In Polonia mazze contro la marcia Lgbtqi: 25 ultranazionalisti agli arresti
Era la prima volta di un Gay Pride a Bialystok, nordest della Polonia omofoba del PiS. Ma domenica la marcia per i diritti della comunità Lgbtqi, si è conclusa con un pestaggio di massa: squadre di ultranazionalisti di destra hanno aggredito i manifestanti con catene e bastoni. Pestati a sangue, sotto gli occhi della polizia che non è intervenuta. Non subito.
I poliziotti si sono fatti vedere dopo e hanno arrestato 25 aggressori. Lo scorso anno era successo lo stesso a Lublino, con la polizia che aveva disperso i contro-manifestanti di destra con i gas lacrimogeni. Ma ad accendere i sentimenti omofobi (ma anche razzisti e misogini) è il partito al governo.
Il leader del partito di governo PiS, nonché suo fondatore, Jaroslaw Kaczynski, li ha recentemente – in occasione delle elezioni europee – definiti «una minaccia reale alla nostra identità e alla nostra nazione». Lo stesso aveva detto il partito a ottobre, durante le elezioni nazionali. Dalle parole ai fatti, con squadre di picchiatori in strada a porre fine al gay pride.
Nei giorni precedenti, mentre la Chiesa condannava la marcia, il quotidiano di destra Gazeta Polska distribuiva in edicola adesivi con una croce sopra la bandiera arcobaleno. E con su scritto: «Zona libera dagli Lgbtqi».
* Fonte: IL MANIFESTO
Related Articles
El 19-J invade las calles de Espaà±a
Mà¡s de 200.000 personas se manifiestan en las principales ciudades del paàs contra el Pacto del Euro, los recortes sociales y la corrupcià³n polàtica. La multitud invade las calles de Madrid, Barcelona y Valencia en un ambiente pacàfico, festivo y perfectamente organizado
Cabinet OKs Tepco redress bill
Other utilities must ante up to back huge outlays. The Cabinet approved a bill Tuesday to help Tokyo Electric Power Co. meet its massive compensation payments through the creation of an entity that would provide financial assistance to the utility strugging with the crisis at the Fukushima No. 1 nuclear plant.
L’ex ministro di Putin e la scia di morti sospette all’ombra del Cremlino
Mikhail Lesin è stato il controllore dell’informazione russa per conto di Vladimir Putin: prima come ministro, poi come capo del conglomerato Gazprom. Fu «ucciso a bastonate» in un hotel di Washington il 5 novembre del 2015