Governo. Cgil, Cisl e Uil contro le «alchimie» della crisi: «Servono subito risposte sul lavoro»

by Massimo Franchi * | 14 Agosto 2019 8:22

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Alla faccia dei vari retroscena che volevano i sindacati a favore – e anzi in prima fila tra i costruttori – del nuovo governo politico M5s-Pd, ecco arrivare una lunga nota unitaria di Cgil, Cisl e Uil che chiede «meno alchimie».
Per Landini, Furlan e Barbagallo – che non vogliono essere tirati per la giacca – c’è bisogno «di risposte immediate, di un governo nel pieno delle sue funzioni». I confederali esprimono «grande preoccupazione per la situazione di instabilità politica prodotta in pieno periodo feriale che, se non risolta rapidamente, può ulteriormente ridurre le condizioni per la crescita del paese». I sindacati rilanciano così le loro proposte a partire da una soluzione per le vertenze industriali, la Pubblica amministrazione, il blocco dei cantieri.
La possibilità che con la caduta del governo salti l’assunzione di 55mila precari nella scuola – il decreto è stato approvato «salvo intese» dal consiglio dei ministri e rischia di non essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale – è una prospettiva catastrofica per Cgil, Cisl e Uil.
Forte il richiamo al ruolo del presidente della repubblica. «È il momento della serietà, del pieno rispetto dei principi, dei valori e dei comportamenti indicati dalla nostra Carta Costituzionale, nata dalla resistenza e dalla sconfitta del fascismo e del nazismo – scrivono i sindacati – . La soluzione della crisi compete al Parlamento e al presidente della Repubblica, garante della Costituzione, cui va tutta la nostra stima e il sostegno incondizionato anche nella verifica di una reale possibilità di dare un nuovo governo al paese. Occorre che le forze politiche parlamentari pongano al centro delle loro funzioni istituzionali gli interessi generali del paese e del mondo del lavoro e non l’interesse particolare di breve respiro, come più volte sollecitate dallo stesso Mattarella, assicurando in tempi utili un’indispensabile forma di governo ed un chiaro indirizzo economico e sociale. È necessario il massimo rispetto per i luoghi e i tempi dei processi democratici e per chi li rappresenta per rafforzare i legami di solidarietà, unire e non di dividere il Paese».
Per uscire dalle secche della crisi però serve rilanciare il dialogo sociale, solo nelle ultime settimane rilanciato. «Alla vigilia di un’importante legge di stabilità e di una necessaria interlocuzione per contribuire a delineare nuove politiche europee che escano dalla logica dell’austerità, ribadiamo la necessità che tutto ciò avvenga anche con il coinvolgimento delle parti sociali avendo come obiettivo crescita e creazione di lavoro stabile con diritti pieni ed esigibili».

* Fonte: Massimo Franchi, IL MANIFESTO[1]

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