I 109 migranti salvati dalla Ocean Viking possono finalmente sbarcare

I 109 migranti salvati dalla Ocean Viking possono finalmente sbarcare

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L’Ocean Viking arriverà stamattina a Pozzallo con i 104 naufraghi salvati il 18 ottobre. L’Italia ha assegnato alla nave dell’ong Sos Méditerranée e Medici senza frontiere un porto sicuro dopo 11 giorni di stallo. Ieri la nota del Viminale: «Si è conclusa la procedura di ricollocazione dei migranti, in base al pre-accordo raggiunto nel vertice di Malta. Francia e Germania, in particolare, ne accoglieranno 70». Michael Fark, capomissione di Msf, ha commentato: «Siamo sollevati ma questi inumani blocchi non devono continuare. È inaccettabile tenere le persone in mare mentre i governi discutono se e come adempiere ai loro obblighi umanitari e legali». Resta ancora tra Linosa e Malta l’Alan Kurdi: la Commissione Ue ha ricevuto ieri la richiesta di coordinare i ricollocamenti dei 90 salvati dall’ong tedesca Sea Eye. Una volta formalizzato l’impegno ad accoglierli dovrebbe arrivare anche per loro il porto di sbarco.

Le operazioni di Ricerca e soccorso restano un terreno minato. L’aereo di ricognizione Moonbird di Sea Watch e dei piloti volontari ha avvistato lunedì sera un gommone in difficoltà: «Il nostro equipaggio ha cercato di allertare il mercantile Vos-Aphrodite, distante poche miglia. Purtroppo invano. Nessuna delle navi nelle vicinanze è intervenuta. Una guardia costiera che trascina le persone nei campi libici, e ignora un caso di distress con maltempo, non agisce con lo scopo di salvare vite umane» ha denunciato Sea Watch. Alla fine a intercettare i naufraghi, ieri pomeriggio, è stata l’ong catalana Open Arms: «Ventiquattro ore di ricerca per trovarli. Stavano per naufragare, alla deriva con il gommone sgonfio e l’acqua che iniziava a entrare. Sono in 15: sei uomini, due donne, due bimbi e cinque minori».

Matteo Salvini è partito all’attacco sullo sbarco della Ocean Viking: «Ennesima calata di braghe del governo italiano». I 5S vogliono cavalcare l’onda di destra ma smarcandosi dalla Lega, così il viceministro Vito Crimi ha rivendicato: «È stato assegnato il porto solo dopo che è stata definita la ricollocazione secondo gli accordi di Malta». Gli alleati di governo dem hanno riscoperto il tema migranti, dopo anni di virata a destra: «Il presidente Conte e il ministro degli Interni sanno che per il Pd non è tollerabile tenere un minuto di più persone in mare» aveva chiarito il ministro Dario Franceschini. Anche Renzi ha sfruttato l’occasione: «Aiutiamoli a casa loro. Ma quando ci sono persone in mare, si devono far sbarcare».

La scorsa settimana la Farnesina ha varato il decreto ministeriale sui rimpatri con la lista dei paesi sicuri. Ieri da +Europa Riccardo Magi ha dato l’allarme: «Vengono elencati 13 stati dove esistono persecuzioni nei confronti delle donne, delle minoranze sessuali, etniche, religiose e politiche, nonché il fenomeno della tratta». Che non ci sia stata una vera discontinuità con la maggioranza giallo verde lo ha denunciato ieri anche Sea Watch. Il sequestro della sua nave (Sea Watch 3) è venuto meno ma non può lasciare Licata perché «la prefettura considera il procedimento amministrativo ancora “in via di definizione” – ha spiegato Giorgia Linardi -. Riteniamo tale diniego illegittimo. Inaccettabile l’assenza di un chiaro posizionamento sui pacchetti Sicurezza da parte dell’attuale esecutivo: 4 navi in stato di fermo amministrativo e multe fino a 300mila euro sono il simbolo della continuità».

* Fonte: Adriana Pollice, il manifesto

 



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