Migranti. La nave Gregoretti ancora ferma davanti al porto di Catania

by Adriana Pollice * | 28 Luglio 2019 18:54

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È arrivata ieri davanti le acque di Catania la motovedetta della Guardia Costiera «Gregoretti», che giovedì scorso aveva preso a bordo un gruppo di 50 migranti individuati dal peschereccio siciliano «Accursio Giarratano», nella zona Sar di Malta. Lungo la via verso Lampedusa i militari avevano poi tratto in salvo un secondo gruppo di naufraghi.

L’operazione è avvenuta sotto la guida del Centro di coordinamento di Roma e, quindi, il benestare del Viminale. In sei erano poi approdati sull’isola siciliana per motivi medici, in 135 sono ancora a bordo della motovedetta in attesa di sbarcare.

A porre il veto il Viminale: Matteo Salvini ha intenzione di contravvenire ancora alle norma bloccando persino una nave della Marina in attesa dell’intervento dell’Ue per la ricollocazione dei migranti. Era già successo l’agosto scorso con lo stallo della nave militare Diciotti davanti al porto di Catania. Il tribunale dei ministri catanese aveva accusato Salvini di sequestro di persona aggravato ma il Senato ha poi votato a favore dello stop al processo con i voti dei 5S.

Ieri sembrava che la situazione di stallo potesse sbloccarsi ma il via libera non è arrivato. Il capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Delrio, accusa il leader leghista di fare «propaganda, come sempre, sulla pelle delle persone». E sottolinea: «È intollerabile che non sia concesso l’ingresso in porto a una nave della Guardia costiera italiana ’colpevole’ per il nostro governo di avere a bordo 135 naufraghi soccorsi da un peschereccio al largo della Libia».

Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, oggetto preferito degli attacchi del Carroccio con Salvini che più volte ne ha chiesto la testa, è il titolare del dicastero da cui dipende la Guardia costiera ma finora si è adeguato al diktat del collega di governo. Così la Gregoretti è rimasta a poche miglia dall’attracco in attesa dell’indicazione del porto sicuro.

A Catania sarà il procuratore Carmelo Zuccaro a dover decidere quali iniziative prendere dopo l’eventuale sbarco. Una procura ritenuta sensibile alle tesi del governo, molto più di quella agrigentina da cui dipende Lampedusa. Il governo italiano giovedì ha inviato una lettera a Bruxelles chiedendo alla Commissione di coordinare le operazioni di ricollocazione dei migranti.

Dall’Ue sono partiti i contatti con i Paesi membri per raccogliere la disponibilità a redistribuire i naufraghi. Ad allungare i tempi a Bruxelles però potrebbe esserci il cambio della guardia in corso, dopo le elezioni di maggio.

Salvini ha già messo in chiaro: «Non darò nessun permesso allo sbarco finché dall’Europa non arriverà l’impegno concreto ad accogliere tutti gli immigrati a bordo della nave. Voglio nome, cognome e indirizzo dei Paesi». Alimentando così lo scontro in atto con Germania e Francia, che chiedevano comunque lo sbarco nel porto più vicino e poi la ricollocazione.

Delrio sottolinea: «Salvini sta sequestrando in mare i migranti e tutto l’equipaggio della motovedetta Gregoretti. Siamo ancora una volta al di fuori delle regole e degli obblighi che l’Italia ha il dovere di rispettare quando si tratta di salvataggio in mare. L’Italia non può e non deve essere lasciata da sola a gestire il dramma delle migrazioni ma l’Europa non può essere la scusa per agire in palese violazione delle norme internazionali e dei diritti umani».

* Fonte: Adriana Pollice, IL MANIFESTO[1]

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