delle scuole, alle nonne e i nonni alle lavoratrici e ai lavoratori etc… Questo può avvenire sia attraverso la lettura pubblica delle poesie che al teatro, alla presentazione negli spazi liberati o nelle università.



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