Elezioni in Finlandia: socialdemocratici in testa, ma è una vittoria a metà

Elezioni in Finlandia: socialdemocratici in testa, ma è una vittoria a metà

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Le elezioni parlamentari di domenica scorsa restituiscono il malcontento dei finlandesi per i tagli sociali che sono stati praticati un po’ in tutti i settori dal governo uscente. Ma non c’è un vincitore chiaro anche se il Partito socialdemocratico (Sdp), finora all’opposizione, è senza dubbio il primo partito. Non accadeva da vent’anni.
L’Sdp, guidato dall’ex sindacalista Antti Rinne, ha raccolto il 17,7% dei consensi e avrà adesso 40 deputati su 200 (6 in più delle elezioni precedenti), ma il partito arrivato secondo è quello dei Veri Finlandesi, del leader Jussi Halla-aho e alleato di Matteo Salvini in Europa, che con il 17,5 % dei voti ottiene 39 deputati. Con il 17%, terza è arrivata la Coalizione Nazionale, da sempre il partito della destra in Finlandia ma che oggi ha una connotazione da destra nordica e urbana. Schiererà 38 deputati.Altri due partiti di area progressista, oltre ai socialdemocratici, hanno avuto un buon risultato: i Verdi che con l’11,5% dei voti conquistano 20 seggi, 5 in più delle elezioni precedenti, e l’Unione della sinistra (risultato di molteplici evoluzioni degli ex-comunisti), che con l’8,2% porterà in parlamento 16 dei suoi.

Se non si può parlare di un vincitore netto, si può invece facilmente individuare chi ha decisamente perso.

IL PERDENTE NUMERO uno è il Partito di Centro, quello del primo ministero uscente Juha Sipilä (dimessosi dopo la bocciatura di una riforma sanitaria che aveva fortemente voluto) che con il 13,8 % dei voti ha perso ben 18 deputati (ne avrà 31). I centristi hanno pagato per la politica dei tagli sociali, che se certamente è stata anche opera dell’altro partito governativo, la Coalizione nazionale, ha punito il Partito del Centro dove da sempre ci sono sostenitori di una visione social-liberal.

Il secondo perdente netto è l’ala moderata dei Veri Finlandesi che era rimasta nel governo, scivolata all’1% resta fuori dai giochi.

QUESTI RISULTATI aiutano a capire che l’immagine dorata che è stata data per anni della Finlandia è tramontata da un pezzo. I tagli sociali hanno toccato un po’ tutti i settori e sono stati operati dal governo uscente ma anche da quello precedente formato da una coalizione con destra, centro e ma anche sinistra. La scure si è abbattuta sulla famosa istruzione finlandese. I giornali locali raccontano che le scuole non hanno più soldi per gli insegnanti di sostegno. Che ci sono anziani abbandonati nelle case di cura affidate alle società di investimenti internazionali, interessate principalmente al massimo guadagno e al minimi costo.

IN QUESTI ANNI i finlandesi hanno fatto conoscenza anche di altri problemi: il trasporto pubblico quasi inesistente nei luoghi remoti, la strade provinciali trascurate, la mancanza dei medici nelle zone scarsamente popolate, gli uffici postali che spariscono e così via. È difficile garantire i servizi di base a tutti in un paese più grande dell’Italia e poi dividere i costi di tutto tra 5,5 milioni di abitanti. Ospedali buoni, meravigliose biblioteche pubbliche, servizi per il tempo libero e tante altre cose meritorie ovviamente esistono ma i problemi seri si riscontrano nei settore che toccano i più deboli della società e hanno lasciato il segno nelle urne.

ORA BISOGNERÀ RAGIONARE su quale governo uscirà fuori con questo parlamento. Un governo dei progressisti, vuol dire Sdp, Verdi e la sinistra a sinistra dei socialdemocratici che però non ha una maggioranza sufficiente anche se potrebbe trovare sostegno da due partiti minori, il partito della minoranza svedese (9 deputati e 4,5% dei voti) e i democristiani (5 deputati e 3,9 % dei voti). Si specula sulla possibilità che il Partito del Centro rinunci al periodo di penitenza e abbracci questo tipo di coalizione. Un’altra maggioranza potrebbe essere formata da Sdp, Coalizione Nazionale, Verdi e il piccolo partito della minoranza degli svedesi. La Coalizione nazionale non vuole entrare in governo con l’Unione della sinistra ma già governa la città di Helsinki con i Verdi.

Il vicepresidente italiano Matteo Salvini non può troppo festeggiare per gli alleati Veri Finlandesi che non trovano spazio nel nuovo esecutivo finlandese. Il Partito del Centro e le Coalizione nazionale sono stati al governo con i Veri finlandesi finché la parte più estremista della formazione populista non è uscita nel 2017 ed è rimasta solo la parte minoritaria moderata, adesso annullata dagli elettori. Ora in parlamento la parte più estremista della formazione guidata da Jussi Halla-aho, quella che mandò il suo rappresentante al meeting di Milano dei sovranisti europei organizzato dal Salvini, potrà contare su 39 deputati.

* Fonte: Liisa Liimatainen, IL MANIFESTO

 

foto: Teemu Rajala [CC BY 4.0]



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