Alta velocità, oggi Salvini visita i cantieri. Pronta «una sorpresa» dai NoTav

by Maurizio Pagliassotti * | 1 Febbraio 2019 10:09

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Ai tempi delle visite dei ministri che furono, tutto si svolgeva in un clima di segretezza. Angelino Alfano giunse al cantiere di Chiomonte e dopo venti minuti, il tempo di una fotografia con gilet giallo e casco da lavoro, ripartì in elicottero.

La visita del ministro dell’Interno Matteo Salvini invece si è da giorni trasformata in uno show. Il variegato mondo No Tav andrà ad aspettarlo, ma senza intenti bellicosi: almeno questo è l’intenzione.

In val Susa hanno capito che il ministro cerca un palcoscenico per la sua campagna elettorale permanente. «Non vi dirò mai quello che stiamo preparando ma per l’arrivo di Salvini a Chiomonte è pronta una sorpresa, che non credo sarà tale per lui»: queste le parole di Alberto Perino, storico esponente No Tav della Valsusa, che poi aggiunge: «È uno dei tanti che ha fatto selfie in questo pseudo cantiere per farsi pubblicità». Salvini «fa pena: un ministro dovrebbe essere più serio, ché quasi uno pensa che non abbia altri vestiti».

Più dure le parole del sito Notav.info: Salvini «indosserà una delle sue divise e verrà al cantiere di Chiomonte per portare solidarietà alle forze dell’ordine, gli unici che lavorano (per modo di dire) per il Tav Torino-Lione. Ci saremo anche noi dalle dieci, alla centrale di Chiomonte con bandiere e tanta voglia di spiegare al ministro che fa circolare dati sballati sui costi che il Tav da qui non passerà mai!». Distinzione importante e calibrata, almeno da queste parti, tra il ministro, che passerà, e l’opera, che non passerà.

Più che allo show di Salvini il movimento pensa alla guerra delle varie analisi costi benefici. Secondo Perino, l’analisi che il ministro sventolerà a favore di telecamere per confutare quella del duo Toninelli – Ponti, non sta in piedi: «Sono studi firmati da uno che è consigliere di Telt, sta cioè nel cda della società responsabile dei lavori di realizzazione della sezione transfrontaliera della Torino-Lione. Le sue previsioni parlano, ad esempio, di fase di completamento del tunnel tra Susa e Bussoleno, mentre neanche è stato espropriato il terreno interessato. È come chiedere all’oste come è il vino che vende», sottolinea.

Nel momento in cui il partito di riferimento del mondo anti Tav, M5s, ha la forza per trasformare il vecchio progetto del tunnel di base nell’ammodernamento della linea storica, si stagliano all’orizzonte ombre sull’esito finale della lunga battaglia. I No Tav rumoreggiano delusi. Però non spingono sulla rottura.

Ma le varie anime scalpitano e sottolineano che la sinistra storica per molto meno ha pagato prezzi politici molto più elevati. Nicoletta Dosio, figura di riferimento dell’ala sinistra del movimento: «Io vado a protestare non solo contro quanto il governo sta facendo sul Tav, ma sull’intero operato. Non perché sia delusa, nei 5 stelle non ho mai creduto, ma perché non si può scindere il rispetto dell’uomo da quello della natura».

* Fonte: Maurizio Pagliassotti, IL MANIFESTO[1]

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