Primo maggio: tanti i volti del lavoro sempre più impoverito

by Massimo Franchi * | 1 Maggio 2019 9:13

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C’è chi festeggia e chi sciopera. E c’è chi è costretto a lavorare perché diversamente verrebbe licenziato.

Il primo maggio ai tempi del «governo del cambiamento» è pieno di contraddizioni. A Bologna per esempio a pochi metri di distanza questa mattina ci saranno Cgil, Cisl e Uil che terranno il loro tradizionale corteo nazionale da piazza Venti Settembre fino al comizio in piazza Maggiore alle 12 e i Riders Union Bologna – il sindacato dei fattorini – che alle 10,30 saranno in picchetto e in sciopero davanti al McDonald’s della vicinissima via Indipendenza, lungo la quale passerà il corteo dei confederali.

LA BOUTADE SU CONFINDUSTRIA che voleva salire sul palco della manifestazione sindacale si è svuotata in fretta anche perché il conflitto dei rider è lì a dimostrare come lo scontro lavoratori-padroni è ancora più che attuale e tutt’altro che superato con il ritorno al cottimo rappresentato dalle paghe dei fattorini.

A 17 ANNI DI DISTANZA dall’ultima volta Cgil,Cisl e Uil riportano a Bologna la manifestazione nazionale. Teatro della festa, col titolo “Lavoro, diritti, stato sociale – La nostra Europa” sarà Piazza Maggiore, che i sindacati contano di riempire completamente, tracimando anche nelle strade laterali, con la presenza di maxi-schermi per chi non riuscirà a entrare in piazza.

Alle 12 ci saranno i comizi di Carmelo Barbagallo, Annamaria Furlan e di Maurizio Landini che a Bologna lavorò a lungo in Fiom e ha tanti amici. Dopo tutti al «pranzo solidale» e, mentre i leader torneranno a Roma per il Concertone, spazio alla musica dalle 16.30 con tra gli altri Après la classe, Murubutu, David Riondino e Khorakhanè. Temi della mattinata la la regolarità dei contratti, le regole del lavoro, la riduzione degli orari e il contrasto alle delocalizzazioni. Sul palco saliranno anche il sindaco Virginio Merola e il presidente della Regione Stefano Bonaccini che punta ad essere rieletto a novembre. «Non abbiamo notizie dal governo», spiegano gli organizzatori.

A DIFFERENZA DI PASQUA, quando l’Outlet di Serravalle Scrivia -teatro di uno sciopero due anni fa – è rimasto chiuso, serrande alzate oggi nell’altro outlet McArthurGlen a Barberino del Mugello e in tantissimi altri iper mercati e supermercati con la sola Coop che pubblicizza la sua chiusura «per scelta» con lo slogan «valori in corso». La Filcams Cgil porta avanti da anni la battaglia «La festa non si vende» e anche oggi con Fisascat Cisl e Uiltucs ha dichiarato sciopero in molti territori per dare copertura ai lavoratori che decideranno di non lavorare.

I COBAS PROTESTERANNO nei centri commerciali e negli outlet. «Molto spesso una commessa lavora con un contratto part time involontario per la modica cifra di circa 620 euro al mese – denuncia Francesco Iacovone, dei Caobas del lavoro privato – . A volte lavorando comunque full time. L’orario è un girone infernale che non le consente la vita sociale e la cura della famiglia. I soprusi e il mobbing sono all’ordine del giorno e se provi solo a protestare la tua vita diventa un girone dantesco. Anzi, peggio di un girone dantesco. Ecco, affinché vi ricordiate che domani è il Primo Maggio ed è ora che si cominci a cambiare questo stato di cose», denuncia.

Primo maggio di sciopero anche per i lavoratori Simply Sma a rischio per le voci di vendita – già avvenute in Sicilia – con la proprietà che continua a non rispondere ai sindacati nonostante il successo della mobilitazione che va avanti dal 19 aprile a rotazione nelle varie regioni dove sono sparsi i supermercati delle proprietà francese Auchan.

L’USB TIENE LA SUA FESTA a Piacenza in solidarietà con i 33 lavoratori licenziati da Gls che da due settimane sono sul tetto per chiedere il reintegro nel piazzale dedicato ad Abd Elsalam, il facchino morto investito da un camion nel 2016 durante un picchetto. «Chi sta su e chi sta giù uniti nella lotta, contro i licenziamenti e per il lavoro dignitoso e sicuro», è lo slogan.

FESTA DI LOTTA ANCHE a Termini Imerese. La manifestazione, organizzata da Fim Fiom e Uilm si terrà nel viale che nel 2004, alla presenza dei fratelli John e Lapo Elkann, fu intitolato all’avvocato Gianni Agnelli, in omaggio alla famiglia che in quella fase aveva annunciato nuovi investimenti. Ma quel progetto si arenò, cinque anni dopo Marchionne annunciò la chiusura della fabbrica. Così nel 2013, l’amministrazione comunale, alla presenza dell’allora leader della Fiom Maurizio Landini, revocò l’intitolazione ad Agnelli cambiando la denominazione del viale in «Primo maggio festa dei lavoratori». Il raduno davanti alla fabbrica comincerà alle 9,30 e si concluderà con l’intervento di Michele De Palma, segretario nazionale della Fiom. Dopo la conferma gli arresti dell’imprenditore Roberto Ginatta vicino a Fca e del sequestro della società da parte del Tribunale di Torino, Fim, Fiom e Uilm sollecitano il commissario Giuseppe Glorioso ad accelerare il processo di reindustrializzazione.

«Chiediamo al commissario di accelerare il confronto con il ministero dello Sviluppo, con la Regione e con Fca per creare le condizioni necessarie a far rientrare al lavoro mille persone che aspettano ormai da troppi anni», dice il segretario della Fiom siciliana, Roberto Mastrosimone. Per il sindacato «se Fca non è interessata al rilancio, allora il ministro Luigi Di Maio, che si è impegnato in prima persona venendo più volte a Termini Imerese, e il governatore Nello Musumeci collaborino per trovare una soluzione alternativa che dia finalmente un futuro ai mille lavoratori diretti e dell’indotto e alle loro famiglie».

* Fonte: Massimo Franchi, IL MANIFESTO[1]

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