Migranti. La Ocean Viking ancora bloccata: «Non possiamo resistere ancora a lungo»

by Carlo Lania * | 22 Agosto 2019 9:14

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La cosa peggiore è l’attesa. Dopo aver sognato per mesi, a volte per anni il momento in cui sarebbero stati finalmente liberi, si ritrovano ancora una volta prigionieri. Non più in un centro di detenzione libico, dove molti di loro hanno passato lunghi periodi e subito violenze di ogni genere, ma sopra una nave. Aspettando che l’Europa si ricordi anche di loro. «Nel mezzo del Mediterraneo, con i giorni che passano quasi tutti uguali, le persone stanno perdendo la cognizione del tempo, faticano perfino a identificare gli orari per mangiare o pregare» spiega Luca Pigozzi, uno dei medici di Msf a bordo della Ocean Viking.

Da dodici giorni la nave della ong francese Sos Mediterranée attende navigando tra Linosa e Malta di sapere dove poter sbarcare i 356 migranti strappati al mare in quattro differenti salvataggi. Aspetta nel silenzio pressoché totale delle istituzioni europee e italiane. Sbloccata l’odissea della Open Arms grazie all’intervento della procura di Agrigento, adesso la nave che batte bandiera norvegese si affaccia speranzosa alle acque territoriali italiane. Non necessariamente, però, l’obiettivo è quello di arrivare a Lampedusa: «Siamo pronti a portare le persone in qualsiasi porto ci indicheranno», ha spiegato infatti Nick Romaniuk, capo missione a bordo della nave.

Per i migranti che si trovavano sulla Opens Arms si sono fatti avanti in cinque: Francia, Germania, Spagna, Portogallo e Lussemburgo. Adesso si spera che lo stesso gruppo di Paesi possa accogliere anche quanti si trovano sulla Viking. Da parte sua il ministro dell’Interno francese Christophe Castaner ha assicurato che Parigi è pronta a fare la sua parte prendendone una quarantina, seppure sottolineando che la disponibilità vale solo per quanti si vedranno riconosciuto il diritto a presentare domanda di asilo: «Delle discussioni sono in corso tra partner europei e ieri (martedì, ndr) ho avuto uno scambio con il mio omologo maltese». Particolare, quest’ultimo, che farebbe pensare a un’imminente soluzione della vicenda grazie a un possibile accordo con la Valletta che, come già avvenuto in passato, consentirebbe lo sbarco dei migranti in modo da poter procedere poi a un’eventuale divisione tra gli Stati.

«Le negoziazioni non possono svolgersi mentre oltre trecento persone sono bloccate in mare in condizioni difficili, ha commentato ieri Frédéric Penard, direttore delle operazioni di Sos Mediterranée. Anche perché a bordo della nave la situazione rischia di degenerare. Ieri gli operatori di SosMed e Msf hanno radunato i 356 migranti, tra i quali 103 bambini, 11 soli accompagnati, e per tutto il pomeriggio hanno spiegato in inglese, francese e arabo che occorre attendere il via libera all’approdo da parte di uno Stato membro. Attendere ancora. Sperando che la soluzione sia vicina perché, come ha spiegato in un video Alice, una delle operatrici di SosMed: «non possiamo gestire questa situazione a lungo».

* Fonte: Carlo Lania, IL MANIFESTO[1]

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