«Tutti Elemosinieri». Spin Time Labs, «pronti all’autodenuncia»

by Eleonora Martini * | 14 Maggio 2019 8:50

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ROMA. Dentro, tra la sala concerti e l’auditorium, oltre all’osteria, al laboratorio di birra artigianale, alla falegnameria, la sartoria, la sala prove e la redazione di Scomodo, ci sono il laboratorio di restauro icone sacre e una delle sedi dell’associazione Medicina Solidale; c’è il lavoro quasi giornaliero della missionaria laica Adriana Domenici e ci sono gli aiuti umanitari lasciati settimanalmente dall’Elemosiniere del Papa. Il Vaticano, insomma, è di casa, allo Spin Time Labs, il «cantiere di rigenerazione urbana» nato all’interno dello stabile ex Inpdap di Via di Santa Croce in Gerusalemme, occupato dall’ottobre 2013 da Action a scopo abitativo.
Nulla di strano dunque se il cardinale Konrad Krajewski, dopo aver inutilmente tentato una mediazione con il prefetto, ha deciso di passare ai fatti personalmente riattivando, nella notte tra sabato e domenica scorsi, il contatore dell’energia elettrica sigillato il 6 maggio per morosità dell’intestatario del contratto (Gruppo Hera). L’Elemosiniere ha fatto così tornare la corrente nel palazzo dove vivono 430 persone, tra le quali un centinaio di minori, per il 60% immigrati di 18 differenti nazionalità e per il resto anziani soli (qualcuno con gravi problemi di salute, e una signora perfino attaccata alla bombola d’ossigeno) e giovani coppie italiane.

IERI, dopo l’eclatante gesto del cardinale che si è preso tutte le responsabilità anche penali della sua «disobbedienza civile», e mentre alle forze dell’ordine arrivava un esposto contro ignoti per la violazione dei sigilli della cabina elettrica di media tensione da parte di Areti, la società di distribuzione dell’Acea (partecipata del Comune di Roma), si è tenuta un’assemblea degli occupanti aperta ai cittadini. «Ci impegniamo a renderci disponibili a pagare un contratto di utenza a canone sociale, se emesso a nostro nome. Infatti il contratto è ancora intestato alla società e noi non possiamo pagare debiti di altri. Adesso peraltro il canone è ad uso ufficio quindi molto più alto, e noi chiediamo che venga redatto a uso abitativo. Sono cinque anni che facciamo questa richiesta», ha affermato il presidente di Spin Time, Paolo Perrini, che ha annunciato una raccolta di firme, fino a venerdì, per «sostenere l’atto di coraggio e di giustizia sociale» del cardinale Krajewski.

Gli attivisti di Spin Time hanno voluto innanzitutto ringraziare le tante associazioni e gli abitanti del Primo Municipio che nei giorni scorsi hanno espresso «viva e concreta solidarietà» alle famiglie rimaste senza corrente elettrica. «Qui lavorano tutti – aggiunge Andrea Alzetta – ed è da anni che chiediamo di poter avere un contratto da pagare, ma le parti non ci hanno mai voluto incontrare. Questo stabile nel 2004 è stato cartolarizzato da Tremonti insieme ad altri immobili del demanio ed enti pubblici previdenziali. La società Investire Sgr, di proprietà della banca Finnat, ha guadagnato dal governo in 18 anni più di un miliardo».

SONO PRONTI ad autodenunciarsi tutti, gli occupanti dello stabile, se l’Elemosiniere del Papa dovesse incappare nelle maglie della giustizia italiana. Tanto più perché su di lui si è già abbattuto l’anatema del ministro dell’Interno Matteo Salvini: «Se in Vaticano vogliono pagare le bollette a tutti gli italiani in difficoltà ci diano un conto corrente. Sostenere l’irregolarità non è mai un buon segnale».

Ma padre Konrad – che ha lasciato nella cabina elettrica dove si è calato un suo biglietto da visita con su scritto «Sono stato io», e che ha risposto a Salvini dicendosi «pronto» a pagare tutto il debito con l’Acea – in realtà potrebbe non essere perseguibile, per via dell’immunità riconosciuta ai cardinali dai Patti Lateranensi. In ogni caso, la magistratura, che sta aspettando di ricevere la denuncia di Areti prima di procedere eventualmente all’apertura di un fascicolo per furto, nel caso decidesse di perseguire il cardinale Krajewski, dovrebbe seguire l’iter richiesto dallo rogatorie internazionali in quanto la veste cardinalizia è considerata dal diritto consuetudinario internazionale un «organo costituzionale della Chiesa».

LO SPIN TIME LABS ha deciso però di lanciare una petizione per poter ottenere dal Comune di Roma la deroga all’articolo 5 del decreto Lupi/Renzi, quello che «ci impedisce di prendere qui la residenza», spiega ancora Andrea Alzetta. La richiesta, sostenuta anche dalla presidente del I Municipio Sabrina Alfonsi, è che si possa fare «come ha fatto il sindaco Leoluca Orlando a Palermo». Con una deroga di questo tipo, gli abitanti dello Spin avrebbero un titolo per pagare le bollette.

«Questo è un esperimento eccezionale che dà una risposta al disagio abitativo – conclude Alzetta – Ci potrebbero concedere una rateizzazione alla Salvini, ma al di là della battuta sarebbe opportuno avviare un percorso di regolarizzazione di questa esperienza, volontà politica permettendo. Tenere abbandonato questo palazzo è uno schiaffo in faccia a chi non ha casa. Di fronte a un appello di disperazione, l’Elemosiniere ha fatto quello che poteva e doveva fare la politica».

* Fonte: Eleonora Martini , IL MANIFESTO[1]

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  1. IL MANIFESTO: https://ilmanifesto.it/

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