Decreto sicurezza bis. Misure mirate a colpire i No Tav

C’è un altro motivo, oltre al «tradimento» sull’Alta velocità, destinato ad allontanare ancora di più il movimento No Tav dal M5S: il fatto che i pentastellati hanno condiviso con la Lega il decreto sicurezza bis entrato in vigore il 15 giugno e che – a giudizio di molti giuristi – rappresenta un pericolo per la libertà di manifestare. A partire dai cortei contro la Tav in Val di Susa.
I primi a farne le spese potrebbero essere i 48 manifestanti denunciati il 27 luglio scorso al termine della manifestazione durante la quale è stato manomesso il cancello di Giaglione. Per ora la contestazione riguarda solo la violazione dell’ordinanza prefettizia che dal 2011 vieta l’accesso ai terreni limitrofi al cantiere, ma non è detto che nuove accuse non possano arrivare al termine delle indagini. E in tal caso i conti andrebbero fatti con le nuove norme licenziate lunedì dal Senato. Ecco cosa prevedono.
USO DEL CASCO Inasprite le pene per chi, nel corso di una manifestazione, fa uso del casco o di qualunque altro mezzo che renda difficoltoso il riconoscimento. Le nuove pene prevedono la reclusione da due a tre anni e un’ammenda da 2.000 a 6.000 euro.
USO DI BASTONI E BENGALA Reclusione da uno a quattro anni per chi, nel corso di una manifestazione, lancia o utilizza illegittimamente razzi, bengala, fuochi artificiali, petardi, strumenti per l’emissione di fumo o di gas visibile o in grado di nebulizzare gas contenenti principi urticanti. ma anche per chi utilizza bastoni, mazze, oggetti contundenti o comunque atti a offendere.
RESISTENZA E OLTRAGGIO Diventa un’aggravante il reato di violenza o minaccia, resistenza o violenza a pubblico ufficiale.
DANNEGGIAMENTO Pene da uno a cinque anni per chiunque nel corso di una manifestazione distrugga, disperda o comunque danneggi beni mobili o immobili altri.
* Fonte: IL MANIFESTO
Related Articles
Dal tribunale primo sì alla stepchild incrociata
Sentenza a Roma sul caso di due donne con due figlie. E intanto il verdetto pilota arriva in Cassazione. Il magistrato: “Applicata la legge sulla base della situazione familiare, scolastica e sociale delle bimbe”
”ll sistema dei servizi per le tossicodipendenze rischia il collasso”
Cnca, Fict e FeDerSerD richiamano la politica alla responsabilità di fronte all’abbandono in cui versa il settore. E annunciano per
Il business odioso del partenariato
Come il partenariato fra pubblico e privato possa rivelarsi un “business odioso” ce lo raccontano due casi americani di complicità fra stato e mercato ai danni della gente. In tempi di crisi, si sa, i budget degli uffici dell’accusa e dell’amministrazione penitenziaria sono in rosso, cosicché per sopravvivere – è questa la strategia statunitense – occorre far affari con le corporation e raccogliere le briciole di un bottino furtivo legalizzato dall’imprimatur dello stato.