A Bologna le ruspe demoliscono il centro sociale Xm24 con gioia di Salvini

by Roberta Cristofori * | 7 Agosto 2019 11:12

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BOLOGNA. Una ruspa fuori dalle porte e i fuochi d’artificio in cielo. Attivisti e attiviste bolognesi si sono fatti trovare pronti già all’alba per resistere allo sgombero dello storico centro sociale bolognese Xm24. Una lunga giornata iniziata alle 5.30 del mattino nella prima periferia della città, rione Bolognina, dove il csoa era sotto sfratto dal 25 luglio di quest’anno dopo 17 anni di esperienza d’autogestione.

Da settimane era chiaro che il blitz sarebbe stato imminente: dopo due anni di tentativi di mediazione andati a vuoto, da quando l’amministrazione comunale aveva comunicato che non sarebbe stata rinnovata la convenzione scaduta nel 2016, i collettivi avevano scelto di rimanere in occupazione. Dopo una decina di giorni di «colazioni resistenti» per non farsi trovare impreparati, ieri gli attivisti sono stati svegliati dalla ruspa che si è aperta un varco abbattendo tutto ciò che trovava sul suo percorso: «State distruggendo con una ruspa quello che abbiamo fatto con le mani», hanno gridato. A inviarla, la ditta alla quale Acer, l’azienda case Emilia-Romagna, ha appaltato i lavori di messa in sicurezza del cantiere che costruirà, al posto di Xm24, una decina di appartamenti in co-housing.

MENTRE LA VIABILITÀ veniva deviata e gli agenti in assetto antisommossa si schieravano all’esterno della recinzione che circonda lo stabile, iniziava la «resistenza creativa» degli attivisti. C’era chi in costume da bagno, travestito da sirenetta, si immergeva in una piscina d’acqua fresca, chi si dondolava su un trapezio da circo e chi si arrampicava su un trabattello. Sul tetto, una decina di persone con materassini e un gazebo per ripararsi dal sole. Nel parco antistante si radunavano i solidali con fischietti, pentole, coperchi, tutti gli strumenti necessari per affrontare la giornata rumorosamente e festosamente. Ed è andata così come avevano immaginato e voluto, uno sgombero «indimenticabile» per il suo estro artistico, nello spirito delle attività portate avanti in questi anni dalle realtà che animano il centro sociale.

UNA VENTINA IN TUTTO, tra progetti permanenti come la Ciclofficina popolare Ampioraggio, le palestre popolari Palestrina libera per lo yoga e la Teofilo Stevenson per la boxe, la scuola autogestita di italiano con migranti; ma anche progetti sociali come lo sportello Lab57-Alchemica che fornisce primo soccorso a chi abusa di sostanze psicoattive. A queste si aggiungevano tutte le attività ospitate: il mercato contadino settimanale di CampiAperti e nel corso dell’anno iniziative e festival di musica indipendente e autoproduzioni editoriali.

ATTIVITÀ CHE DA IERI dovranno traslocare in una nuova struttura, perché l’interno del fabbricato di via Fioravanti 24 è stato completamente raso al suolo e le operazioni di sgombero sono state contestuali all’avvio del nuovo progetto di edilizia sociale. Quello che infatti un tempo era l’edificio di accesso al vecchio Mercato Ortofrutticolo della città, nel quale Xm24 era entrato nel 2002 con un accordo stipulato con l’amministrazione dell’allora sindaco di centro-destra Giorgio Guazzaloca, si trasformerà in un co-housing.

Dopo diversi progetti annunciati negli anni e poi scartati – si era parlato di una Caserma dei carabinieri e poi di una Casa della letteratura – nel marzo di quest’anno il sindaco Virginio Merola aveva annunciato il piano «Mille case per Bologna»: ristrutturazioni di case sfitte e nuovi interventi per rispondere al problema dell’emergenza abitativa bolognese con un investimento pari a 61 milioni. Proprio 2 di questi sono quelli stanziati per i 10 appartamenti in co-housing e locali ad uso collettivo che sostituiranno Xm24 con una variazione di bilancio votata in Consiglio comunale.

SE L’IMMOBILE RIMARRÀ comunque sotto sgombero, al termine di una resistenza di 12 ore gli attivisti sono però riusciti a strappare un accordo con l’amministrazione comunale. Nel primo pomeriggio infatti il sindaco Virginio Merola, rispondendo a un tweet del Ministro dell’Interno leghista Matteo Salvini che si complimentava per le «democratiche ruspe», ha comunicato che l’intervento della mattina non avrebbe chiuso «la porta alla possibilità di trovare una soluzione».

A SEGUITO DI UN VERTICE convocato in Questura nel tentativo di trovare una mediazione all’ultimo minuto, poco dopo le 18 dai megafoni del presidio è stato dato l’annuncio che Xm24 avrà una destinazione «adeguata in cui far ripartire le sue attività quanto prima e non oltre il 15 novembre 2019». Nel testo viene messo nero su bianco l’impegno del Comune a «trovare una nuova sede al centro sociale» sulla base della valutazione di quattro immobili che erano già stati proposti dagli attivisti all’ultimo di una lunga serie di incontri tenutosi lo scorso 1 agosto. Nelle prossime settimane verrà scelto il luogo e le «modalità di assegnazione e sostegno, sulla base delle forme di autogestione attraverso un tavolo a cadenza quindicinale». Una vittoria festeggiata così come si era aperta la giornata: con fuochi d’artificio, petardi e fumogeni. Anche se «la lotta non è finita» per gli attivisti, che dicono di «non fidarsi del Comune, perché carta canta solo quando ce la prendiamo».

* Fonte: Roberta Cristofori, IL MANIFESTO[1]

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