Baletto Di Maio-Salvini sui migranti bloccati in mare

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La svolta, se davvero di questo si tratta, arriva a quando a bordo delle navi Sea Watch 3 e Professor Albrecht Plenk volontari e migranti si stanno preparando a passare l’ennesima notte in mezzo al mare, e accende un nuovo scontro tra i due vicepremier. «Malta faccia sbarcare subito donne e bambini da quelle imbarcazioni e li mandi in Italia. Li accoglieremo. Siamo pronti ancora una volta a dare, come sempre, una lezione di umanità all’Europa», scrive su Facebook Luigi Di Maio.

Sono le parole che dovrebbero mettere fine all’odissea che da troppi giorni sono costrette a vivere le navi delle ong tedesche Sea Watch e Sea Eye con il loro carico di migranti e alle quali finora Italia e Malta, ma anche Spagna e Germania, hanno rifiutato di aprire i loro porti. Una decisione, quella del vicepremier grillino, presa nel tardo pomeriggio di ieri in accordo con il presidente del consiglio Giuseppe Conte al termine di una telefonata nella quale il premier avrebbe fatto presenti le pressioni ricevute dal commissario Ue all’Immigrazione Dimitris Avramopoulos per mettere fine a una situazione diventata ormai insostenibile.

Ma la nuova linea del governo è utile a Di Maio anche per calmare, almeno in parte, il dissenso crescente nel Movimento 5 Stelle verso il decreto sicurezza e più in generale le politiche sull’immigrazione della Lega.

Anche se fonti del Carroccio si affrettano a far sapere che l’apertura verso le due ong è stata presa in accordo con Matteo Salvini, che si sarebbe sentito con Di Maio, la decisione assunta scavalca di fatto il leader leghista e la sua linea della fermezza imposta fino a oggi. E infatti la reazione, sebbene contenuta, non nasconde lo scarso gradimento verso l’improvvisa novità. «Una nave tedesca e una nave olandese in acque maltesi, ma ad accogliere dovrebbe essere ancora una volta l’Italia», scrive a sua volta su Facebook il vicepremier leghista. «Possiamo inviare a bordo medicine, cibo e vestiti, ma basta ricatti. Meno partenze, meno morti. Io non cambio idea».

Non è la prima volta che una telefonata serve a dare finalmente accoglienza a dei migranti. Lo scorso mese di agosto era stato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a chiamare il premier Conte sollecitandolo a trovare una soluzione alla vicenda della nave Diciotti della Guardia costiera, ferma da tre giorni nel porto di Catania con 177 migranti a bordo. Questa volta dal Colle non sarebbe arrivata nessuna telefonata, ma è risaputo come per queste vicende il presidente preferirebbe che venisse sempre adottata una linea umanitaria, come ribadito del resto anche nel discorso di fine anno.

Resta da vedere adesso, se la svolta di ieri rappresenta davvero la conclusione della vicenda. L’idea di fra sbarcare solo donne e bambini,come proposto da Di Maio, non convince infatti i rappresentanti della Sea Watch, contrari a dividere i nuclei famigliari, ma non solo: «Non sappiamo quanto prendere sul serio una politica fatta di annunci su Facebook», spiega a sera la portavoce della ong tedesca Giorgia Linardi. Ieri, grazie a una nave partita da Malta, la Sea Watch 3 ha potuto fare il cambio di equipaggio ed essere rifornita di viveri e carburante. C’è stato anche un momento di tensione quando un migrante si è gettato in acqua e ha tentato di raggiungere a nuoto la riva, subito recuperato e messo in salvo dai volontari.

«A bordo ci sono nuclei familiari che non possono e non vogliono essere divisi», prosegue Linardi. «Dirsi disposti ad accogliere 4 donne, 3 bambini e 4 minori non accompagnati è discriminatorio, è vero che si tratta di soggetti vulnerabili, ma dopo 15 giorni trascorsi in mare anche tutti gli altri devono essere considerati vulnerabili. C’è una trattativa in corso in Europa con alcuni Stati che avrebbero accettato di accogliere i migranti. L’Italia farebbe meglio a unirsi a loro».

Nel suo post su Facebook Di Maio ha attaccato Malta «che non fa attraccare le due imbarcazioni nonostante siano nelle loro acque territoriali», e l’Europa che «se ne frega». Aprendo un nuovo fronte, questa volta con la Valletta. Piuttosto che fare tali dichiarazioni contro Malta e la solidarietà europea, l’Italia dovrebbe partecipare al ricollocamento dei migranti attualmente in corso», afferma in una nota il ministro degli Interni Michael Farrugia, che invita anche Di Maio a «evitare» in futuro dichiarazioni analoghe.

* Fonte: Carlo Lania, IL MANIFESTO



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