Cominciano in Cina le assemblee legislative. Focus su crescita, spese militari e 5G

by Simone Pieranni * | 5 Marzo 2019 9:30

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Sono cominciate in Cina le due sessioni, il tradizionale appuntamento legislativo. Si chiama «due sessioni» perché si tratta dei lavori della Conferenza politica consultiva del popolo e quelli dell’Assemblea nazionale del popolo. La prima ha un ruolo puramente consultivo, la seconda nei fatti ratifica quanto stabilito dal Consiglio di Stato, precedentemente attivato dal partito comunista.

Le due sessioni, in pratica, costituiscono il momento di sintesi, se non di simbiosi totale, delle attività del partito e dello stato cinese. Solitamente i due appuntamenti sono tenuti a indicare le prospettive salienti per l’anno in corso, specie in termini di eventuali revisioni e previsioni (come ad esempio il budget militare). Lo scorso anno l’Assemblea nazionale segnò un momento particolarmente rilevante nella storia recente del paese, avendo votato una importante riforma costituzionale che, oltre a eliminare il limite del secondo mandato, aveva dato avvio alla commissione nazionale di supervisione.

Quest’anno si aspetta di capire quale eco avrà suoi lavori tutta la vicenda che vede Pechino e Washington fronteggiarsi sulla ormai annosa questione dei dazi. A questo proposito i lavori dei legislatori cinesi si sono avviati con le indiscrezioni che vogliono un accordo ormai prossimo, previsto per la fine di marzo, tra Cina e Usa.

Le due sessioni, però, finiscono sempre per segnare anche il passo della società cinese. Quest’anno, non a caso, si parla molto di tecnologia, anche perché nell’assemblea consultiva si ritrovano molti dei personaggi fondamentali della corsa cinese alla leadership mondiale della tecnologia.

È un esempio Lei Jun, deputato dell’Assemblea nazionale e fondatore di Xiaomi, potente azienda che produce smartphone e di recente lanciato su tutto quanto è intelligenza artificiale. «Il 5G è un nuovo motore dell’economia digitale: le applicazioni industriali non si limitano agli smartphone o alla costruzione di stazioni base ma promuoverà lo sviluppo dell’Internet delle cose, blockchain, prodotti di intelligenza artificiale e applicazioni».

In questa doppia sessione ha segnalato però l’importanza di occuparsi del tema legato all’industria aerospaziale: «La Cina non è ancora perfetta in termini di legislazione commerciale aerospaziale, politiche industriali, accesso alle qualifiche, condivisione delle risorse e sviluppo industriale», ha detto, proponendo l’esplorazione di meccanismi che favoriscono lo sviluppo dello spazio commerciale e introdurre politiche e regole di attuazione. «Il sogno aerospaziale non è solo un sogno del paese, ma anche un sogno per tutti. Attendo con ansia che la Cina diventi un Paese dal potere spaziale». Da segnalare, sempre su temi hi-tech, l’invito proveniente dai boss di Baidu e Tencent di provvedere quanto prima a un codice etico su tutto quanto riguarda l’intelligenza artificiale.

* Fonte: Simone Pieranni, IL MANIFESTO[1]

 

photo: Xiaomi [Public domain]

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