Migranti. In piazza a Montecitorio va in scena la solidarietà: «Non siamo pesci»

Migranti. In piazza a Montecitorio va in scena la solidarietà: «Non siamo pesci»

Loading

Composti, quasi silenziosi, sotto gli ombrelli e dietro il cartellone «Unica soluzione, l’attracco» ancorato alla recinzione di piazza Montecitorio, si sono radunati a drappelli in un migliaio circa, ieri sera, chiamati a raccolta dalla petizione «Non siamo pesci» lanciata da Luigi Manconi, dalla sua associazione A buon diritto e dai Radicali italiani, oltre a un elenco di scrittori e personalità dello spettacolo e della cultura, come il regista Gabriele Muccino che si dice molto confortato dalla riuscita dell’appello. «Ciò che succede in Italia di oggi fa molto male, anche pensando a cosa è successo 71 anni fa in un Paese che non era neanche quello di adesso – aggiunge Muccino – e sicuramente in un momento così fa piacere quando ci si sente almeno un po’ meno soli».

Quasi nessuna bandiera, a parte alcune della pace, della FpCgil e di Medici senza Frontiere. «Pensavo di trovare cinque o dieci persone al massimo – dice Roberta, una delle prime ad arrivare – invece siamo tanti, anche se ancora disorganizzati». C’è la segretaria generale della Fiom Francesca Redavid, esponenti delle ong come Intersos, LasciateCIEntrare, consiglieri comunali e presidenti dei municipi come Amedeo Ciaccheri che ha lanciato la candidatura a premio Nobel per Riace insieme al sindaco Mimmo Lucano, ai valdesi e alla rivista Left. E poi scrittori, più o meno noti, anche quelli che non ti aspetti di vedere come Luigi Pennacchi.

Ma c’è soprattutto tanto Pd romano, mobiliato da un tam tam sui social network. Incluso Gianni Cuperlo e il deputato livornese Andrea Romano. Poi attivisti e parlamentari di Leu tra cui Nicola Fratoianni che racconta al microfono la sua recente ispezione sulla Sea Watch 3 al fianco di Stefania Prestigiacomo e Riccardo Magi. E un nutrito gruppetto di giornalisti ex Unità tra cui Pasquale Cascella, a lungo portavoce di Giorgio Napolitano al Quirinale e poi sindaco di Barletta.

Nel turn over dei manifestanti infreddoliti, quasi tutti di età non più giovane, alla fine spunta anche qualche striscione, come quello dell’asilo multietnico del Celio, e qualche cartello scritto in fretta, a pennarello. In uno si legge una raccolta di hashtag, da «fateli scendere» a «vogliamo una politica seria»: lo innalza Imma Battaglia, ex consigliera comunale di Sel, ora tornata al suo lavoro di dirigente informatico. E, quasi rinfrancati dalla partecipazione che non accenna a diminuire, parte anche uno slogan ritmato, liberatorio: «Aprite i porti, aprite i porti».

* Fonte: Rachele Gonnelli, IL MANIFESTO



Related Articles

Sorpresa, frena il CO2 “Il mondo ha imparato a inquinare meno”

Loading

Emissioni stazionarie ma Pil globale in crescita Merito delle rinnovabili, anche se molto resta da fare

Slovacchia, prosciolto il presunto mandante dell’omicidio Kuciak

Loading

Per l’omicidio del giornalista Jan Kuciak e della sua fidanzata Martina Kusnirova la procura accusava l'”imprenditore politico” Marian Kocner. Insufficienza di prove. Lo sconcerto delle famiglie e del mondo politico

Asilo in quarantotto ore ecco perché l’Ue guarda all’esempio svizzero

Loading

Ma Amnesty e Unhcr denunciano: troppo restrittive le politiche nei confronti degli esuli siriani

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment