Ieri il primo sciopero globale dei ciclofattorini in cerca di diritti

by Clara Mogno * | 2 Dicembre 2018 10:15

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Anche i capitalisti delle piattaforme digitali compiono gli anni. E, ieri, i lavoratori delle consegne a domicilio in bicicletta attraverso le piattaforme digitali – il food delivery 2.0 – hanno deciso di festeggiare il fondatore di Deliveroo Will Shu in un modo molto speciale, con un vero giorno di festa: smettendo di lavorare e organizzando uno sciopero in 35 città in tutto il mondo. La data, lanciata durante l’assemblea tenutasi a Bruxelles a fine ottobre, segna un salto nell’organizzazione delle rivendicazioni da parte dei riders. Oggi possono contare su una nuova rete sindacale che supera le frontiere ed è stata battezzata Transnational Federation of Couriers. Se il capitalismo delle piattaforma opera a un livello globale, allora è necessario organizzare il contrattacco sullo stesso piano. Questo hanno capito i «riders» in una giornata di mobilitazioni, scioperi e rallentamenti del servizio da Hong Kong a Parigi, da Londra a Berlino. Un bel regalo di compleanno, per Will Shu, con i lavoratori e le lavoratrici di Deliveroo uniti per l’occasione anche con quelli di Foodora, Glovo, Uber Eats, Just Eat e delle piattaforme più piccole in Italia come MyMenù.
NELL’ORGANIZZAZIONE del lavoro digitale la forza lavoro tende ad essere considerata solo nei termini di un lavoro autonomo sottopagato o pagato a cottimo. Numerose sono state negli ultimi tre anni le cause di lavoro per dimostrare la falsità di questa presunta «autonomia» – giusto a titolo d’esempio si pensi alla recente risoluzione della Corte di Cassazione francese, che sottolinea come il lavoro di piattaforma presenti elementi caratterizzanti il rapporto di subordinazione. E, a sei mesi dall’inizio del «tavolo» organizzato dal ministro del lavoro Luigi Di Maio tra riders, sindacati e piattaforme ancora si attende una risposta concreta alle rivendicazioni dei lavoratori.

LE SFIDE DEL DIRITTO del lavoro non hanno fermato i ciclofattorini che continuano a organizzare assemblaggi organizzativi, non solo locali e nazionali, ma transnazionali. L’idea di questa prima giornata di lotta europea è quella di restituire la composizione stratificata e molteplice, presente sia nei mercati digitali che in molti altri, che esprime la caratteristica intersezionale di genere, razza e classe della forza lavoro contemporanea.

QUESTA È L’AGENDA delle rivendicazioni: un’assicurazione dignitosa; il miglioramento delle condizioni di lavoro; l’aumento della retribuzione; l’abolizione dei sistemi di classificazione \[ranking\] e di concorrenza interni e del cottimo; il riconoscimento dei diritti sindacali e di un vero sistema di tutele. Su queste richieste di base si stanno organizzando i sindacati autonomi, collettivi e gruppi di rider e in tutti i paesi in cui sono presenti le piattaforme i problemi sono gli stessi: la precarizzazione progressiva e crescente, la lotta contro le nuove forme di controllo sulle performance dei lavoratori, una retribuzione calcolata sul cottimo e sulla prestazione e non sul tempo di lavoro.

DELIVEROO, rappresentata dal simbolo del canguro, ha costruito le proprie cucine e cerca di sostituirsi ai ristoranti parigini e londinesi. Proprio come Amazon ha fatto in questi anni con le librerie. Potenzialmente tutte le compagnie di delivery potrebbero seguirlo. Tale possibilità è data dal possesso delle informazioni sui consumi, sulle abitudini dei consumatori, sul potere di acquisto dei clienti nei diversi territori – informazioni che sono estratte e messe a valore indebitamente. Anche per questo nei documenti dei lavoratori cresce l’attenzione sull’uso dei dati dei consumatori, degli esercenti e dei lavoratori e la loro tutela.

L’IDEA DEL NUOVO sindacalismo è fare pressione su una struttura globale, quale è quella che compone le diverse compagnie di delivery. I lavoratori si augurano che lo sciopero di ieri, oltre ad essere una splendida cartolina d’auguri per il compleanno di Will Shu, possa inaugurare una rottura che porti a una prossima riconfigurazione della contrattazione e quindi dei rapporti di forza.

QUANDO SI LAVORA come rider sembra di dover rispondere ad un fantasma: la «app», l’applicazione. Ma come sono materiali le consegne da trasportare, gli ordini da espletare e i chilometri da percorrere così si rendono sempre più visibili i rapporti di complicità, cooperazione e mutualismo tra i colleghi e le colleghe, nonostante la fabbrica sia diventata tutta la città. Si rendono visibili i legami, le reti, le rivendicazioni. Si annunciano tempi di festa, di sottrazione dalla produzione e dalla precarietà, lavorando con lentezza quando si chiede di correre, fermandosi quando gli assemblaggi funzionano in un concerto globale.

* Fonte: Clara Mogno, IL MANIFESTO[1]

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  1. IL MANIFESTO: https://ilmanifesto.it/

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