Stati uniti. Partono i raid per la caccia ai migranti, le retate di Trump in 10 città

by Marina Catucci * | 23 Giugno 2019 20:01

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La caccia al migrante continua a essere una priorità per Trump che sferra un altro attacco. Per oggi è previsto l’inizio di un nuovo provvedimento: nelle principali città Usa inizieranno i raid dell’Ice, Immigration and Customs Enforcement (l’agenzia federale parte del Dipartimento della Sicurezza Interna, responsabile del controllo della sicurezza delle frontiere e dell’immigrazione) che si concentrerà sulle famiglie di migranti che hanno ricevuto ordini di espulsione.

Questa mossa, stando a quanto hanno rivelato al Washington Post dei funzionari anonimi dell’Ice, si chiama family op e riguarda fino a 2mila famiglie in dieci grandi città, tra cui Houston, Chicago, Miami e Los Angeles.

Un’operazione di arresti indiscriminati dei migranti nelle loro case e nei luoghi di lavoro, con il rischio di separare i figli dai genitori, nei casi in cui i bambini al momento del raid siano all’asilo, in un campo estivo o a casa di amici.

Una volta compiuti gli arresti i migranti verrebbero messi in camere d’albergo usate come aree temporanee per trattenere genitori e figli fino a quando tutti i membri del nucleo familiare non saranno riuniti e pronti per l’espulsione. Se verranno arrestati individui che non possono essere immediatamente espulsi, chiamati «arresti collaterali», verranno rilasciati con dispositivi di monitoraggio applicati alla caviglia.

Proprio per non rischiare di smembrare le famiglie dividendo genitori e bambini, il sostituto del segretario del Dipartimento della Sicurezza Interna, Kevin McAleenan, ha sollecitato l’Ice a condurre un’operazione più ristretta e mirata cercando di detenere un gruppo di circa 150 famiglie che sono già state fornite da avvocati ma che hanno abbandonato il processo legale e sono fuggite.

McAleenan ha anche affermato che l’Ice non dovrebbe destinare risorse per operare raid interni e che l’agenzia ha bisogno di finanziamenti per affrontare la crisi al confine meridionale degli Stati uniti.

Trump, invece, che sulla tolleranza zero nei confronti dei migranti ha puntato tutta la sua credibilità nei confronti della propria base, è determinato a portare avanti l’operazione. Lunedì ha twittato che i raid sono solo il primo passo verso l’impegno preso di effettuare «milioni» di espulsioni.

Per questa operazione la Casa bianca è in diretta comunicazione con il facente funzioni direttore dell’Ice, Mark Morgan, aggirando McAleenan, giudicato dal tycoon come troppo debole. Su tutta l’operazione è calata una coltre di gelo: la portavoce dell’Ice Carol Danko si è rifiutata di discuterla con i giornalisti, dicendo solo che «come agenzia di polizia, la missione dell’Ice è di sostenere lo stato di diritto». I funzionari di Dhs e Casa bianca non hanno risposto a nessuna richiesta di commento.

Le città coinvolte in questa operazione sono, non casualmente, a guida democratica e tramite i loro funzionari locali e statali hanno fatto sapere che non forniranno supporto all’Ice. «Il Dipartimento non partecipa o assiste nessuna di queste azioni – scrive in una nota la polizia di Los Angeles – Ci impegniamo a proteggere il pubblico attraverso una significativa costruzione di relazioni e partnership comunitarie ».

Il procuratore generale di New York Letitia James non ha usato mezze misure e ha dichiarato che «l’uso di famiglie di migranti e richiedenti asilo come bottini politici è un atto spregevole di razzismo e xenofobia ed è antitetico ai nostri valori umani fondamentali. Questo è un atto immorale e irragionevole da parte di un presidente e di un’amministrazione che vuole dividere il nostro Paese e, in quanto capo delle forze dell’ordine di New York, posso assicurare ai newyorkesi che faremo tutto il possibile per contrastare queste politiche disumane».

L’Ice non gode di buona reputazione negli Usa, specialmente dopo le operazioni dello scorso anno che hanno diviso 2.700 minori dai loro genitori: le immagini di bambini terrorizzati, in lacrime, rinchiusi nelle gabbie hanno fatto il giro del mondo.

* Fonte: Marina Catucci, IL MANIFESTO[1]

 

photo: [Pubblico dominio]

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