Hacker contro Mediterranea. Sea Watch aiuterà le altre ong multate

by Adriana Pollice * | 10 Luglio 2019 9:25

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«Il governo vuole che le navi militari impediscano l’entrata nei porti. Le forze armate apriranno il fuoco contro le navi che hanno persone salvate a bordo? Questo paese sta davvero precipitando verso l’abisso»: è il commento via social della piattaforma italiana Mediterranea saving humans, che è alle prese con le conseguenze del decreto Sicurezza bis.

Salvini mostra i muscoli ai volontari mentre gli sbarchi proseguono. All’alba di ieri sono attraccati in 47 a Pozzallo e 10 a Lampedusa: erano stati intercettati dalla gdf a poche miglia dall’isola siciliana. In 13 sono arrivati in Sardegna, a Porto Pino, su un barchino e altri 14 nel Sulcis Iglesiente. L’Ong tedesca Sea Eye ha invece concluso un nuovo salvataggio nella zona Sar maltese portando 44 naufraghi ai confini delle acque territoriali, la Marina de La Valletta li ha poi trasbordati a terra. Erano partiti sabato su un barcone da Zuwara, nel gruppo 4 donne e 3 bambini (il più piccolo di 15 mesi). La procura di Agrigento ha disposto il sequestro probatorio del veliero Alex mentre l’altra nave, la Mare Jonio, è ancora sotto sequestro a Licata. Per l’Alex è scattata anche la confisca. Tre comandanti e tre capomissione indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per non aver obbedito all’ordine di nave da guerra più la multa di oltre 66mila euro. Mediterranea ha lanciato una raccolta fondi per le spese legali. Ieri pomeriggio era stata raggiunta la cifra di 53.570 euro ma la sottoscrizione è stata presa di mira dagli hacker: «Il nostro sito ha subito innumerevoli attacchi informatici da server russi che l’hanno momentaneamente compromesso e che denunceremo alle autorità competenti» hanno spiegato nel pomeriggio via social.Per la Ong tedesca Sea Watch la multa è di oltre 16mila euro, più le spese legali per la capitana Carola Rackete. La raccolta fondi è partita prima è ha già raggiunto circa un milione 400mila euro. Parte delle donazioni raccolte dalla campagna lanciata a sostegno di Sea Watch dal presentatore televisivo Jan Boehmermann verrà condivisa con altre Ong alle prese con multe e processi. I volontari tedeschi annunciano anche: «Si formerà un comitato perché vogliamo utilizzare il denaro nel modo più efficace possibile per i salvataggi in mare, non solo per la Sea Watch, ma anche per cercare insieme dove è più urgente».
Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr per il Sud Europa, ieri è tornata a chiedere la fine della «criminalizzazione» delle Organizzazioni non governative: «Credere che non avere nessuno che salva le persone nel Mediterraneo sia un deterrente è dimostrato, non solo dai dati ma anche dai fatti, che non funziona – ha spiegato Sami -. Significa lasciar morire proporzionalmente in mare più persone». E sul decreto Sicurezza bis: «L’Unhcr ha già chiesto che venga rivisto». Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, non ne vuole sapere: «Ci sono organizzazioni non governative che fanno in modo trasparente il loro lavoro. Se qualcuno invece trasporta immigrati clandestini non fa un buon servizio. Qualcuno ha fatto i soldi con una raccolta fondi, la nave è sotto sequestro (il riferimento è a Sea Watch, ndr), magari utilizzeranno un deltaplano, un dirigibile, un bimotore».

La guardia costiera di Tripoli ieri ne ha intercettati 50 su un gommone, Salvini ha esultato: «Così si combattono gli scafisti». Torneranno a terra mentre il Comando delle operazioni delle forze della Libia occidentale ha ordinato la chiusura dell’aeroporto di Bani Walid con l’evacuazione dei civili e i 365 sopravvissuti al bombardamento del centro di detenzione di Tajoura hanno iniziato lo sciopero della fame.

* Fonte: Adriana Pollice, IL MANIFESTO[1]

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  1. IL MANIFESTO: https://ilmanifesto.it/

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